IL CRACK DELL'EDILIZIA CHE PESA QUANTO 72 ILVA
Secondo i dati resi noti oggi dall'Ance (l'associazione dei costruttori edili), nel comparto si sono persi 360mila posti di lavoro dall'inizio della crisi. Un dramma che si consuma nel silenzio e che è paragonabile a 72 Ilva di Taranto
Allarme occupazione nel settore delle costruzioni. Secondo i dati resi noti oggi dall'Ance (l'associazione dei costruttori edili), nel comparto si sono persi ben 360.000 posti di lavoro dall'inizio della crisi. Un dramma che si consuma nel silenzio e che e' paragonabile a 72 Ilva Taranto, 450 Alcoa o 277 Termini Imerese. Considerando anche i settori collegati, la perdita occupazionale complessiva raggiunge circa 550.000 unita'. Anche il mercato immobiliare sta vivendo un momento molto negativo: le abitazioni compravendute registrano nei primi nove mesi del 2012 una significativa diminuzione tendenziale del 23,9%. Alla base di questo calo vi sono molti fattori tra cui l'estrema incertezza che scoraggia e rinvia le decisioni di investimento delle famiglie. Un altro fattore rilevante che sta ostacolando la ripresa del mercato residenziale e' costituito dal blocco del circuito finanziario a medio-lungo termine che rende estremamente difficile alle famiglie accedere ai mutui per l'acquisto della casa (-21,5% nel periodo 2007-2011 e -47,9% nei primi sei mesi del 2012 i mutui erogati alle famiglie per l'acquisto di abitazioni). A cio' si aggiunge un ulteriore inasprimento del carico fiscale derivante dall'IMU. Al contrario, i dati mostrano che esiste una domanda insoddisfatta: dal confronto tra abitazioni messe in cantiere e nuove famiglie, risulta infatti un indicatore di fabbisogno potenziale di circa 596.000 abitazioni.
Ad aggravare la situazione vi e' anche la stretta creditizia che a giugno 2012 ha raggiunto il livello piu' alto dall'inizio della crisi. Nel complesso, i finanziamenti a medio-lungo termine per l'edilizia abitativa sono calati del 38,2%, nel periodo 2007-2011, mentre i prestiti per l'edilizia non residenziale sono diminuiti del 44,3%. Tutto cio' mentre continua ad aumentare la domanda di credito da parte delle imprese.
Un ulteriore fenomeno che determina una situazione di estrema sofferenza per le imprese che realizzano lavori pubblici e' quello dei ritardati pagamenti. Ammonta a 19 miliardi di euro la somma che la PA deve restituire alle imprese di costruzione ed e' in costante crescita. Anche i tempi aumentano: in media le imprese che realizzano lavori pubblici sono pagate dopo 8 mesi e le punte di ritardo superano ampiamente i 2 anni.
Ad aggravare la situazione vi e' anche la stretta creditizia che a giugno 2012 ha raggiunto il livello piu' alto dall'inizio della crisi. Nel complesso, i finanziamenti a medio-lungo termine per l'edilizia abitativa sono calati del 38,2%, nel periodo 2007-2011, mentre i prestiti per l'edilizia non residenziale sono diminuiti del 44,3%. Tutto cio' mentre continua ad aumentare la domanda di credito da parte delle imprese.
Un ulteriore fenomeno che determina una situazione di estrema sofferenza per le imprese che realizzano lavori pubblici e' quello dei ritardati pagamenti. Ammonta a 19 miliardi di euro la somma che la PA deve restituire alle imprese di costruzione ed e' in costante crescita. Anche i tempi aumentano: in media le imprese che realizzano lavori pubblici sono pagate dopo 8 mesi e le punte di ritardo superano ampiamente i 2 anni.
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