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sabato 1 dicembre 2012

LICEO DIAZ: UN ESEMPIO DA SEGUIRE

La piccola rivoluzione del Liceo Diaz
==============================================L’iniziativa, decisamente inusuale, rappresenta una vera e propria rottura rispetto alle tradizionali formule che da anni caratterizzano occupazioni, autogestioni, cogestioni e assemblee permanenti.====================================

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Anche il Liceo Scientifico Armando Diaz, come molti istituti scolastici in Italia, è in agitazione per le ultime riforme con le quali si vorrebbe modificare la struttura dell’istruzione pubblica nel Bel Paese. Fin qui, oggettivamente, nulla di particolare ed esaltante da raccontare. Tuttavia, lo storico liceo casertano, grazie all’accordo tra i rappresentanti degli studenti, i docenti ed il dirigente scolastico, l’Ing. Luigi Suppa, ha deciso di sfruttare l’assemblea permanente indetta nell’Istituto per organizzare una visita alla Reggia di Carditello per questo sabato 1 dicembre.

Come noto, il monumento borbonico dal valore incalcolabile, ha già partecipato a diverse aste e sarà nuovamente a rischio vendita nei prossimi mesi. L’intento della mobilitazione che vedrà uniti studenti ed insegnanti è che è stata fortemente voluta dal preside Suppa (in questo caso molto abile ad intercettare le istanze degli alunni e a farle convergere verso una manifestazione dal grande valore civile), servirà a chiedere ancora una volta la sospensione delle aste ed il recupero del bene con uno sforzo proveniente dagli enti pubblici e non da imprevedibili e potenzialmente malavitose mani private.
Il Liceo Scientifico Diaz, in questa specifica occasione, ha dunque dimostrato di saper valorizzare al meglio i fenomeni di scontento e di protesta della base studentesca e di riuscire a portarli anche all’esterno dell’istituto, per dare sostegno a rivendicazioni d’interesse collettivo che non sono legate esclusivamente al mondo scolastico.
I liceali di Palermo ristrutturano le proprie aule durante l’occupazione, quelli casertani si mobilitano per evitare la (s)vendita del patrimonio pubblico locale dopo aver indetto l’assemblea permanente. Due esempi, entrambi provenienti dal Sud italia, che suggeriscono una maggiore consapevolezza con la quale si vestono le proteste studentesche e quelle del corpo docente.

DIBATTITI E CONFRONTI CON GIORNALISTI ED IMPRENDITORI
E proprio al liceo A. Diaz, nel pomeriggio di sabato primo dicembre, grazie alla collaborazione tra il direttivo studentesco (coi rappresentati Antonio VozzaRaffaele Giovine e Ivan Santinelli) ed i giornalisti di you-ng.it, organizzerà una serie di incontri e dibattiti sui temi riguardanti le forme alternative d’istruzione ed approccio didattico (cone le analisi delle teorie del prof. Ken Robinson), le evoluzioni del mondo del lavoro ed il potere della conoscenza. I confronti. saranno organizzati alla presenza di una platea mista di studenti ed insegnati e serviranno, per dirla con le parole di Antonio Vozza, “a dare l’opportunità a noi ragazzi di uscire arricchiti da questa esperienza di protesta, evitando di lasciare all’esterno dell’istituto l’idea che il nostro malcontento sia strumentale ed utile solo a farci saltare qualche giorno di scuola prima delle feste natalizie”.

UN SEGNALE DI GRANDE CONSAPEVOLEZZA
L’iniziativa, decisamente inusuale, rappresenta una vera e propria rottura rispetto alle tradizionali formule che da anni caratterizzano occupazioni, autogestioni, cogestioni e assemblee permanenti. Le porte delle scuole in protesta, infatti, si aprono ed accolgono quelle che restano comunque forme alternative d’accrescimento culturale ed umano. I rappresentanti degli studenti si preoccupano di trovare modi diversi e sicuramente preziosi ed intelligenti per valorizzare al meglio la sospensione dell’attività didattica regolare e lo fanno spinti da una nuova coscienza del reale pericolo vissuto dalle nuove generazioni.

Un segnale forte di discontinuità che arriva dai più giovani. Un modo per informarsi e confrontarsi sui temi principali della contemporaneità troppo spesso dimenticati o affrontati con superficialità. Si spera quindi che gli organi di stampa, solitamente molto più attratti da fatti di cronaca poco felici che da eventi densi di filosofia positiva e rivoluzionaria, vorranno rilanciare l’iniziativa promossa dagli studenti del Diaz. E gli altri licei? Riusciranno a prendere esempio?

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