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venerdì 14 settembre 2012

RIFLESSIONE...PER I VOSTRI COMMENTI 14/9/2012

New economy, grande rete, commercio elettronico, insomma nuove tecnologie che “rivoluzionano” l’esistenza. 
In una frase: nuovo ordine mondiale. 

Eppure il divario tra chi possiede ed accumula sempre più e chi non ha nulla, aumenta a dismisura. Nella società cybernetica lo spartiacque non è solo più il possesso, ma anche l’accesso. Il divario tra i paesi ricchi e quelli poveri (sempre più depredati di risorse e materie prime) diventa sempre più grande, consolidando un isolamento sempre maggiore. 

Nell’era dell’accesso per l'industria non è tanto importante vendere un prodotto quanto poter gestire, commercializzare e comprare il nostro tempo. Inquietante vero? 
Ma siamo già immersi fino a collo in questa deriva. 

In altri termini: il sistema di potere compra il tuo tempo. 

Il pericolo incombente? 
La cultura stessa diventa una “risorsa” che noi utilizziamo, sfruttiamo e trasformiamo in business. Ossia, la cultura viene trasformata in ossessivo intrattenimento. 
E’ possibile sopravvivere in un mondo dove le relazioni vengono com-mercializzate, dove il nostro tempo viene comprato a poco prezzo? Io credo di no. 
Il 62 per cento della popolazione mondiale non ha mai fatto una telefonata e il 40 per cento non ancora la possibilità di usare l’energia elettrica. 

In realtà la new economy è stata fabbricata per una parte minoritaria dell’umanità: un 20 per cento di popolazione che può permettersi di trascorrere, senza difficoltà, dal mondo reale a quello virtuale. 

Non a caso miliardi di persone muoiono di fame, per sete e a causa di malattie facilmente curabili. E il sistema non muove un dito: il sistema ha creato queste condizioni di sterminio lento ma inesorabile. 
Qual è il fine della guerra ambientale in corso? Semplice: una drastica riduzione della popolazione mondiale. 
E' in corso da tempo una sempre più virulenta selezione della specie umana. 

Già, ma chi se n'è accorto, se incombono distrazioni e distorsioni continue? 
Gli eventi più pericolosi sono banalmente sotto gli occhi delle masse abbindolate. Apriti cielo.

di Gianni Lannes

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