La Lagarde, conformazione liberista ultraortodossa, francese con formazione 100% nordamericana, nei giorni scorsi era in vena poetica. Tralasciando l'abituale oscura ed astrusa neolingua, si permise di usare la facile metafora del cartellino rosso esibito dagli arbitri per espellere i giocatori. Insomma, minaccia di passare alle vie di fatto contro il Paese sudamericano, indicato da molti come un possibile modello per uscire dalla crisi evitando le forche caudine del FMI.
La Cristina argentina ha replicato a muso duro che "..l'Argentina non è un campo di calcio e la crisi internazionale non è una partita ma la peggior crisi dagli anni 30.
Il ruolo del presidente della FIFA è stato più soddisfacente di quello svolto dai massimi dirigenti del FMI".
Qui ha ricevuto applausi a scena aperta dalla platea, fatto abbastanza raro nelle assemblee dell'ONU. Non è dato sapere se la Presidente Cristina abbia elogiato intenzionalmente a Blatter che gode di una pessima reputazione in Sudamerica. Più probabile che abbia indirettamente insinuato: il FMI ha agito tanto male che è persino peggiore della FIFA.
"Per alcuni, noi saremmo un brutto esempio, però è bene che ricordino che l'Argentina ha pagato gli azionisti più della ENRON. Di ogni 100 dollari di debito, la multinazionale dell'energia ENRON ne ha pagato 1, noi ne abbiamo versati finora 20". Poi ha criticato chi vorrebbe curare i problemi del mondo con le stesse ricette che li hanno generati, puntando il dito contro i Paesi industrializzati che "..ci denunciano come protezionisti quando siamo stati vittime del protezionismo che ha danneggiato le nostre economie e l'inclusione di milioni di cittadini".
di Alba Kahn
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