Cosa sia l’European Council on Foreign Relations (ECFR) lo possiamo leggere direttamente sul sito ufficiale dell’organizzazione:
L’ECFR è il primo think-tank pan-europeo. Fondato nell’ottobre 2007, il suo obiettivo è quello di condurre la ricerca e promuovere un dibattito informato in tutta Europa per favorire lo sviluppo di una politica estera efficace e coerente fondata sui valori europei. Esso è indipendente e non ha alcun collegamento con le istituzioni dell’Unione europea.
I membri fondatori sono politici, intellettuali, economisti, imprenditori e attivisti. Insomma, la solita élite illuminata.
L’ECFR ha uffici in sei delle maggiori capitali europee: Londra, Parigi, Roma, Berlino, Madrid e Sofia.
E’ guidato dal direttore Mark Leonard e dall’Amministratore delegato Dick Oosting.
L’ECFR riunisce oltre 150 “autorevoli” ed “influenti” europei provenienti dai 27 paesi che fanno parte dell’UE.
Ufficialmente è un’organizzazione privata non a scopo di lucro finanziata attraverso donazioni. Fondato con il supporto della Open Society Foundations, della Communitas Foundation e dalla Fundación Para las Relaciones Internacionales y el Diálogo Exterior, tra i suoi partner e finanziatori ci sono fondazioni, grandi imprese, governi ed individui privati.
Prima di andare avanti nella descrizione dell’ennesimo circolo di potenti, è necessario chiarire l’oscuro e poco conosciuto concetto di pan-europa.
Storia e origini del pan-europeismo.
Il Movimento Pan-europeo è un’associazione fondata nel 1922 a Vienna da Richard Nikolaus Coudenhove-Kalergi (1894-1972), aristocratico austro-ungherese. Egli era il portavoce della Sinarchia in Europa e discendeva da nobili famiglie europee: la nonna, Maria Kalergi, era amica di Bismarck, Heine e Wagner, alcuni dei maggiori esponenti della élite dell’epoca, e proveniva dalla dinastia imperiale bizantina dei Focas, mentre il nonno, Franz Coudenhove, diplomatico al servizio della Francia, era di antica nobiltà brabantina.
Kalergi nacque a Tokio, dove il padre era ambasciatore, da una principessa giapponese. Pur essendo cittadino francese, scelse di vivere a Vienna, dove si laureò in filosofia nel 1917 e dove sposandosi con Ida Roland, stella del teatro di origini ebraiche, evitò il servizio militare.
Nel 1919 egli iniziò ad interessarsi al progetto di un nuovo ordine internazionale, concepito come federazione di nazioni, ispirandosi agli Stati Uniti d’America. L’idea di federazione è fondamentale per i mondialisti. Si tratta di una unione di Stati che rinunciano alla loro sovranità in favore di un potere centrale. E’ uno dei pilastri portanti del così detto Nuovo Ordine Mondiale.
Ergo, il primo passo sarebbe stato la creazione di una Europa unita, la Paneuropa. Così, iniziò una collaborazione con giornali e riviste e, agli inizi del 1923, scrisse la bibbia del Movimento Paneuropeo, il manifesto per eccellenza, “Pan-Europa” (oggi edito in Italia dalla casa editrice “Il Cerchio”).
Il simbolo dell’unione pan-europea è una croce rossa che sovrasta un sole d’oro.
“La croce rossa delle crociate del Medioevo è il simbolo più antico dell’unione europea sovrannazionale. Oggi essa è diventata l’emblema dell’umanitarismo internazionale. Il sole rappresenta lo spirito europeo il cui irraggiamento ha illuminato il mondo intero. La civiltà greca e la civiltà cristiana – la croce di Cristo sul sole di Apollo – fondano il fondamento durevole della cultura europea”.[R. C. Kalergi, J'ai choisi l'Europe, Paris, Ed. Plon, 1952, p. 116]
“Il sogno di Komensky (Comenius) e di Nietzsche, la concezione di Kant, il desiderio di Bonaparte e di Mazzini, gli Stati Uniti d’Europa, saranno realizzati dal Movimento Paneuropeo. Sotto il segno della croce solare, in cui si alleano il sole dei Lumi e la Croce Rossa dell’umanità internazionale, l’idea paneuropea vincerà contro la meschinità e l’inutilità di ogni politica distruttrice e campanilistica”.[R. C. Kalergi, Storia di Paneuropa, Milano Nuova, s.d., pp. 56-57]
Il simbolo è praticamente identico all’insegna del Gran Maestro dei Rosacroce. Coincidenza? Non proprio, in quanto Kalergi era un massone, iniziato nel 1922 alla loggia Humanitas, all’Oriente di Vienna.
Inoltre, faceva parte del B’nai B’rith, l’alta massoneria riservata solo ad uomini di origine ebrea [Code, n° 12/1993, Leonberg, Verlag Diagnosen].
Kalergi era in stretti ed ottimi rapporti con l’oligarchia finanziaria. Per sua stessa ammissione il nascente movimento fu generosamente finanziato da Max Warburg con 60 mila marchi d’oro[R.C.Kalergi, Storia di Paneuropa, cit., p.69].
A questo punto il “progetto paneuropa” inizia a girare il mondo, raccogliendo proseliti ed adesioni a dir poco celebri:
Hjalmar Schacht, membro della Gran Loggia di Prussia, uomo dell’alta finanza di Wall Street presso Hitler e futuro presidente della Reichsbank;
Konrad Adenauer, sindaco di Colonia, uno dei fondatori della democrazia cristiana tedesca;
Edward Benes, massone, ministro degli Affari Esteri cecoslovacco e presidente della Società delle Nazioni nel 1935;
Sean Mac Bride, futuro fondatore di Amnesty International, membro dell’Ordo Templi Orientis (OTO);
Karl Haushofer, teorico dello spazio vitale di Hitler, anch’egli membro dell’OTO;
Benito Mussolini, il dittatore fascista italiano, unito a Kalergi dal comune e confesso discepolato nietzschiano [R.C.Kalergi, Storia di Paneuropa, cit., pp. 24-25];
E tutto il sancta sanctorum della cultura europea: Paul Valéry, Thomas Mann, Rainer Maria Rilke, Stefan Zweig, Albert Einstein, Sigmund Freud;
Con l’aiuto dell’amico William Stead, membro fondatore della Round Table britannica e membro della Fabian Society, riuscì ad introdurre la causa “paneuropa” nell’establishment inglese. Nei suoi viaggi in Gran Bretagna e negli Stati Uniti d’America incontrò eminenti personalità dell’epoca come Herbert Hoover (Presidente degli USA e membro del CFR), Owen Young(economista e membro del CFR), Bernard Baruch (il finanziare israelita membro della Pilgrims’ Society e del CFR, che nel 1919 rappresentò gli Stati Uniti a Versailles).
Con il sostegno di questi potenti e onnipresenti personaggi, Kalergi fondò il “Comitato di Cooperazione Americana dell’Unione Paneuropea“. Tra i membri più conosciuti possiamo elencare:
Peter Duggan, direttore del Counsil on Foreign Relation (CFR);
Felix Frankfurter, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America;
Paul e Felix Warburg, banchieri statunitensi di origine tedesca, tra i fondatori del Federal Reserve System;
John W. Davis, membro del Partito Democratico statunitense e della Pilgrims’ Society;
Nicholas Murrey Butler, capo del British Israel, del CFR, della Round Table e membro della Pilgrims’ Society.
Nell’Ottobre del 1926, si tenne a Vienna il primo congresso dell’Unione Paneuropea, presieduto da Edward Benes, da Joseph Caillaux (ex Primo Ministro di Francia), da Paul Loebe (Presidente del Reichstag) e da Francesco Nitti (economista, ex Presidente del Consiglio del Regno d’Italia e massone).
Per gli Stati Uniti era presente il tesoriere del CFR, Frederick H. Allen, per il Regno Unito Alan Watts, membro del RIIA, mentre la democrazia russa era rappresentata dall’ex Presidente del Consiglio, il massone israelita Alexander Kerenski.
In totale vi erano duecento delegati rappresentanti 24 nazioni. Non male per essere l’inizio.
Come già accennato, in Italia, il movimento faceva capo a Francesco Nitti. Al suo fianco vi erano anche Benedetto Croce e il conte Carlo Sforza, membro del Comitato del Centro Europeo dellaFondazione Carnegie, massone e mondialista di spicco.
Proprio Carlo Sforza, ebbe a scrivere su Foreign Affairs (rivista del CFR):
“Non dobbiamo sorprenderci della durata della crisi causata dalla generazione del 1914. La guerra del 1914-18 e il penoso armistizio che ha durato fino al 1939 non erano che le tappe di una rivoluzione e le rivoluzioni durano a lungo. La natura di tale rivoluzione è ora chiara. Noi siamo i testimoni, e nel contempo le vittime, della fine del nazionalismo[...]. La nostra rivoluzione, dunque, è il crollo del dogma del nazionalismo “.
Mentre Francesco Saverio Nitti teneva corsi e conferenza sul federalismo presso il Libero Collegio di Scienze Sociali di Parigi. Insieme a lui vi era anche Pavel Miliukov, uno degli artefici della caduta dello zae nel 1917, intimo del banchiere Jakob Schiff, colui che ha finanziato la rivoluzione russa.
Tra i grandi sostenitore dell’iniziativa di Coudenhove-Kalergi, vi erano il cancelliere austriacoIgnaz Seipel, il ministro degli Esteri francesce Aristide Briand e l’economista Jean Monnet(entrambi massoni) che spingevano per la divisione del mondo in cinque macroaree: pan-sovietica, pan-europea (esattamente: euro-africana), pan-britannica, pan-americana e pan-asiatica.
E’ proprio Briand, per molti anni fu presidente onorario dell’Unione Pan-Europea, nel Settembre del 1929 propose alla Società delle Nazioni una Federazione degli Stati Europei in cui prefigurava un’unificazione europea. L’assemblea gli diede mandato per presentare un memorandum per l’organizzazione di Unione Federale Europea che non avrebbe tuttavia mai visto la luce, a causa dello scatenarsi della Seconda Guerra Mondiale.
Durante il conflitto Kalergi non rimase con la mani in mano. Prese contatti con Otto d’Asburgo e insieme misero le basi per l’Assemblea Costituente Europea. Nel 1947, a guerra conclusa, venne convocato a Gstaand, in Svizzera, il primo Congresso dell’Unione Parlamentare Europea dove si ottenne la formazione del Consiglio d’Europa e di una Assemblea Parlamentare, primo abbozzo dell’attuale Parlamento Europeo.
Otto d’Asburgo, il figlio dell’imperatore austriaco e re d’Ungheria Carlo I, raccoglierà l’eredità della Pan-Europa dopo la morte di Kalergi, continuando con la promozione del progetto, insieme alla figlia Walburga d’Asburgo-Lorena, membro del Parlamento di Svezia e dell’OCSE, e di Bernd Posselt politco tedesco, responsabile del progetto Pan-Europa in Germania. Si, perchè l’Unione Paneuropea Internazionale conta ad oggi sedi in quasi tutti i Paesi europei.
Nel 2004 Otto d’Asburgo ha lasciato la presidenza ad Alain Terrenoire, noto politico francese e responsabile della sezione transalpina della Pan-Europa. Otto d’Asburgo occupa la carica di Presidente Onorario dell’Unione Paneuropa Internazionale (UPI) nonostante sia deceduto nel 2011.
Ovviamnete, l’UPI è presente e attiva in Italia con – Paneuropa Italia -.
L’attuale Presidente nazionale è Benedetto Tusa, noto e affermato avvocato milanese, che ha partecipato tra l’altro al processo di appello sulla Strage di Piazza Fontana a difesa di Giancarlo Rognoni, estremista di destra, fondatore e leader del gruppo neofascista milanese “La Fenice“.
Il Presidente Onorario è la dott. Adriana Usiglio, mentre il Segretario è il Dott. Pietro Polese, esperto di comunicazioni al soldo della Commissione Europea.
Il programma della Pan-Europa.
Il progetto originario di Kalergi prefigurava come imprescindibili i seguenti punti:
1. È necessario che questa unione sia una confederazione europea con una garanzia reciproca di delegazione legale della sovranità. I governi devono, in altre parole, essere sicuri che la cessione di sovranità avverrà in egual misura per tutte le parti.
2. Per gestire i conflitti tra gli stati membri, sarà necessaria una corte federale europea.
3. Un esercito europeo, un’alleanza militare, che raggruppi contingenti dei diversi paesi, per garantire la pace a livello continentale.
4. Un’unione doganale progressiva.
5. Un’unificazione delle colonie. Sfruttamento a livello europeo.
6. Progetto di moneta unica.
7. Rispetto della diversità delle culture europee e delle molteplici civilizzazioni nazionali.
8. Rispetto e protezione delle minoranze nazionali.
9. Una buona ed efficace collaborazione nel quadro della Società delle nazioni.
Alla luce dei fatti odierni, mi sento di affermare che è il progetto di Pan-Europa è vicino al suo completamento. Come potete da voi verificare ogni punto prefissato è divenuto realtà.
Dal 1952 abbiamo una Corte di Giustizia dell’UE; dal 2002 abbiamo l’Euro, la moneta unica, strumento di lotta di classe e grimaldello per scardinare definitivamente gli Stati Nazione; dal 2004 è attiva sul territorio l’Eurogendfor, il primo corpo militare dell’UE ed embrione del futuro esercito degli Stati Uniti d’Europa; l’Europa è da sempre alla mercè della nuova Società delle Nazioni, l’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Quindi, cari lettori, il progetto “Europa Unita” viene da molto lontano. E’ stato partorito in ambienti aristocratici e nobiliari, ove non vi era nessun contatto con il popolo. E’ da sempre un obiettivo dei potentati europei. Basta cercare nelle varie organizzazioni per trovare i discendenti delle casate reali che dominavano il continente europeo nei secoli scorsi. Circoli occulti e semisegreti hanno tramato e indirizzato gli avvenimenti storici in modo da promuovere la nascita degli Stati Uniti d’Europa, tanto acclamati anche oggi dai poteri finanziari e della massoneria.
L’organigramma dell’European Council on Foreign Relation.
Come abbiamo inizialmente accennato, l’Europen Council on Foreign Relation è una organizzazione elitaria che mira dichiaratamente all’obiettivo dalla Pan-Europa.
Il direttore dell’ECFR è Mark Leonard, giornalista esperto in geopolitica. Scrive una rubrica quindicinale sui temi europei e globali per Reuters.com. In precedenza, a soli 24 anni, è stato direttore della politica estera presso il Centre for European Reform e al Centre of Foreign Policy, think-tank fondato sotto il patrocinio del ex primo ministro britannico Tony Blair.
Il World Economic Forum l’ha insignito del premio “Young Global Leader“. Offre consulenze a govrni, imprese e organizzazioni internazionali, indirizzandoli nella geopolitica mondiale, essendo specializzato in questioni globali. Pubblica regolarmente sul
Financial Times, New York Times, Le Monde, Süddeutsche Zeitung, El Pais, Gazeta Wyborcza, il New Statesman, The Daily Telegraph, The Economist, Time, e Newsweek.
Dick Oosting è invece l’Amministratore delegato. E’ avvocato ed ha molti anni di esperienza come attivista nel campo dei diritti umani e come collaboratore per le organizzazioni dei rifugiati in diversi paesi. E’ stato coordinatore della prima campagna di Amnesty International contro la tortura, per poi divenire vice-segretario generale dell’organizzazione umanitaria.
L’ECFR si riunisce una volta l’anno per discutere le sfide di politica estera. I membri sono nominati per un mandato di tre anni rinnovabile su invito del Consiglio dell’ECFR di fondazione. I gruppi di lavoro sono divisi in aree geografiche e tematiche. Lo scopo dei membri è quello di fornire consigli ai governi e contribuire alle attività all’interno dei loro paesi.
In pratica l’ECFR ha riunito un team di ricercatori illustri e professionisti provenienti da tutta Europa per promuovere “progetti innovativi”, l’obiettivo finale è la Pan-Europa.
Il Consiglio è presieduto da tre presidenti:
Martti Ahtisaari, ex Presidente della Finlandia, diplomatico delle Nazioni Unite e Premio Nobel per la pace del 2008.
Joschka Fischer, ex Vice-Cancelliere ed ex Ministro della Repubblica Federale di Germania con il partito dei Verdi.
Mabel van Oranje, olandese, moglie del principe Friso of Orange-Nassau (secondo figlio della regina Beatrice). Cofondatrice del Consiglio d’azione Europeo per la pace nei Balcani. Dal 1997, è direttore degli affari UE della “Open Society Institute” di Bruxelles, una delle fondazione del filantropo americano di origini ungheresi George Soros. E ‘membro del Forum mondiale di Young Global Leaders, l’ennesimo think tank e gruppo lobbistico che si propone di affrontare i problemi globali.
Fanno parte del Comitato esecutivo:
Emma Bonino, Vice-Presidente del Senato italiano ed ex membro della Commissione europea.
Karin Forseke, svedese, Presidente della Alliance Trust Plc. E’ stata per quasi dieci anni Amministratore della banca di investimenti Carnegie&Co..
Timothy Garton Ash, inglese, docente di Studi Europei all’Università di Oxford. Saggista e giornalista. I suoi saggi appaiono regolarmente nel New York Review of Books e i suoi articoli sulGuardian. Collabora periodicamente anche con il New York Times, al Washington Post, al Wall Street Journal, al The Globe and Mail e suoi contributi appaiono su la Repubblica.
Ivan Krastev, bulgaro, è il presidente del Centro per le Strategie Liberali. E’ membro permanente presso l’Istituto di Scienze Umane IWM a Vienna. Egli è un editore associato dellaWorld Europe e membro del comitato editoriale del Journal of Democracy e del giornale di transito – Europäische Revue. Collabora regolarmente con il Financial Time e con il Wall Street Journal.
Ana Palacio, politico spagnolo. E’ avvocato di formazione, specializzato in diritto internazionale ed europeo, l’arbitrato e la mediazione. Ex ministro degli Esteri di Spagna e membro del Consiglio di Stato, il supremo organo consultivo sulla legislazione e atti governativi. In qualità di membro delle Cortes spagnola, ha presieduto il Comitato misto per l’Unione europea nei due rami del Parlamento. E’ stato consulente e vice presidente della Banca mondiale e membro del Comitato Esecutivo e vice presidente all’Istituto per gli Affari Internazionali di AREVA. E’ membro dei consigli di amministrazione di diverse società, think tank e istituzioni pubbliche. E’ docente presso l‘Università di Yale.
Andrew Puddephatt, danese, è Direttore del Global Partners e Associates, un’organizzazione che promuove il buon governo, la democrazia e i diritti umani. E’ vicepresidente del Trust Sigrid Rausing. E’ un consulente di lunga data per l’UNESCO e l’UNDP.
Aleksander Smolar, polacco, è uno scienziato, politico e commentatore. Presidente della Stefan Batory Foundation e Vice Presidente del Collegio dei Docenti consultivo dell’Institut für die Wissenschaften vom Menschen’ a Vienna.
Javier Solana, è un politico spagnolo. Dal 1999 è l’Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune dell’Unione Europea e il Segretario Generale dell’Unione Europea Occidentale. Ex segretario generale della NATO. E’ presidente di ESADE Centro per l’Economia Globale e Geopolitica (Barcellona-Madrid). Egli è senior fellow in politica estera al Brookings Institution, famiglia Fisher Fellow presso la Harvard Kennedy School, presidente dell’Aspen Institute España, presidente onorario del Centro per il Dialogo umano (Ginevra), membro del consiglio di amministrazione del Gruppo di crisi internazionale e Human Rights Watch. E’ docente presso laLondon School of Economics, dove ha conseguito la Laurea Honoris Causa in dicembre 2010.
I membri italiani dell’ECFR sono i soliti noti in questi ambienti:
Giuliano Amato – ex Primo Presidente del Consiglio italiano; Presidente della Scuola Superiore Sant’Anna; Presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani; Presidente del Centro Studi Americani. Membro dell’Aspen Institute Italia e del Gruppo Bilderberg.
Maria Cuffaro – giornalista e conduttrice del TG3, RAI.
Massimo D’Alema – Presidente Italianieuropei Foundation; Presidente della Foundation for European Progressive Studies; ex Presidente del Consiglio e ex Ministro degli Esteri italiano. Membro dell’Aspen Institute Italia.
Marta Dassù – Sottosegretario agli Afferi Esteri. Membro dell’Aspen Institute Italia e direttore della rivista Aspenia.
Gianfranco Dell’Alba – Ex parlamentare europeo e delegato di Confindustria a Bruxelles.
Gianfranco Fini – Presidente della Camera dei Deputati ed ex Ministro degli Esteri italiano.
Emma Marcegaglia – Ex presidente di Confindustria e CEO della Marcegalia S.p.A..
Pasquale Salzano – Vice Presidente for International Governmental Affairs dell’ENI.
Stefano Sannino – Direttore generale aggiunto alle relazioni esterne della Commissione Europea.
Giuseppe Scognamiglio – Presidente Esecutivo e Vice Capo Dipartimento Affari Pubblici diUniCredit S.p.A..
Luisa Todini – Presidente della Todini Finanziaria S.p.A; Membro del Consiglio Di Amministrazione RAI.
Attualmente, il Consiglio di ECFR ha oltre 150 membri, ognuno dei quali è socio per tre anni al termine dei quali è possibile rinnovare la propria adesione.
Il Council si riunisce una volta l’anno. Alcuni membri del Consiglio formano varie task force geografiche e tematiche, che forniscono consigli e feedback allo staff di ECFR e assistono le attività di ECFR a livello nazionale.
Come opera l’ECFR.
Questo “pensatoio” europeista opera ufficialmente attraverso delle attività di ricerca.
I programmi di indagine inziali erano tre:
1) China
Lo scopo è analizzare le strategie politico-economiche tra l’Unione Europea e la Cina, in modo da sviluppare una strategia comune nei confronti di tematiche “globali” come l’energia, il riscaldamento climatico, lo sviluppo sostenibile, i diritti umani, la proliferazione nucleare e global governance.
Il programma pubblica il China Analysis, uno studio analitico trimestrale sulle questioni di politica estera inerenti alla Cina e Asia Centrale.
2) Wider Europe and Rule of Law
Questo campo di ricerca è dedicato alla diesamine delle relazioni che intercorrono tra l’Unione Europea e i vicini paesi dell’est, tra cui Russia e Turchia. Lo scopo è intavolare discussioni, attraverso cooperazione economica, militare e politica per promuovere la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto, risolvere conflitti e diminuire la dipendenza energetica dell’Europa.
L’obiettivo è mettere le basi per una futura adesione all’UE di tali paesi.
3) Democracy and Human Rights
Il fine di tale ambito è di capire come l’Unione Europea e i suoi paesi membri possano promuovere al meglio i valori della democrazia, dei diritti umani e della giustizia attraverso l’azione dell’Europa sulla scena globale.
Il programma pubblica un annuale Review of the EU and Human Rights at the UN.
Dal 2011 sono stati messi in opera due nuovi progetti:
4) Middle East and North Africa
La meta prefissa è di esaminare come l’Europa può rispondere in maniere costruttiva alle recenti rivoluzioni ed eventi in Nord Africa e Medio Oriente.
[All'interno del programma MENA, ECFR ha pubblicato tre policy memos – uno sull'Egitto, uno sull'Marocco e uno sulla Tunisia –ognuno dei quali è il risultato di visite sul campo in ciascuno dei tre paesi. ECFR ha inoltre pubblicato un briefing sulla Libia.]
5) Germany in Europe
Con tale progetto si aspira a promuovere un dibattito sul ruolo della Germania sulla scena europea e globale e di generare idee su come reintegrare le Germania nello sviluppo di un’Europa “assertiva” e “responsabile”.
Questo progetto è realizzato con il contributo della fondazione tedesca Stiftung Mercator. La fondazione, con una dotazione di € 107.800.000, prende il nome dal matematico, cartografo e teologo Gerhard Mercator. E’ stata costituita nel 1996 dalla famiglia Schmidt-Ruthenbeck, ricca famiglia di imprenditori della Rhur.
L’ECFR pubblica policy reports, briefs e memos che si possono scaricare gratuitamente dal sito del think tank.
Sempre dal 2011, tra le pubblicazioni periodiche, è stato aggiunto l’European Foreign Policy Scorecard, annuale resoconto della politica estera europea. Lo Scorecard misura la capacità dell’Europa nel riflettere la propria influenza su 80 temi di politica estera, raggruppati in sei gruppi tematici – relazioni con la Cina, relazioni con gli Stati Uniti, relazioni con la Russia, relazioni con i paesi ad Est, questioni multilaterali e crisis management.
Conclusioni.
A questo punto pare ovvio quale sia il ruolo del Consiglio Europeo per le Relazioni con l’Estero. Esso rappresenta il corrispettivo europeo del Council on Foreign Relation (CFR),
E’ il Ministero degli Esteri dell’Unione Europa e dei prossimi venturi Stati Uniti d’Europa.
Il consiglio è già a lavoro per iniziare a prendere credibilità presso le altre istituzioni mondiali.
Qui si prendono decisioni di grossa rilevanza politica e geo-strategica, svuotando e svilendo l’operato e il raggio d’azione dei ministeri nazionali.
Lo sforzo intrapreso da questo ente sovranazionale è quello di portare a compimento il progetto di Paneuropa.
L’annessione forzata degli Stati sovrani europei, come scrisse nelle sue memorie Jean Monnet, uno dei padri fondatori dell’UE (e come ha recentemente ricordato Mario Monti, Presidente del Consiglio italiano) avverrà attraverso una serie di gravi crisi.
Questo Nuovo Ordine Europeo darà l’avvio definitivo al più esteso progetto di Nuovo Ordine Mondiale.
“Avremo un governo mondiale, che vi piaccia o no. La sola questione che si pone è di sapere se questo governo mondiale sarà stabilito col consenso o con la forza”.- James Warburg, banchiere, di fronte al Senato USA, 17 febbraio 1950 -
Capito?
Questa crisi economica indotta e ampiamente prevista porterà l’Ue verso una unione politica e fiscale, la così detta Europa dei popoli. In caso contrario, come ha ricordato circa un anno fa la cancelliera tedesca Angela Merkel:
“Se cade l’euro cade l’Europa. Nessuno prenda per garantiti altri cinquanta anni di pace in Europa”.
E’ chiaro il messaggio?
La via è battuta, non ci resta che “scegliere” come vogliamo percorrerla.
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