Pagare le Tasse nell'attuale contesto d'illegalità europea
Roma – Tutti noi, membri della stessa realtà sociale, viviamo e cresciamo quotidianamente sotto una malsana cappa mediatica a dir poco asfissiante. Una sorta di cortina fumogena perenne, costellata da bugie e luoghi comuni che ingenerano nel cittadino medio la "giusta e nobile" consapevolezza di dover pagare le tasse. Ma a ben vedere, dando per scontato il fatto che le imposte da noi versate siano un reale contribuito per la comunità d’appartenenza, si commette un terribile errore. Per il vero, al giorno d’oggi, i contributi versati sono interamente destinati a paesi esteri, i quali ormai da decenni, tiranneggiano sull’economia dei paesi indebitati (qual è il nostro), nel famigerato nome del "divino" debito pubblico internazionale.
La favoletta del debito, per addormentare i "piccoli" Italiani
Andando a spulciare i dati relativi all’innalzamento di tale indice negli ultimi trent’anni di storia del Paese, si può prendere atto individualmente della gravità della situazione. Questi registri, consultabili liberamente on-line, danno una chiara panoramica su come l’economia italiana si sia gradualmente cacciata in un vicolo cieco. Complice primaria – ovviamente – la "Truffa dell'Eurozona" inaugurata nel 2002 dall'amato Romano prodi. Ma non solo. La truffa legalizzata – come bene sapeva il professor Giacinto Auriti – in Italia è partita in Grande stile all'inizio degli Anni Ottanta. Premesso – ovviamente – che la stessa unità "massonica" italiana fu già una truffa di per sé, protesa a terzomondializzare il Mezzogiorno ed a favorire gli interessi dei paesi anglofoni e delle masso-mafie piemontesi. E questa è storia! (vedi articolo in allegato – sul dramma delle ferrovie Sud).
La Nascita della "Comunità Europea" e i Poteri Forti
Nel 1957 i Trattati di Roma, contrariamente a quanto si pensi, proiettarono l'Italia in una sorta di lungo cammino verso il baratro "coloniale" sotto l'egemonia di Usa, Nato e super-lobby bancarie (specie ebraiche). Infatti dapprima la nascita della Ceca (Comunità Economica Carbone e Acciaio), e successivamente i primi accordi di libero scambio intervenuti nelle varie tappe evolutive del "misterioso ed ambiguo" progetto chiamato "Comunità Economica Europea" (vedi articoli in allegato – "Il Piano Kalergi") diedero un impulso irrefrenabile al cancro liberista, cominciando a favorire – per contro – un pericoloso processo di accentramento di risorse e poteri nelle mani di un organo sovranazionale, controllato dai poteri forti e dal sistema bancario internazionale: un sistema che potremmo definire pseudo-stalinista (attingendo dalla storia dei primi decenni del Novecento) a sua volta controllato – come ormai ben noto – da famiglie e dinastie bancarie "illuminate", innominate ed "innominabili" come Rothschild, Rochefeller ed altre. Quelli che ad oggi – in pratica – sono i reali ed effettivi "proprietari universali" di nazioni, governi e popoli, anche se tali nomi curiosamente non compaiono in nessun quotidiano o Tg nazionale ed occidentale. Come mai? Come – d'altra parte – l'argomento non sembra interessare a nessuno dei nostri attuali politici.
La Svalutazione della lira ci tirò fuori dalla "crisi" del Kippur
Durante gli anni ’70, poi, a seguito del conflitto arabo-israeliano e del conseguente innalzamento del prezzo del petrolio, il Paese incontrò un primo, imponente scoglio, superato, allora, solo grazie alla svalutazione della moneta. La nostra cara, vecchia mamma Lira. Come dimenticarla? Il progresso tecnologico unito al genio italico, contribuirono, poi, alla ripresa economica, almeno fino ai primi anni Ottanta. Successivamente, durante l’era Craxi – che a ben vedere ha dominato il quadro politico dalla morte di Aldo Moro fino al caso mani-pulite – l’indice del debito pubblico schizzò dal 60esimo al 105esimo punto percentuale sul PIL: anche a causa delle ben note magagne del Partito Socialista Italiano, e non solo…
"Venduti" – L'Inizio della Fine del "Sogno Italiano"
Se allora poteva intravedersi qualche spiraglio di luce, lo scandalo che travolse politica e magistratura nel 1992; il Sacco del Britannia (vedi articoli in allegato) e la conseguente privatizzazione di Bankitalia (Vedi Decreto Carli-Amato del 1992 –approfondimenti negli articoli in allegato) condannarono definitivamente l’Italia ad uno stato di perenne schiavitù. China intrapresa già tra 1981 e 1982 in seguito alla perdita della nostra sovranità finanziaria (legata ai titoli di stato) favorita e suggellata dalle distruttive politiche perseguite da uomini come Carlo Azeglio Ciampi e Beniamino Andreatta (vedi allegati) in favore della speculazione estera. Il Tesoro permise agli avvoltoi esteri di aver libero accesso all'acquisto del debito italiano ad interessi da usura (specie a quelli anglofoni: padroncini arroganti che fin dagli Anni Trenta tentarono di mettere le mani sull'Italia in maniera definitiva, reiterando con maggior furore "l'impresa" del 1861) . Ma questo, ovviamente, i TG (che camuffano ed occultano ancor oggi questi golpe finanziari spacciandoli per"crisi economiche", magari cicliche) si guardano bene dal dirlo.
Il frutto del nostro lavoro a Ue, Nato, Usa, Germania e Inghilterra
Risulta chiaro, pertanto, come le nuove generazioni siano state private d’un degno avvenire. Proprio come un pesce rosso, prigioniero in una bolla di vetro, così i ragazzi del ventunesimo secolo si vedono serrati in un sistema che chiaramente non gli appartiene, costretti a destinare il 130% dei loro guadagni ad entità sovranazionali quali Unione europea e NATO (vedi guerre coloniali in Medioriente) ed a paesi quali Stati Uniti, Germania, Inghilterra. Chi prova a spezzare le proprie catene, rappresentate oggi dai mostri Equitalia, Fondo Monetario Internazionale e Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) costringe se stesso, proprio come un pesce che rompe la bolla, ad una lenta e dolorosa asfissia. Alla luce di ciò – ci chiediamo – pensate ancora sia giusto pagare le tasse che oggi la casta unita ci chiede di corrispondere prontamente e senza fiatare? (continua…)
Sergio Basile, Giovanni Antonio Fois
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