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lunedì 28 ottobre 2013

COME SALVARE L'ITALIA SEGUENDO LA STRADA UNGHERESE

Un lettore mi ha chiesto di scrivere dell'Ungheria, o meglio: della cacciata del Fondo Monetario Internazionale dall'Ungheria (per decisione del governo Orban) e della riappropriazione della Banca centrale ungherese da parte dello Stato. Che significa? Vuol dire che ora il governo può decidere autonomamente le politiche monetarie ungheresi, a partire dalla svalutazione continuando con la definizione dei tassi d'interesse per concludere con l'incremento o il decremento del debito pubblico.

Stupore! Ma è possibile farlo?

Certamente. Quando esisteva la Banca d'Italia quale banca di emissione della valuta italiana, la lira, accadeva che il governo potesse decidere la politica dei cambi della lira, le scelte di mercato, il valore dei tassi d'interesse.

Il Governatore della Banca d'Italia e il ministro delle Finanze - ovviamente per interposta persona del Presidente del Consiglio - dialogavano. E decidevano.

L'Ungheria, quindi, non sta facendo nulla di particolarmente diverso da quanto accadeva in italia prima dell'euro. Lo stesso, identico meccanismo vige tuttora in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Giappone, in Russia, in Canada, in India, in Cina... mi fermo. E' praticato dappertutto, tranne che negli Stati finiti nella tagliola dell'euro e della Bce.

Detto questo, che fare? Come salvarsi?

Il punto, il fulcro attorno a cui ruota qualsiasi ragionamento al riguardo dell'italia indebitata oramai a livelli mostruosi è uno solo: l'italia ha emesso titoli di Stato in euro e quindi, se uscisse dall'euro, i famosi "mercati finanziari internazionali" aggredirebbero questi titoli italiani portando in men che non si dica il Paese al default.

A parte il fatto che al default stile Cipro-Grecia l'italia ci sta andando comunque al galoppo, voglio entrare nel merito di questo ragionamento e aggiungo un dato: l'FMI e altri hanno già detto che per "salvarsi" l'italia deve applicare una feroce patrimoniale sui risparmi liquidi dei cittadini. Hanno parlato del 10-20% dei depositi e delle ricchezze liquide anche in titoli.

Perfetto.

Ora, aggiungo un altro dato: i titoli di Stato italiani sono posseduti solo per 600 (circa) miliardi di euro dal "mercato finanziario mondiale". Il grosso è nelle mani di banche e privati cittadini di questo Paese.

Se invece tutto l'ammontare dei titoli di Stato italiani fosse all'interno dei confini dell'italia, bè, allora la minaccia, il ricatto del default che la speculazione internazionale ha pronto, rimarrebbe lettera morta, perchè non avrebbe mezzi per essere messo in atto.

Ed ora, la soluzione: applicando la patrimoniale suggerita (leggi: imposta) dall'FMI, lo Stato otterrebbe una somma oscillante tra i 500 e gli 800 miliardi di euro. Bene, facciamola, questa benedetta patrimoniale! 

Ma con un esito diverso da quello che vorrebbero gli squali dell'oligarchia bancaria europea e della UE: l'immenso capitale drenato che sia usato per acquistare i titoli di Stato italiani detenuti da banche e istituzioni straniere. E poi che questi titoli siano dati ai cittadini che hanno subito la patrimoniale, restituendo loro sotto forma di titoli di Stato il denaro drenato dai loro depositi.

Fatto ciò, usciamo dall'euro e riappropriamoci della libertà valutaria. 

Si noti che seguendo questo percorso, gli italiani non perderebbero nulla. E' molto probabile che non sarebbero felici della patrimoniale, ma se non altro non sarebbe un furto, piuttosto uno scambio.

E i vantaggi del ritorno alla valuta sovrana? Enormi. Ma meritano un altro articolo. Lo scriverò. Presto.


di max parisi
fonte: Il Nord

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