BASILICATA, Trentino, Calabria, Molise e Umbria. Cinque regioni in cui il portavoce-capo politico del MoVimento 5 stelle ha deciso di riaprire i giochi per le candidature al Parlamento, estendendo la possibilità di proporsi a "tutti coloro che risultano iscritti certificati al M5S al 31-12-11". Una possibilità già chiusa in tutte le altre regioni, perché il MoVimento ha deciso di candidare solo gli attivisti già presenti nelle liste delle precedenti amministrative. Tagliando fuori quindi la maggior parte dei registrati al sito del MoVimento e i MeetUp, i circoli attivi sul territorio. Nella polemica interviene anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani, che dice: "Si candida chi è stato presentato alle comunali ma non è stato eletto, e ha già il timbro. Lenin fa un baffo a Grillo".
La protesta sul blog del "capo politico" del M5S è forse la più intensa di sempre. E' civile, a parte qualche vaffa, e motivata nel merito. Sul sito esiste una procedura per contestare l'impossibilità di candidarsi, ma è riservata solo a chi risulta un profilo "candidabile" dal sistema, che provvede in automatico a far comparire un link per proporsi come candidato del MoVimento. Anche in questo caso, gli interrogativi non mancano: non è indicato se ci sarà o meno una selezione dei profili una volta chiuse le candidature, prima di presentarli e sottoporli alle votazioni degli iscritti. Vale a dire: saranno sottoposti tutti indistantamente oppure quello che arriverà al referendum sul web sarà il risultato di una scrematura, e nel caso, chi la farà?
Su queste domande la frattura tra le diverse fazioni dei commentatori è evidente. Ma stavolta chi sta con Grillo è in numero inferiore a chi contesta la scelta dello "Staff". La difesa della scelta sulle candidature si basa nel pratico sul ruolo riconosciuto dei candidati alle Amministrative e quella di tener fuori possibili infiltrati e di avvicinare al Parlamento persone che già hanno avuto modo di masticare un po' di politica. E più nel teorico, su una diversa concezione del ruolo del parlamentare a 5 stelle, che avrà un vincolo di mandato e un limite di legislature, e secondo quanto dice Grillo, dovrà essere disposto a cambiare la concezione di cos'è un rappresentante del popolo. Sarà insomma un parlamentare "liquido", funzionale alle istanze della base per cui "ognuno vale uno". Ma è proprio sulla sensazione di rottura di questo cardine del M5S che si infuoca la protesta: "Adesso siamo sicuri che il regolamento non era per evitare gli infiltrati ma per far avere una bella probabilità ai trombati di sedere in Parlamento", scrive Marco B. E c'è chi aggiunge che gli infiltrati non sono un problema, perché i candidati verranno poi vagliati dal MoVimento.
I commenti su questo tono si moltiplicano, diversi criticano la decisione di non scegliere per competenze o attraverso primarie. "Spero di sbagliarmi", commenta l'utente Alberto Rizzi, "ma sento rischio di "pre-casta"... molti candidati potranno portare solo tanta buona volontà ed entusiasmo. Ci sono regole di massima validissime che dovrebbero bastare per aprire le liste anche a quelli che - in possesso di requisiti e competenze più che valide - non hanno potuto o voluto candidarsi in precedenza", rileva il commento.
Senza contare l'esclusione dei MeetUp: "Berlusconi farebbe carte false per avere una rete così organizzata", scrive l'utente Jogabob, "A me risulta che la stragrande maggioranza delle attività sul territorio nazionale derivi dai Meetup, dove le persone si incontrano e guardano in faccia da 5 anni o più", prosegue il commento, chiedendo se in lista ci sia qualcuno dei circoli territoriali.
Per il momento nessuna risposta da Grillo e dal suo staff. Qualche utente prova ad alzare un cordone sanitario con una logica politica: "Il protagonismo degli attivisti frena il M5S, la spersonalizzazione degli attivisti a favore del movimenti accelera la crescita del M5S", scrive Ezl. Ma la maggioranza rivela la sensazione di trovarsi di fronte alla "vecchia politica": Damiano Anselmi scrive: "Caro Beppe, apri le candidature a tutti e fidati degli elettori del M5S. Subordinare la possibilità di candidarsi alla resa di un servizio è un modo per asservire la gente. Lo fanno tutti i partiti italiani. Ora lo fai anche tu? Sei ancora in tempo, cambia queste regole prima che queste regole cambino il M5S".
fonte: La Repubblica
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