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martedì 5 novembre 2013

L'AGENDA PER LA RIDUZIONE DELLA POPOLAZIONE MONDIALE

Mentre l’élite globale costruisce bunker sotterranei, mangia e nasconde in casseforti artiche semi biologici; i poveri del mondo muoiono lentamente di fame grazie ai prezzi elevati delle materie prime e per avvelenamento da cibo geneticamente modificato (OGM). Le misure di austerità destinate in gran parte ai poveri vengono imposte su tutte le nazioni del mondo. Eventi meteorologici diventano più micidiali e più frequenti delle guerre. Un AK-47 è disponibile per 49 dollari sui mercati dell’Africa occidentale. La campagna di spopolamento degli endogamici banchieri Illuminati accelera.


Nel 1957 il presidente Dwight Eisenhower, che in seguito avvertì sul “complesso militare-industriale”, incaricò un gruppo di scienziati di studiare il problema della sovrappopolazione. Gli scienziati avanzarono le Alternative I, II e III, sostenendo sia il rilascio di virus mortali che la guerra perpetua per ridurre la popolazione mondiale. La prima supposizione combaciava perfettamente con gli interessi farmaceutici dei Rockefeller. Secondo la rivista Nexus, i Rockefeller sono proprietari di metà dell’industria farmaceutica statunitense, che raccoglierebbe miliardi per sviluppare farmaci per “combattere” i prossimi virus mortali da diffondere.

Nel 1969 il Comitato Church del Senato scoprì che il dipartimento della Difesa USA (DoD) aveva chiesto un bilancio di decine di milioni di dollari dei contribuenti, per un programma per accelerare lo sviluppo di nuovi virus che prendessero di mira e distruggessero il sistema immunitario umano. I funzionari del dipartimento della Difesa testimoniarono al Congresso che avevano in programma di produrre “un agente biologico sintetico, un agente che non esiste in natura e per cui non potrebbe essere acquisita nessuna immunità naturale… ancor più importante è che potrebbe essere refrattario ai processi immunologici e terapeutici da cui dipendiamo per mantenere la nostra relativa libertà dalle malattie infettive.” L’House Bill 5090 autorizzò i fondi e l’MK-NAOMI fu gestita a Fort Detrick, nel Maryland. Da questa ricerca nacque il virus dell’AIDS usato contro gli “elementi indesiderabili” della popolazione. I primi virus dell’AIDS furono somministrati attraverso una massiccia campagna di vaccini contro il vaiolo in Africa centrale e meridionale, da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1977. Un anno dopo apparvero sui maggiori quotidiani statunitensi notizie che sollecitarono dei “promiscui volontari maschi gay” di prendere parte a uno studio sul vaccino contro l’epatite B.[1] Il programma mirava agli omosessuali maschi di età tra i 20 e 40 anni di New York, Los Angeles, Chicago, St. Louis e San Francisco. Fu somministrato dai Centri per il Controllo delle Malattie statunitensi che, come precedente ente del dipartimento di Sanità Pubblica degli Stati Uniti ad Atlanta, supervisionava gli esperimenti sulla sifilide di Tuskegee sui maschi afro-americani. [2]
San Francisco fu un obiettivo di numerosi esperimenti della CIA, a causa della sua elevata popolazione di cittadini di sinistra e gay, che gli Illuminati vedevano come “indesiderabili”. Secondo la dott.ssa Eva Snead, a San Francisco vi era uno i più alti tassi di cancro del Paese. Per anni il Malation, per primo sviluppato dai nazisti, fu spruzzato sulla città da elicotteri dell’Air Evergreen della CIA, la cui base in Arizona è utilizzata, secondo l’autore William Cooper, come centro di smercio della CIA della cocaina colombiana. La misteriosa malattia del legionario si verificava spesso a San Francisco e il programma di controllo mentale via acido della CIA, l’MK-ULTRA, era sempre basato lì. La forza intellettuale dietro l’introduzione dell’AIDS fu il Gruppo Bilderberg, che si era fissato sul controllo della popolazione, dopo la seconda guerra mondiale. L’autore Cooper diceva che il comitato per la politica dei Bilderbergers, ordinò al DoD d’introdurre il virus dell’AIDS. I Bilderbergers sono vicini al Club di Roma, fondata in una tenuta dei Rockefeller presso Bellagio, in Italia, ed è sostenuto dalla stessa Nobiltà Nera europea, che frequenti i vertici del Bilderberger. Uno studio del 1968 del Club di Roma propugnava l’abbassamento del tasso di natalità e l’aumento del tasso di mortalità. Il fondatore del club, il dott. Aurelio Peccei, fece una raccomandazione top-secret per introdurre un microbo che attaccasse il sistema auto-immunitario, e quindi sviluppare un vaccino profilattico per l’elite mondiale. [3] Un mese dopo, nel 1968, il Club di Roma incontrò Paul Ehrlich che pubblicò The Population Bomb. Il libro accennava a un piano di spopolamento draconiano. A pagina diciassette Ehrlich scrive: “Il problema si sarebbe potuto evitare con il controllo della popolazione… in modo che una ‘soluzione mortale’ non doveva esserci.” Un anno dopo nacque il MK-NAOMI. Peccei stesso, scrisse il tanto vantato rapporto del Club di Roma, Global 2000, che il presidente Jimmy Carter sostenne con la sconvolgente crociata della sua BCCI in Africa. Peccei scrisse nella relazione, “L’uomo è ora investito da inaudite ed enormi responsabilità, gettato nel ruolo di moderatore della vita sul pianeta, inclusa la propria”.
I Bilderbergers erano dietro la politica di spopolamento di Haig-Kissinger, forza motrice del dipartimento di Stato e controllata dal Consiglio di Sicurezza Nazionale. Pressioni furono applicate sui Paesi del terzo mondo per ridurre le proprie popolazioni. Coloro che non lo rispettarono videro l’aiuto statunitense trattenuto o furono soggetti al Piano Rosa di guerra a bassa intensità scontro obiettivi civili, soprattutto donne in età fertile. In Africa carestia e guerre furono incoraggiate. I fucili AK-47 potevano essere acquistati presso i mercati dell’Africa occidentale per meno di 50 dollari. Lo stesso nei mercati di Peshawar, Pakistan. Nel 1975, un anno dopo aver frequentato una conferenza del Club di Roma sul tema, il segretario di Stato Kissinger fondò l’Ufficio degli Affari sulla Popolazione (OPA). L’ufficiale dell’OPA latinoamericana, Thomas Ferguson, vuotò il sacco sulla sua agenda quando dichiarò: “C’è un unico tema dietro tutto il nostro lavoro, dobbiamo ridurre la popolazione. O lo facciamo a modo nostro, attraverso metodi pulite e morbidi, o avremo il tipo di disordine che abbiamo in El Salvador, o in Iran o a Beirut… Una popolazione fuori controllo richiede un governo autoritario, anche il fascismo, per ridurla… I professionisti non sono interessati a ridurre la popolazione per motivi umanitari… Le guerre civili sono un po’ estenuanti nel ridurre una popolazione. Il modo più rapido per ridurre la popolazione è con la fame, come in Africa. Entriamo in un Paese e diciamo questo è il vostro dannato piano di sviluppo, buttatelo e iniziate a guardare la vostra popolazione… se non lo fate… allora avrete un El Salvador o un Iran, o peggio, una Cambogia“. [4] Ferguson disse di El Salvador, “Per fare quello che il dipartimento di Stato ritiene un adeguato controllo della popolazione, la guerra civile (gestita dalla CIA), avrebbe dovuto essere notevolmente ampliata. Si dovevano trascinare i maschi nella lotta e uccidere un numero significativo di donne fertili, in età fertile. State uccidendo un piccolo numero di maschi e di femmine non fertili, non basta… Se la guerra continua per 30-40 anni, si potrebbe realizzare qualcosa. Purtroppo, non abbiamo troppi casi di questo tipo da studiare“.

Rapporto da Iron Mountain
Nel 1961, i funzionari dell’amministrazione Kennedy, McGeorge Bundy, Robert McNamara e Dean Rusk, tutti membri del CFR e del Bilderberger, crearono un gruppo di studio che aveva esaminato “il problema della pace“. Il gruppo si era riunito a Iron Mountain, un enorme rifugio antiatomico sotterraneo presso Hudson, New York, dove si trova il think tank del CFR, l’Istituto Hudson. Il bunker contiene uffici ridondanti, in caso di attacco nucleare, di Exxon Mobil, Royal Dutch/Shell e di JP Morgan Chase. [5] Una copia delle discussioni del gruppo, noto come Rapporto da Iron Mountain, fu fatta trapelare da un partecipante e fu pubblicata nel 1967 da Dial Press. Gli autori del rapporto vedevano la guerra necessaria e desiderabile, affermando “La guerra stessa è il sistema sociale di base, nel quale le altre modalità secondarie dell’organizzazione sociale confliggono o cospirano. (La guerra è) la principale forza dell’organizzazione… lo stabilizzatore economico fondamentale delle società moderne.” Il gruppo temeva che attraverso “la leadership ambigua“, la “classe dirigente amministrativa” possa perdere la capacità di “razionalizzare una guerra desiderata“, che porti alla “effettiva destabilizzazione delle istituzioni militari”. Il rapporto prosegue dicendo: “…al sistema della guerra non può responsabilmente essere consentito di scomparire… sappiamo esattamente ciò che abbiamo intenzione di mettere al suo posto… La possibilità di una guerra fornisce il senso della necessità esterna, senza cui nessun governo può rimanere a lungo al potere… L’autorità di base di uno Stato moderno sul proprio popolo risiede nei suoi poteri di guerra. La guerra serve come ultima grande salvaguardia contro l’eliminazione delle classi necessarie.“
Lo storico Howard Zinn ha descritto questo enigma quando scrisse, “il capitalismo statunitense aveva bisogno della rivalità internazionale e di un periodo di guerra, per creare un’artificiale comunità di interesse tra ricchi e poveri, soppiantando l’autentica comunità di interesse dei poveri che si manifestava con movimenti sporadici“. La banda di Iron Mountain non fu la prima a scoprire le virtù della guerra. Nel 1909 gli amministratori della Fondazione Andrew Carnegie per la pace internazionale si incontrarono per discutere della vita statunitense pre-prima guerra mondiale. Molti dei partecipanti erano membri della Skull & Bones. Conclusero, “Non ci sono noti mezzi più efficienti della guerra, presumendo che l’obiettivo sia alterare la vita di un intero popolo… Come coinvolgere gli Stati Uniti in una guerra?” Il Rapporto da Iron Mountain continua a proporre un ruolo adeguato alle classi inferiori, dando credito alle istituzioni militari nel fornire “elementi antisociali con un ruolo accettabile nella struttura sociale. Il più giovane e il più pericoloso di questi gruppi sociali ostili furono tenuti sotto controllo dal sistema di coscrizione… Un possibile sostituto del controllo dei potenziali nemici della società è la reintroduzione, in forma coerente tramite la moderna tecnologia e il processo politico, della schiavitù… Lo sviluppo di una sofisticata forma di schiavitù può essere un prerequisito assoluto per il controllo sociale in un mondo in pace“.
I sicari di Iron Mountain erano anche entusiasti all’idea della schiavitù, indicata come altra sostituzione socioeconomica alla guerra: un programma completo di benessere sociale, un gigantesco programma spaziale finalizzato ad obiettivi irraggiungibili, un regime permanente di controllo delle armi, un’onnipresente polizia globale e forza di pace, massiccio inquinamento ambientale globale che richiederebbe una enorme lavoro per sanarlo, sport sanguinari socialmente orientati e un programma globale d’eugenetica. [6] Il genocidio iracheno soddisfaceva i sogni del Club di Roma dei maniaci della Zero Crescita della Popolazione, fornendo inoltre un banco di prova a due sostituti della guerra proposti dai fascisti di Iron Mountain: un regime di ispezioni degli armamenti e le forze di pace delle Nazioni Unite. Entrambi i concetti ottennero l’attenzione della comunità internazionale, grazie alla Guerra del Golfo.

Lasciate che il genocidio iracheno inizi
Le stime sulle vittime irachene durante la guerra del Golfo furono deludenti. Alcune organizzazioni come Greenpeace posero i morti intorno al milione di persone. Fu una guerra in cui i media negarono qualsiasi informazione su una scala mai vista prima, tanto che il numero delle vittime varia notevolmente. Secondo Tony Murphy, ricercatore presso il Tribunale penale internazionale, l’attacco degli Stati Uniti contro l’Iraq uccise 125.000 civili, e distrusse 676 scuole, 38 ospedali, 8 grandi dighe idroelettriche, 11 centrali elettriche, 119 sottostazioni elettriche e la metà delle linee telefoniche del Paese. Gli attacchi si verificarono per lo più di notte, quando le persone erano più vulnerabili. Nei mesi successivi alla guerra, il tasso di mortalità dei bambini iracheni sotto i cinque anni era triplicato. Il trentotto per cento di questi decessi fu causato da diarrea. [7] Victor Filatov, giornalista russo di Sovetskaja Rossija, nella Baghdad del dopoguerra scrisse: “Di quali ulteriori spargimenti di sangue sentono la necessità questi barbari del 20° secolo? Ho pensato che gli statunitensi fossero cambiati dopo il Vietnam… ma no, non cambiano mai. Rimangono fedeli a se stessi“. Secondo l’ex ministro della giustizia Ramsey Clark, gli Stati Uniti furono riconosciuti colpevoli di diciannove crimini di guerra contro l’Iraq dal Tribunale penale internazionale. Gli Stati Uniti sganciarono 88.000 tonnellate di bombe in Iraq durante la guerra del Golfo e sganciarono innumerevoli altre bombe da allora. Molte bombe erano dotate di testate perforanti all’uranio impoverito (DU), il che spiega i problemi di salute cronici degli iracheni. Il dr. Gunther Siegwart-Horst, un medico tedesco che giunse in Iraq per aiutarne la gente, si ammalò gravemente, quando toccò un solo frammento delle dimensioni di un sigaro di una testata DU. Il dr. Gunther misurò la radioattività del piccolo di oggetto, che era pari a 11 microSv all’ora, mentre un’esposizione accettabile non va oltre i 300 microSv all’anno. [8] Trecento tonnellate di munizioni DU furono sganciate durante la guerra. Molti credono il DU sia responsabile della Sindrome della Guerra del Golfo, che uccise e ferì in modo permanente molti soldati statunitensi che combatterono nel teatro del Golfo Persico. Dal 2000, circa 11.000 veterani statunitensi della Guerra del Golfo sono morti per la sindrome della guerra del Golfo, mentre il Pentagono continua a coprire questa tragedia.

Satanismo e Guerra Psicotronica 
Gli Stati Uniti inoltre testarono numerosi sistemi d’arma ad alta tecnologia e top-secret nel teatro del Golfo, utilizzando alcune vecchie basse frequenze. Quando le forze di terra irachene si arresero, molti erano in stato di delirio e letargia, che potrebbe essere stato indotto da onde radio a frequenza estremamente bassa, che gli Stati Uniti avevano già usato come arma nel conflitto del Vietnam. Lo psichiatra della Yale University e della CIA, il dr. José Delgado, studiò il controllo mentale per l”Azienda’ negli anni ’50, nell’ambito del programma MK-ULTRA. Delgado determinò che il “controllo fisico di molte funzioni cerebrali è un dato di fatto dimostrato… è anche possibile creare e gestire le intenzioni… con la stimolazione elettronica di strutture cerebrali specifiche, i movimenti possono essere indotti da comandi radio… con il telecomando.” Secondo un documento scritto dal colonnello Paul Valley e dal maggiore Michael Aquino, intitolato From PSYOP to Mindwar: The Psychology of Victory, l’esercito statunitense aveva utilizzato un sistema d’arma operativo “per mappare le menti di individui neutrali e nemici, e quindi modificarli secondo gli interessi nazionali degli Stati Uniti.” La tecnica fu utilizzata per garantirsi la resa di 29.276 vietcong e soldati dell’esercito del Vietnam del Nord, nel 1967 e nel 1968. La Marina degli Stati Uniti era anch’essa pesantemente coinvolta nella ricerca “psicotronica“. [9] Molti soldati statunitensi che prestarono servizio nei pressi della DMZ che divideva Nord e Sud del Vietnam, affermarono di vedere UFO regolarmente. I Pentagon Papers rivelarono che una barriera elettronica fu posta lungo la DMZ dalla società segreta JASON.
Il maggiore Michael Aquino era uno specialista dell’esercito delle PSYOPS in Vietnam, dove la sua unità era specializzata nella stimolazione via droghe, lavaggio del cervello, iniezione di virus, impianti cerebrali, ipnosi, uso di campi elettromagnetici ed onde radio a frequenza estremamente bassa. Dopo il Vietnam, Aquino si trasferì a San Francisco e fondò il Tempio di Set. Set è il nome egizio per Lucifero. Aquino era ormai un alto ufficiale dell’intelligence militare statunitense. [10] Ebbe il nulla osta di sicurezza Top Secret il 9 giugno 1981. Meno di un mese dopo, un memorandum dell’intelligence dell’esercito rivelava che il Tempio di Set di Aquino era una diramazione della Chiesa di Satana di Anton LaVey, con sede sempre a San Francisco. Altri due membri erano Willie Browning e Dennis Mann, entrambi ufficiali dell’intelligence dell’esercito. Il Tempio di Set era ossessionato dalle questioni militari e dal fascismo politico. Fu particolarmente preoccupato dall’Ordine del trapezio nazista. Il lavoro “ufficiale” di Aquino era professore di storia al Golden Gate College. Il Tempio reclutò gli stessi Hells Angels che Billy Mellon Hitchcock aveva usato per spacciare il pessimo acido della CIA. I suoi membri frequentavano prostitute impegnandosi in ogni sorta di attività sadomaso. [11] Il direttore del controspionaggio dell’esercito Donald Press rivelò che Dennis Mann fu assegnato al 306° Battaglione PSYOPS e che Aquino ebbe assegnato un programma top secret denominato Presidio. Presidio era anche il nome di una base spionistica dell’US Army, in quello che oggi è la Golden Gate National Recreation Area, che Mikhail Gorbaciov avrebbe frequentato mentre l’Unione Sovietica andava a pezzi. Aquino stava guidando un’operazione per “mappare la mente” dell’ultimo leader dell’Unione Sovietica e indurlo a proporre sia la glasnost che la perestrojka, le due politiche sul libero mercato che alla fine portarono al crollo dell’Unione Sovietica? Ricordate il marchio curioso apparso improvvisamente sulla fronte di Gorbaciov? Stavano impiantato un qualche tipo di dispositivo microchip di controllo mentale per farlo pensare “in conformità agli interessi nazionali degli Stati Uniti“? Tale tecnologia orwelliana è commercializzata regolarmente in tutto il mondo. L’International Healthline Corporation e altri vendono impianti microchip in Stati Uniti, Russia e Europa. L’Humane Societyha adottato la politica per microcippare tutti gli animali randagi. Lo Stato delle Hawaii chiede che tutti gli animali domestici siano microcippati. Seimila persone in Svezia hanno accettato un microchip nella mano che usano per tutti gli acquisti. Prove sono in corso anche in Giappone. Nel luglio 2002, la National Public Radio riferì che un processo simile era inizio a Seattle. Poi, nel 2002, dopo una valanga di sospetti rapimenti di ragazze, la BBC riferì che una società inglese prevedeva d’impiantare nei bambini microchip, in modo che i genitori potessero controllarne l’ubicazione. Il dr. Carl Sanders, un noto ingegnere elettronico, rivelò che un progetto di microchip, lanciato per aiutare le persone con il midollo spinale reciso, fu rilevata dall’Operazione Phoenix di Bill Colby, in una serie di incontri organizzati da Henry Kissinger. Sanders dice che il punto ottimale per un impianto di microchip è appena sotto la sottile linea frontale di una persona, in quanto il dispositivo può essere ricaricato dai cambiamenti della temperatura corporea, che sono più pronunciati proprio lì. È interessante notare che questa è la posizione della ghiandola pineale o del terzo occhio. L’Emigration Control Act del 1986, conferisce al presidente il potere d’imporre qualsiasi tipo di ID che ritenga necessario. [12] I ricercatori della Southern California hanno sviluppato un chip che imita l’ippocampo, la parte del cervello che si occupa della memoria. I funzionari del Pentagono sono interessati ad utilizzarlo negli esperimenti per creare un “super-soldato”. [13] Un altro microchip chiamato BrainGateviene impiantato nelle persone paralizzate. Gli consente di controllare il loro ambiente semplicemente pensando. [14]
In Iraq, la guerra psicologica fece in modo di rallentare il genocidio. Secondo l’UNICEF, entro la fine del 2001, 1,5 milioni di bambini iracheni erano morti a causa delle sanzioni, mentre un bambino su dieci moriva prima del suo primo compleanno. Talassemia, anemia e diarrea furono i peggiori assassini che avrebbero potuto evitare se non fosse per stata per la cronica carenza di sangue e medicinali in Iraq, a causa delle sanzioni. Il Comitato 661 delle Nazioni Unite agì da arbitro su ciò che costituisse un elemento “dual use” e quindi vietarne l’importazione in Iraq. A partire dal 2001, oltre 1.600 contratti iracheni con le aziende occidentali per attrezzature mediche furono bloccate dal 661. [15] La guerra del Golfo aveva distrutto fognature e sistemi di trattamento delle acque in Iraq. Gli iracheni furono costretti a bere acqua inquinata, causando numerosi problemi di salute. All’Iraq non fu permesso d’importare cloro per pulire l’acqua, dal 661 ritenuto una potenziale arma chimica. L’energia elettrica fu razionata con accesso giornalieri di tre ore per famiglia, quando il governo iracheno non poté ottenere le parti di cui aveva bisogno per aggiustare le centrali dopo che gli USA bombardarono la sua intera rete elettrica. Con la svalutazione del dinaro iracheno e il divieto di esportazione più di 2,4 milioni di barili di petrolio al giorno, l’iracheno medio viveva con 2,50 dollari al mese, non abbastanza per comprare un paio di scarpe. Gli unici iracheni non colpiti fu l’élite dei ricchi, che aveva da tempo messo al sicuro i propri risparmi all’estero, in dollari USA. L’UNICEF stimò che il 28% dei bambini iracheni non andava più a scuola. Prima della guerra quasi tutti i bambini ci andavano. Spesso le famiglie potevano solo permettersi di mandare un bambino a scuola, a causa del costo di cose semplici come zaini, scarpe e quaderni. Rafah Salam Aziz, direttore dell’Ospedale Pediatrico Mansur, disse che i genitori erano spesso costretti a prendere decisioni simili sulla vita dei loro figli. Aziz disse: “Molte volte è più facile per una famiglia lasciare un bambino morire, piuttosto che lasciare che tutta la famiglia soffra la fame e si ammali”. [16]
Nel 1996 il segretario alla Difesa di Clinton, William Perry, annunciò un nuovo rafforzamento militare nel Golfo Persico. Ben presto i missili da crociera ancora una volta piovvero su Baghdad. Molte nazioni ne ebbero abbastanza dei bombardamenti degli Stati Uniti e del regime di sanzioni che brutalizzava il popolo iracheno, rafforzando la presa di Saddam Hussein. Il presidente russo Boris Eltsin, il cui Paese aveva firmato un accordo con l’Iraq per ricostruirne l’industria petrolifera in frantumi, si disse preoccupato per l’uso di una “forza estrema e radicale contro il mondo arabo“. L’opposizione russa fece valutazione più aspre. Aleksandr Lebed affermò con rabbia, “Gli Stati Uniti sono come un padrone che sputa su tutti“. [17] Turchia, Giordania e Siria espressero disagio per i nuovi bombardamenti. Anche i sauditi, dove il fondamentalismo islamico avanza e da cui due grandi bombardamenti era partiti dalle basi USA che ospitava, si rifiutava di permettere agli Stati Uniti di usare le sue basi per bombardare l’Iraq. Molti Paesi, tra cui la Francia, iniziarono apertamente a denunciare l’embargo delle Nazioni Unite contro l’Iraq, alla fine degli anni ’90. Dennis Halliday, ex-Vicesegretario delle Nazioni Unite, che inizialmente aveva guidato il programma umanitario dell’ONU in Iraq, si dimise in segno di protesta. Disse che le sanzioni demolivano la stessa classe del popolo iracheno che voleva un governo migliore nel Paese. Fu sprezzante verso il programma petrolio per cibo delle Nazioni Unite, in base al quale gli Stati Uniti ricevevano il 70% del petrolio iracheno. Halliday affermò chiaramente: “Siamo colpevoli di genocidio, tramite il Consiglio di Sicurezza, contro l’Iraq“. [18] Nel 1998, il successore di Halliday fu Hans Van Sponeck, che supervisionò il dispiegamento dell’ONU del regime di controllo delle armi dell’UNSCOM, pagato dalle vendite del petrolio iracheno. L’ispettore statunitense Scott Ritter confermò i sospetti iracheni che l’UNSCOM raccogliesse informazioni per la CIA e il Mossad. L’UNSCOM fu solo l’ultimo strumento della CIA. Nel 1996 il governo iracheno sostenne che le agenzie umanitarie internazionali, tra cui il Programma alimentare mondiale, che affermavano di aiutare i curdi, erano in realtà agenti della CIA che tentavano di destabilizzare il Paese. In realtà la CIA aveva speso più di 20 milioni di dollari sostenendo il Congresso Nazionale Iracheno, guidato dal PDK curdo, una vecchia fazione del surrogato della CIA Jalal Talabani. [19] Nel gennaio 1997 l’Iraq scoprì due reti spionistiche del Mossad, un mese dopo il tentato assassinio del figlio di Saddam Hussein. [20] Hans Van Sponeck aveva visto abbastanza. Anche lui si dimise in segno di protesta. Nei primi mesi del 1999, fu rivelato che gli Stati Uniti avevano usato l’UNSCOM per piazzare microspie elettroniche nel ministero della Difesa iracheno. L’ispettore Scott Ritter disse che la CIA usava l’UNSCOM per “provocare una crisi”. Nel dicembre 1998, l’UNSCOM, di fronte alle imbarazzanti accuse di spionaggio, si ritirò dall’Iraq. Il 15 dicembre gli Stati Uniti lanciarono una nuova serie di bombardamenti. Ritter disse che l’intelligence raccolta dall’UNSCOM fu utilizzata per i bombardamenti. Il portavoce dell’UNSCOM, David Kay, ricomparve nel 2003 invocando l’invasione USA dell’Iraq. Ora lavorava per la SAIC, che aveva stipulato numerosi contratti con il Pentagono per la ricostruzione dell’Iraq.

Note
[1] Behold a Pale Horse. William Cooper. Light Technology Press. Sedona, AZ. 1991. p.166
[2] Robot’s Rebellion: The Story of the Spiritual Renaissance. David Icke. Gateway Books. Bath, UK. 1994. p.305
[3] Cooper. p.166
[4] Ibid
[5] Rule by Secrecy: The Hidden History that Connects the Trilateral Commission, the Freemasons and the Great Pyramids. Jim Marrs. HarperCollins Publishers. New York. 2000. p.114
[6] Ibid. 116
[7] “Child Death Rate Jumps in Iraq”. AP. Great Falls Tribune. 9-24-92. p.8
[8] “Depleted Uranium”. Siegwart-Horst Gunther. Covert Action Quarterly. Winter 2001. p.2
[9] Cooper. p.369
[10] Icke. p.221
[11] Cooper. p.361
[12] Icke. p.223
[13] Inquirer. UK. 10-25-05
[14] PhysOrg News. 11-1-95
[15] “Greetings from Missile Street”. Free Speech TV. Boulder, CO. 12-23-01
[16] “US Economic Sanctions Taking Very Human Toll in Iraq”. Great Falls Tribune. 9-13-92.
[17] “Slamming Saddam”. Time. 9-16-96. p.31
[18] “The Unfinished War”. CNN. 1-6-02
[19] Evening Edition. National Public Radio. 9-10-96
[20] BBC World News. 1-8-97

Dean Henderson è autore di quattro libri: Big Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight Families & Their Global Intelligence, Narcotics & Terror Network, The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries, Das Kartell der Federal Reserve & Stickin’ it to the Matrix. Puoi iscriverti gratuitamente al suo settimanale Left Hook

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora



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ANCHE L'EUROPA SPIA TELEFONI E INTERNET: ECCO COME

I servizi segreti di Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi e Svezia avrebbero messo a punto un sistema di sorveglianza di massa dellecomunicazioni telefoniche e internet in stretta collaborazione con il GCHQbritannico. Lo riferisce il Guardian. Lo sviluppo di questa rete risalirebbe a 5 anni fa, secondo documenti della talpa del Datagate, Edward Snowden.


L’EUROPA SPIA COME OBAMA – Lo sviluppo di questa ‘rete europea’ di spionaggio riguarda gli ultimi cinque anni, secondo il quotidiano britannico che si basa su nuovi documenti forniti dalla ‘talpa’ del Datagate Edward Snwoden. Dai file emerge anche che il GCHQ, l’equivalente britannico della Nsa americana, svolgeva un ruolo di consulente nell’aiutare i partner europei ad aggirare le leggi nazionali che limitano i poteri dell’agenzie di intelligence. In special modo è stato sottolineato come il Gchq avesse solidi rapporti con le due principali agenzie d’intelligence olandesi, la Mivd ed il servizio segreto interno, l’Aivd, definite due piccole realtà se confrontate con le controparti inglesi ma allo stesso tempo competenti e motivate.

GCHQ – La rivelazione, secondo quanto riporta il quotidiano inglese, troverebbe conferma nelle carte del britannico Gchq (Government Communications Headquarters) in possesso dell’ex analista americano Edward Snowden, ora rifugiatosi in Russia. Sempre secondo le carte citate dal ‘Guardian’, il sistema di monitoraggio sarebbe stato sviluppato cinque anni fa e il Gchq avrebbe aiutato i partner europei ad aggirare le leggi che limitano i poteri delle agenzie di intelligence, ottenendo il sostegno delle principali agenzie europee. La Gchq ha poi fornito assistenza legale alle due agenzie olandesi per aiutarle a muoversi meglio tra le loro leggi così che potessero aiutare maggiormente gli inglesi.

IL RUOLO DEGLI ITALIANI - I meno collaborativi erano gli italiani, perche’ “divisi” tra di loro e per le leggi italiane che ‘legavano loro le mani’. E’ quanto riferisce il britannico Guardian secondo il quale gli agenti britannici – abituati come i cugini americani ad avere accesso senza limiti alle comunicazioni degli altri Paesi – esprimevano “frustrazione” per le “frizioni interne tra le agenzie italiane (Aise e Aisi, ndr) e i limiti imposti dalla legge alle loro attivita’. “Gchq ha gestito alcune (attivita’) di antiterorismo e ha avuto discussioni concentrate sulla (sicurezza) di internet con entrambe le agenzie di intelligence ma hanno scoperto che i servizi italiani sono divisi e si sono dimostrati non in grado e/o non intenzionati a collaborare tra di loro”, si legge nel rapporto interno. In un aggiornamento di sei mesi successivi il Gchq lamentava di essere ancora in attesa di, “una risposta dall’Aisi (il controspionaggio civile) su una recente proposta di collaborazione….gli italiani si sono dimostrati ansiosi (di collaborare) ma gli ostacoli legali potrebbero aver ostacolato la loro capacita’ di rispettare l’impegno assunto”. Nel pezzo del Guardian gli 007 del Gchq elogiano invece la collaborazione, apparentemente priva di ostacoli o complicazioni, di Germania, Francia, Spagna e Svezia. (Photocredit Gettyimages).

fonte: Giornalettismo

sabato 2 novembre 2013

COME MAI TUTTE LE NAZIONI SI STANNO ARMANDO FINO AI DENTI ?

Il nostro governo, come sappiamo - in barba ai suicidi e alla povertà crescente, con 4,1 milioni di italiani ALLA FAME si è armato fino ai denti: si parla tanto dei Jet F35 ma i governi che si sono avvicendati negli ultimi anni hanno comprato anche cannoni, sottomarini, navi, elicotteri, missili etc. 

Nel 2010 l'Italia aveva stabilito il record per le spese militari di ben 20 miliardi di euro

MA NEL 2013 - SI, PROPRIO QUEST'ANNO... anche se te non lo sapevi - CON LETTA LA SPESA MILITARE HA STABILITO UN NUOVO RECORD:

Dopo aver comprato l'arsenale citato sopra, i nostri liquidatori - ops: volevo dire "governanti" - hanno pensato bene di aumentare ulteriormente di 5,5 miliardi la spesa militare! 

Alla luce dei fatti, verrebbe da pensare che l'aumento dell'IVA sia servito per coprire le spese militari

Ma non è così, visto che aumentare l'IVA non produce un incremento del gettito erariale, in un contesto come quello attuale: bensì provoca ULTERIORI PERDITE: ma questo è un altro discorso, torniamo alle armi.

A proposito. Mi raccomando, siate discreti. Mi rivolgo in particolare ai giornalisti: le notizie che state leggendo non ditele a nessuno! Parlate dell'aumento salariale di 10€ varato da Letta, che risolleverà l'economia e rilancerà i consumi, oppure parlate dell'ABOLIZIONE IMU! (e non dite a nessuno che pagheremo molto di più con trise-tari-tasi o come diavolo si chiama.) ma non dite queste cose!

Se l'Italia ha comprato un vero e proprio arsenale, vediamo cos'hanno fatto gli altri.

La Grecia - i cui cittadini sono alla fame - ha speso in armi molto più del passato. secondo alcune fonti, il governo greco sarebbe stato "costretto" da Germania e Francia, in cambio degli aiuti: ma personalmente non credo affatto a questa novella... che è stata messa in giro per giustificare le ingenti spese in un periodo tragico per i cittadini. 

Figuriamoci se qualcuno ha costretto Papademos (la controfigura greca di Mario Monti) a comprare armi... è più probabile che certi "poteri forti" abbiano semplicemente ORDINATO a TUTTI i governanti loro servi di investire in armi, ed essi hanno eseguito. Cosa gliene frega a Papademos se i suoi cittadini sono alla fame... lui deve eseguire gli ORDINI dei suoi superiori, che alla fine è ciò che hanno fatto i servi nostrani.

Se andiamo a "scavare" nei meandri della rete, cercando notizie, scopriamo che TUTTE le nazioni negli ultimi anni hanno aumentato fortemente gli investimenti militari, ed in particolare le nazioni occidentali, seguite a ruota da Russia e Cina.

E' di poche settimane fa la notizia che la Russia ha stanziato la bella "cifretta" di 660 miliardi di euro da spendere in armamenti entro il 2020: non solo. Sembra proprio che i russi si stiano preparando alla guerra, visto che hanno allertato le aziende strategiche nazionali ( Gazprom, LUKoil e Rosneft) del settore energetico per supportare l'esercito in caso di guerra...

In un contesto così, la Cina certo non vuole essere da meno, e anche nel colosso giallo è partita la corsa al riarmo... Nel solo 2011 hanno speso 224 miliardi di euro per nuovi armamenti... niente male, vero?

Nel frattempo, gli indiani recentemente hanno mostrato i muscoli, testando le loro armi nucleari

Mica bastava il disastro di Fukushima... quello di Chernobyl del 1986 ed i numerosi test nucleari americani e francesi che hanno distrutto e contaminato irrimediabilmente una buona porzione dell'oceano pacifico... Mururoa era un paradiso, prima dei test: ora è una landa contaminata dove la gente continua ad ammalarsi, nonostante i test siano cessati definitivamente nel 1995 (sono iniziati nel 1966) - non bastavano le tonnellate di uranio impoverito che gli USA hanno sparato in ogni teatro di guerra degli ultimi 20 anni... anche l'India vuole dare il proprio contributo alla distruzione del pianeta e alla contaminazione nucleare.

ANCHE I "GOVERNANTI" DELLE NAZIONI AFRICANE hanno aumentato la spesa militare!Popolazioni che non hanno accesso all'acqua potabile, dove tutt'oggi migliaia e migliaia, milioni di persone MUOIONO OGNI ANNO DI DENUTRIZIONE/MALNUTRIZIONE o per una banale dissenteria! Non ci sono antibiotici ma c'è un bel kalashnikov per tutti.. e non solo: hanno aumentato gli investimenti in "armi pesanti". 

"Negli ultimi 5 anni, è stato acquistato nel continente oltre il 53% in più dei grandi sistemi d'arma rispetto al periodo precedente. 
Impennata nei paesi della sponda sud del Mediterraneo, in Sudafrica, Nigeria e Uganda. A livello globale, la spesa per armamenti è cresciuta del 24%" Leggi tutto

I paesi del Golfo hanno stabilito un nuovo record di acquisto di armi... mica potevano restarsene indifesi, poverini! Ma scherziamo?

Ovviamente anche gli israeliani hanno recentemente rinforzato le proprie dotazioni militari: figuriamoci se Israele stava a guardare... "mica sono li a pettinare le bambole", direbbe Bersani.

Tra l'altro, Israele oltre a possedere un ingente arsenale nucleare, è dotato anche potentissime armi chimiche e persino batteriologiche che al di là dei "dati ufficiali" sarebbero probabilmente sufficienti se non per distruggere il pianeta intero, a sterminare quantomeno un continente. 
Vedi: 1 - 2 - 3

Secondo i dati ufficiali, nel 2011 nel mondo sono stati spesi per le armi 1740 miliardi di dollari: cifra che ovviamente non tiene in considerazione le spese per la gestione degli eserciti, le ingenti spese per la ricerca di nuove armi, etc. ma SOLO LA SPESA PER LE ARMI!

Interessante anche l'articolo "Il mondo si arma e poi muore di fame" che rivela che la spesa per le armi è cresciuta del 63% rispetto al 1998

L'Italia rinnovando il record per la spesa delle armi, come spiegato all'inizio dell'articolo, ha seguito il "trend" mondiale:Nel 2008 era stato stabilito il record mondiale di 1.464 miliardi di dollari spesi in nuove armi che è stato rinnovato nel 2011 con 1740 miliardi di dollari

E CHISSA' QUALI SONO I DATI RELATIVI AL 2012 E ALL'ANNO IN CORSO... purtroppo questi dati saranno disponibili solo a posteriori, ma se avete la possibilità di scommettere sul fatto che la spesa militare è ulteriormente lievitata, fatelo: perché sicuramente vincereste!

Nel 2000 il numero delle testate nucleari sparse per il mondo si attestava a 31.535 unità: trentunomila-cinquecente-trentacinque!!!

Ad oggi (secondo i dati ufficiali...) sarebbero diminuite a "sole" 17.000, dato aggiornato al giugno di quest'anno: che notizia rassicurante... wow! Potrebbero distruggere ogni angolo del pianeta per 3 volte...

Se vi viene da pensare a Hiroshima e Nagasaky, tenete in considerazione che le bombe atomiche di oggi sono moooolto più potenti di quelle sganciate nella 2° guerra mondiale: la bomba sganciata su Hiroshima aveva una potenza di 13 chilotoni, pari a 13.000 tonnellate di tritolo.

La "B53", ovvero il più potente ordigno nucleare concepito dagli USA (che è stato dismesso, almeno ufficialmente) ha una potenza di 9 Megatoni (9.000 chilotoni) pari a 9 milioni di tonnellate di tritolo.

Senza arrivare alla "bomba dei record" gli ordigni nucleari odierni posseduti da diverse nazioni arrivano a sprigionare una potenza di 1 megatone (1.000 chilotoni, contro i 13 della bomba di Hiroshima) pari a 1 milione di tonnellate di tritolo. 

Ma per distruggere una grande città non è necessario utilizzare armi nucleari. I russi hanno concepito una bomba "convenzionale" che ha una potenza paragonabile a quelle nucleari.

Quelli citati sopra sono DATI DI FATTO, non opinabili. Possiamo invece "opinare" sul PERCHE' tutto il mondo si stia armando fino ai denti...

Di certo per aggredire la Siria e l'Iran, oppure lo Yemen o la Corea Del Nord (tanto per citare i cosiddetti "stati canaglia") il clan degli "esportatori di democrazia" non aveva bisogno di spendere queste cifre. L'arsenale posseduto in precedenza dalle nazioni occidentali filo-americane sarebbe stato più che sufficiente per radere al suolo tutte le nazioni sopracitate...

COME MAI TUTTE LE NAZIONI DEL MONDO SI STANNO ARMANDO FINO AI DENTI IN QUESTO MODO?!?

Vi lascio con questo 'incongnita', che forse è meno 'incognita' di quanto sembra... e con questo chiudo: "a buon intenditor poche parole" dice un proverbio: pochissime parole, una sola e composta da 3 lettere: NWO

Alessandro Raffa per nocensura.com

venerdì 1 novembre 2013

11 SETTEMBRE, BIN LADEN...QUELLO CHE NON TUTTI SANNO

Premetto che le informazioni riportate di seguito sono solo una piccola percentuale di quello che si può riscontrare dai documenti ufficiali. Per scrivere tutto non basterebbe un libro. Per ulteriori approfondimenti consiglio, tra i tanti libri, siti, video ed interviste in merito, di interessarvi alle ricerche effettuate del giudice Ferdinando Imposimato.

Nel testo evito di fare deduzioni, riporto solo fatti. Ognuno è libero di trarre le proprie conclusioni.
Superfluo aggiungere che tutti i dati riportati fanno riferimento a documenti ufficiali.

Nella campagna antisovietica in Afghanistan, finanaziata da USA e Arabia Saudita, tra i vari capi talebani veniva designato Osama Bin Laden quale leader principale di riferimento per i servizi segreti sauditi. Ai mujaheddin già sotto il suo comando si univano dai 22mila ai 30mila combattenti stranieri. Nel 1989 Bin Laden costituiva degli uffici di reclutamento in 35 Paesi per la creazione di Al-Qaeda, solo negli USA vi erano uffici in 30 città. Gestiva campi di addestramento, sempre con la complicità dei servizi americani e sauditi, in Afghanistan, nelle Filippine, in Sudan e in Somalia. L’ex direttore della CIA scriverà nelle sue memorie nel 1996, a proposito della conquista dell’Afghanistan da parte dei mujaheddin: “Fu una grande vittoria.“

Per almeno 8 anni (da quello che è ufficialmente documentabile), Bin Laden, è stato sul libro paga della CIA collaborando attivamente con la politica estera statunitense.

Bin Laden non ha mai rivendicato ufficialmente l’attacco dell’11 settembre, al contrario di quanto la maggior parte delle persone crede.

Gli edifici crollati nell’attacco dell’11 settembre non sono 2, come crede più del 90% della popolazione, ma bensì 3: WTC1, WTC2 e WTC7. Tutti e tre gli edifici sono crollati completamente, ma l’edificio 7 non è mai stato colpito da alcun aereo. Ad oggi, il crollo totale del WTC7 non ha alcuna spiegazione logica dal punto di vista della fisica e dell’ingegneria.


Secondo gli esperti intervenuti nel corso delle Udienze di Toronto (“Toronto Hearings”, 8-11 settembre 2011), i crolli avevano caratteristiche che indicano esplosioni controllate. L’architetto Richard Gage e l’ingegnere Jon Cole, entrambi professionisti di grande esperienza, sono arrivati alle loro conclusioni attraverso test affidabili, prove scientifiche, e la testimonianza visiva di persone insospettabili, tra cui i vigili del fuoco e le vittime, secondo cui si è obiettivamente trattato di demolizione controllata. Inoltre numerosi testimoni hanno sentito raffiche di esplosioni. A tal proposito risultano lapidarie le parole di Van Romero, uno dei massimi esperti in materia, vice-presidente del New Mexico Tech Institute, già direttore del “Energetic Materials Research and Testing Center” che studia gli effetti delle esplosioni su edifici, parole pronunciate poche ore dopo gli attentati :” La mia opinione è che dopo l’impatto degli aerei con le torri ci sono state alcune cariche esplosive piazzate all’interno degli edifici che hanno provocato il collasso delle torri”.

Peter Dale Scott, un altro testimone alle Udienze di Toronto, ha dimostrato l’esistenza di un modello d’azione sistematico della CIA volto a bloccare importanti informazioni nei confronti dell’FBI, anche quando l’FBI avrebbe normalmente diritto di ottenerle. Inoltre, ci sono ulteriori elementi di prova contro George Tenet e Tom Wilshire. Secondo l’ex capo dell’antiterrorismo della Casa Bianca, Richard Clarke (intervista rilasciata alla televisione francese e tedesca come parte di un documentario di Fabrizio Calvi e Christopf Klotz ,31 agosto 2011, nonché l’intervista con Calvi e Leo Sisti, “Il Fatto Quotidiano “, 30 agosto 2011) la CIA era a conoscenza dell’imminente attacco dell’11/9. Il professor Scott, basandosi sulla ricerca di Kevin Fenton, cita 35 occasioni in cui i dirottatori sono stati protetti,a partire dal gennaio del 2000 al 5 settembre 2001. Il motivo di questa protezione era evidentemente, secondo Fenton, «per coprire un’operazione della CIA che era già in corso.»

Ulteriore prova indiziaria contro Tenet e Wilshire è la seguente. Il 12 luglio 2001 Osama Bin Laden si trovava nell’ospedale americano di Dubai. Fu visitato da un agente della CIA. Questa informazione è stata data a Le Figaro, che ha anche riferito che Bin Laden era stato operato in questo ospedale, essendo arrivato da Quetta (Pakistan). Questa informazione è stata confermata da Radio France International, che ha rivelato il nome dell’agente che ha incontrato bin Laden: Larry Mitchell. Tenet e Wilshire, consapevoli della presenza di Bin Laden negli Emirati Arabi Uniti, non sono riusciti a farlo arrestare né estradare, anche se i documenti dell’FBI e della CIA lo ritenevano responsabile di massacri in Kenya e Tanzania.

Qualsiasi pilota intervistato, civile o militare, ha sempre affermato che sarebbe stato altamente improbabile, se non impossibile per un boeing 757, effettuare la manovra che avrebbe effettuato il presunto aereo che ha colpito il Pentagono.

L’area del Pentagono colpita era, stranamente, vuota perché in ristrutturazione.

Il foro d’ingresso sul Pentagono è decisamente più piccolo rispetto alla sagoma di un boeing. Inoltre è improbabile che i motori non siano mai stati trovati e si siano smaterializzati.

Le immagini degli aerei che colpiscono le Torri ci sono state propinate miliardi di volte ma i video delle telecamere, di banche ed autostrade, che puntavano sul Pentagono sono stati sequestrati e resi segreti.

Non è di poco conto la “casualità” che il raid contro Bin Laden è stato annunciato poco prima delle elezioni e questo ha sicuramente favorito la rielezione di Obama.

Nei giorni precedenti l’attentato migliaia di put stock options sono state acquistate su United Airlines e American Airlines, i cui aerei sono stati dirottati l’ 11/09. Trattasi di operazione speculativa di chi scommette su di un forte ribasso delle quotazioni in borsa delle società in questione. Un’ operazione del 600% è oltre il normale. E i servizi CIA e FBI monitorano costantemente queste operazioni sospette di insider trading circa imminenti attentati aerei, con il software Promise.

Solo un morto israeliano tra le vittime dell’attentato del 11/09 alle torri gemelle (si trovava sull’aereo), tra gli oltre 4000 abitualmente presenti nel World Trade Center; che sia un puro caso è impossibile, viene quindi da pensare che siano stati tutti avvisati. Ma da chi?

La versione ufficiale sostiene che le forze aeree si sono rese conto del pericolo quando ormai era troppo tardi: è falso. Secondo le procedure (NORAD) di intercettazione in vigore, nel momento in cui le torri di controllo rilevano un aereo fuori rotta senza possibilità di comunicazione, vengono allertate le forze aeree militari affinché queste raggiungano l’aereo in questione, verifichino il motivo del cambiamento di rotta (malfunzionamento, meteo, malore, dirottamento, ecc..) e infine intervengano per ripristinare la rotta se possibile, il tutto secondo codici ( di operazioni di volo) e procedure ben precise. Nonostante la presenza di squadriglie di F-16 pronti al decollo in varie basi aeree a 10 – 20 minuti di volo dagli aerei dirottati, come ad esempio la base di Andrew a pochi chilometri dal Pentagono, bisogna aspettare 75 minuti, ormai troppo tardi, prima che la National Command Authority decida di far intervenire i jet F-16 della Air Force per l’intercettazione degli aerei dirottati. la suddetta procedura di intercettazione è stata tenuta bloccata per almeno 75 minuti, e solo un’ordine dall’alto può bloccarla. Fino al momento dell’intercettazione le autorità militari non potevano sapere se si trattava di dirottamento terroristico o altro. Non è vero che non hanno potuto intervenire in tempo: i fatti dimostrano che non hanno voluto.

Analizzando la “Cronologia degli atti terroristici significativi, 1961-2001″ del Dipartimento di Stato Usa, troviamo che nei 27 episodi principali di terrorismo nel mondo degli ultimi tre anni, solo in uno è citata Al-Qaeda, in Yemen, e solo come sospetto. Non solo; ogni loro trama (acquisizione di nuove armi biologiche , atomiche, ecc) o progetto terroristico sistematicamente verrebbe smascherato, grazie a dovizie di documenti, agende, video e tracce varie sempre incautamente e maldestramente lasciate sparse qua e la. In Afghanistan mai un contrattacco, sempre in fuga. Come terroristi sono un vero disastro, fino ad ora del tutto inconcludenti.

24 ore dopo gli attentati l’FBI ha presentato la lista di 19 attentatori . Dopo 10 giorni è emerso il fatto che 7 di questi in realtà sono vivi. I vertici dell’FBI non sono mai stati chiamati in causa dal governo per spiegare questa contraddizione. L’FBI ha dichiarato di aver rinvenuto il passaporto di uno degli attentatori nella zona delle torri. Miracolosamente intatto, fuoriuscito dalla tasca del titolare e scampato all’esplosione dell’aereo, per poi atterrare sulle macerie. Assurdo.

E chi sarebbe il pilota suicida dell’aereo schiantato contro il Pentagono, che avrebbe effettuato una operazione di volo (virata e volo radente) giudicata unanimamente come opera di un più che navigato pilota di jet ? E’ stato identificato in Hani Hanjour, che però la scorsa estate risulta esser stato valutato dal suo istruttore di volo, Marcel Bernard, come incapace a guidare da solo anche un piccolo velivolo.

Tutta l’amministrazione Bush risultava composta da grandi petrolieri e magnati dell’industria bellica: Cheney , Ashcroft, Rumsfeld. La stima delle riserve del Caspio è di circa 263mila miliardi di piedi cubici di gas naturale e di 60 miliardi di barili di petrolio, pari al 65% delle riserve mondiali. A partire dal ’94 la società petrolifera Unocal Corp. elaborò un progetto per lo sfruttamento di quelle risorse, che il vice-presidente John Maresca presentò ad un comitato del Congresso Usa nel ’98 : ” Noi dell’Unocal – afferma Maresca – riteniamo che il fattore centrale nella progettazione di questi oleodotti dovrebbe essere la posizione dei futuri mercati energetici che verosimilmente assorbiranno questa nuova produzione”.L’India e, sopratutto, la Cina. “La costruzione dell’oleodotto attraverso l’Afghanistan, unico itinerario possibile, che abbiamo proposto non potrà cominciare finché non si sarà insediato un governo riconosciuto che goda della fiducia dei governi, dei finanziatori e della nostra compagnia”.
Quando nel ’96 i Talebani presero Kabul, subito i loro capi volarono in Texas dall’allora governatore Bush, dove incontrarono i dirigenti della Unocal per parlare di oleodotti. Le trattative però si interruppero nel luglio 2001 nel corso di un incontro allargato alla fine del quale l’ambasciatore americano Thomas Simons avrebbe detto, secondo l’ex ministro degli esteri del Pakistan Naif Naik lì tra i presenti, : “o accettate la nostra offerta di un tappeto d’oro, o sarete sepolti da un tappeto di bombe”.

Il presidente nominato per il governo provvisorio afghano indovinate chi è? Hamid Karzai, ex consulente dell’Unocal.

Dalla “Guida per la Pianificazione della Difesa per gli anni 1994-1999″ Usa: “Dobbiamo operare per impedire che qualsiasi potenza ostile domini una regione le cui risorse (petrolio, gas) sarebbero sufficienti, se controllate strettamente, a generare una potenza globale. Queste regioni comprendono il territorio dell’ ex Unione Sovietica e l’Asia sud-occidentale.”

Nel 2000 il Mullah Omar aveva proibito la coltivazione del papavero e la produzione di oppio era scesa quasi a zero. Oggi, sotto il controllo della NATO (e della CIA in particolar modo) l’Afghanistan produce il 93% dell’oppio mondiale. Con incassi di miliardi e miliardi di dollari.

Dopo pochi mesi dalla presunta morte di Bin Laden, ad opera del “Team Six” dei Navy Seals, ben 17 membri su 25 risultavano morti in Afghanistan. Ad oggi, un’incidente dopo l’altro, siamo già a 23 morti su 25. Tutto ciò appare molto sospetto ai parenti delle vittime che in numerose interviste denunciano incongruenze nelle versioni ufficiali e continuano a chiedersi chi stia insabbiando cosa.

HITLER ERA UN AGENTE INGLESE DEGLI ILLUMINATI ?

Dal novembre 1912 ad aprile 1913 Hitler soggiornò in un appartamento a Liverpool, nel Regno Unito, con la famiglia del fratellastro Alois. Hitler visse per qualche mese a Liverpool

C’è la convinzione che, mentre era in Gran Bretagna, Hitler fu arruolato da una fazione di destra dei servizi di sicurezza del Regno Unito. Hitler può aver avuto un gestore inglese 
Se Hitler era collegato a una cabala oscura del Regno Unito e degli Stati Uniti d’America, questo potrebbe spiegare:
Perché Hitler fu finanziato dalla famiglia Bush ed altri.
Perché Hitler lasciò 335.000 soldati alleati fuggire da Dunkerque.
Perché la sede dell’IG Farben a Francoforte non fu mai bombardata.

Molti delle élite videro in Hitler qualcuno che potesse tenere le masse sotto controllo. “Nel 1919 Hitler era un ufficiale dell’intelligence che l’esercito tedesco incaricò di spiare il piccolo Partito del lavoro tedesco, diventandone il leader. Il fratello del fondatore dell’US Federal Reserve, Max Warburg, era il capo dei servizi segreti tedeschi. Entrambi furono dirigenti della IG Farben. Hitler fu sponsorizzato dall’oligarchia bancaria, e il nazismo ricevette milioni di dollari da New York e Londra.“

Hitler e Hanfstaengl

Alla potente cabala che sostenne Hitler non piacevano i lavoratori organizzati, i liberali, la democrazia o qualsiasi altra cosa che sfidasse il sistema feudale. Alla fine della seconda guerra mondiale il sistema feudale era ancora in vigore. La mafia dell’elite fascista-nazista-sionista continuò a governare attraverso il gruppo Bilderberg,e organizzazioni simili, come il Bohemian Grove. La origini naziste della NATO

Il totalitarismo prosperò in Russia e in Europa orientale.
Gli autori inglesi Gerrard Williams e Simon Dunstan, nel loro libro Grey Wolf: The Escape of Adolf Hitler, sostengono che verso la fine della guerra Hitler fuggì in Sudamerica. Secondo il libro Grey Wolf:
Hitler fuggì da Berlino su un aereo da trasporto Junkers Ju-52.

Hitler, dopo lo sbarco in Danimarca, volò in Spagna, dove il generale Franco gli fornì un aereo per portarlo alle isole Canarie. Da lì, Hitler prese un sottomarino per l’Argentina.
Hitler morì in Argentina il 13 febbraio 1962, all’età di 73 anni.
Il giornalista argentino Abel Basti, sostiene che Williams e Dunstan hanno plagiato la sua ricerca. “Basti non ha in alcun modo inventato l’idea di Hitler vivo in Argentina“, dice Williams. “Libri sull’argomento esistevano già nel 1953 e nel 1987. Non ho mai plagiato il lavoro di nessuno“. (E se per questo anche nel 1948. NdT)

I potenti vogliono farci credere che Hitler è morto a Berlino nel 1945. Sul Daily Mail, l’autore Guy Walters scrive che “L’idea che Hitler possa essere fuggito, e nascosto, sembra farsesca… “Negli anni immediatamente successivi alla guerra, non vi era alcuna prova reale che Hitler fosse, difatti, morto. Uno dei problemi che gli investigatori incontrarono fu la mancanza di qualsiasi prova fisica della sua morte. L’esistenza di frammenti di cranio, trovato dai russi vicino al bunker del Fuhrer e che si ritiene siano suoi, non era nota in occidente fino al 1968. Poi, nel 2009, la prova del DNA delle ossa ha rivelato che in realtà appartenevano a una donna… Questo ha dato ai fantasisti le munizioni per sostenere che Hitler non sia morto nel bunker. Nel periodo immediatamente successivo alla guerra, i servizi d’intelligence statunitensi e inglesi ricevettero innumerevoli rapporti che suggerivano che l’ex leader nazista fosse stato visto vivo e in circolazione… Per molto tempo i russi credettero che gli alleati avessero dato rifugio a Hitler, e diffusero queste storie fasulle nel tentativo di far venire a galla ciò che pensavano fosse la verità… Anche il generale Eisenhower, ex-comandante supremo alleato, sembrò esserci cascato. Nel 1952 disse: ‘Non siamo stati in grado di portare alla luce la minima prova tangibile della morte di Hitler. Molte persone credono che sia fuggito da Berlino.‘…”


Hugh Trevor-Roper, la cui reputazione fu danneggiata nel 1983 quando autenticò i Diari di Hitler per conto del quotidiano The Sunday Times, che si rivelarono successivamente falsi.
“Dopo la guerra, lo storico e ufficiale dell’MI6 Hugh Trevor-Roper fu incaricato d’indagare sulla morte di Hitler. Parlò con molti di coloro che erano presenti nel bunker durante quegli ultimi giorni fatali. Dissero tutti la stessa cosa: Hitler si era ucciso, e il suo corpo e quello di Eva Braun furono cremati con la benzina.”

William Hitler, unico discendente di Adolf

William Hitler nacque a Liverpool, nel Regno Unito, era il figlio del fratello di Hitler, Alois e della moglie di origine irlandese Bridget Dowling.















Bridget Dowling















Rudolph Hess. Notare la somiglianza con Bridget Dowling, un caso ?

I genitori di William si incontrarono a Dublino, quando Alois ci viveva nel 1909, si sposarono a Marylebone e tornarono a Liverpool, dove William nacque nel 1911. Nel 1933, William Hitler si recò nella Germania nazista, nella speranza di beneficiare dell’ascesa al potere dello zio. “Viaggiò in Gran Bretagna nel 1937, dove rilasciò un’intervista al Daily Express dichiarando, con il suo forte accento inglese, di essere ‘l’unico discendente legale della famiglia Hitler’, adottando pose simili a quelle dello zio… William si rifiutò di rinunciare al passaporto inglese in cambio di un posto di lavoro al vertice del regime. Poi cercò di ricattare il Führer. I dettagli emersero anni dopo, al processo di Norimberga. Hans Frank, ex-avvocato nazista, responsabile di milioni di morti quando era Governatore Generale della Polonia, rivelò come William avesse scritto allo zio alla fine degli anni ’30 minacciando di svelare ‘l’insolita storia della famiglia di Hitler’. Fu una velata minaccia che avrebbe confermato la vecchia voce che il nonno paterno di Hitler fosse, difatti, un commerciante ebreo, Leopold Frankenberger, che aveva avuto una relazione con sua nonna, Maria, quando era al servizio della sua famiglia a Graz“. William minacciò di rivelare alla stampa che il nonno paterno di Hitler era un mercante ebreo. Nel 1939, William fuggì dalla Germania con l’ausilio di un agente inglese. Nel 1944 William si arruolò nella Marina degli Stati Uniti.

Durante i lavori di ristrutturazione della ex casa di William Hitler negli USA, furono scoperte dei beni di famiglia, tra cui apparecchiature per un laboratorio di emodialisi sotto il portico posteriore. I tre tranquilli fratelli di Long Island, parenti di Hitler… 

L’agente inglese che controllava Hitler
Il barone William de Ropp era il gestore inglese di Hitler? 
Henry Makow, 11 gennaio 2013

Il nome del barone William de Ropp non è noto. C’è solo una foto disponibile, e solo una breve voce su Wikipedia. 


Eppure era l’agente inglese che potrebbe avere diretto Hitler. Gli “audaci” colpi diplomatici e militari di Hitler, che stupirono il mondo, si basavano sulle previsioni delle intenzioni inglesi fornite da de Ropp. Ciò aggiunge credito alla tesi che gli Illuminati crearono Hitler per fomentare la guerra mondiale. Secondo Ladislao Farago, William de Ropp è stato “uno dei più misteriosi e influenti agenti clandestini” dell’epoca.
Nato in Lituania nel 1877, istruitosi in Germania, si trasferì in Inghilterra nel 1910. Dopo aver combattuto con gli inglesi nella prima guerra mondiale, si trasferì a Berlino e contattò il camerata baltico, il teorico nazista Alfred Rosenberg, che lo presentò a Hitler. De Ropp collaborò strettamente con Rosenberg, che guidava il ministero degli Esteri del partito nazista. I nazisti lo consideravano il loro agente in Inghilterra, dove organizzò il supporto alla causa nazista nel potente segmento dell’élite inglese, noto come “Cliveden Set“. Organizzò le visite di alti funzionari e scambi di informazioni. In questo clima conviviale, la Luftwaffe ingenuamente aprì i suoi segreti agli inglesi. Ciò faceva parte di un più ampio piano degli Illuminati (“appeasement“) per far creder a Hitler che l’Inghilterra l’avrebbe sostenuto nella sua conquista della Russia comunista.
Farago: “Uno stretto rapporto personale si sviluppò tra il Fuehrer e de Ropp. Hitler lo volle come suo consulente riservato sugli affari inglesi, illustrandogli francamente i suoi grandiosi piani… una fiducia cui nessun altro straniero godé fino a quel punto” (“The Game of the Foxes” p.88)
In “King Pawn or Black Knight,” (1995) Gwynne Thomas scrive: “Il leader nazista ebbe simpatia immediata per lui, soprattutto quando scoprì che de Ropp aveva forti legami nella società inglese ed era ben informato su ciò che accadeva a Londra. De Ropp non solo godeva della fiducia (di Hitler), ma ne divenne il portavoce nei rapporti con i vertici inglesi, che Hitler intendeva influenzare… c’era la chiara prova che de Ropp fosse stato determinante nella raccolta di fondi presso la City di Londra per finanziare molte campagne elettorali dei nazisti, che alla fine del 1933 permisero al partito nazista di imporsi e avere il controllo totale.” (p.25)
Un agente inglese finanziava, consigliava e rappresentava Hitler. Fino a che punto lo stesso Hitler era un agente “inglese”?

Una linea sottile

Dopo che gli Illuminati misero al potere Hitler, lo usarono per sabotare l’opposizione tedesca. Il 4 maggio 1938, Ludwig Beck, capo di stato maggiore tedesco aveva invocato il rovesciamento di Hitler, avvertendo che il Paese stava andando verso il disastro. Il 10 maggio 1938, il primo ministro Chamberlain tenne una conferenza alla Cliveden House affermando che la Gran Bretagna cercava un patto con la Germania e l’Italia, e favoriva la frammentazione della Cecoslovacchia. In conseguenza a tale acquiescenza inglese, l’esercito tedesco abbandonò la resistenza ai piani di guerra di Hitler. Nel 1939, de Ropp precisò l’opposizione inglese nel caso di un attacco tedesco alla Polonia. “Gli inglesi dissero a Rosenberg che avrebbero combattuto una ‘guerra’ difensiva, cioè non avrebbe attuato alcuna azione in difesa della Polonia o in rappresaglia per l’attacco della Germania al Paese. In particolare, non ci sarebbe stato alcun bombardamento aereo del territorio tedesco, e i tedeschi decisero di ricambiare, una decisione che mantennero per tutto il periodo della ‘guerra fasulla’”. “Questo ‘accordo’ tra de Ropp e Rosenberg avrebbe lasciato aperta la possibilità di por termine subito alla guerra perché, disse de Ropp, ‘né l’impero inglese, né la Germania vorrebbero rischiare il loro futuro per il bene di uno Stato che ha cessato di esistere‘.” Così, con una doppia croce sui polacchi, gli Illuminati della Gran Bretagna riuscirono a dare ai nazisti una frontiera in comune con Stalin. Era solo questione di tempo prima che la guerra scoppiasse tra loro.
Il compito ora era intrappolare Hitler in una guerra su due fronti, provocando un attacco a ovest. Forse, il barone de Ropp gli assicurò che inglesi e francesi si sarebbero ritirati. Dopo l’inizio della guerra, de Ropp piazzò la sua base operativa nella neutrale Svizzera ma, secondo Ladislao Farago, “più volte durante la guerra fu chiamato da Hitler per consultazioni.” (p.89) Si ricordi, William de Ropp era un agente inglese. La questione rimane, Hitler era egli stesso un agente cosciente (degli Illuminati)? La mia sensazione è che gli Illuminati sponsorizzano le persone ingannandole, i cui obiettivi naturalmente sono in linea con l’agenda degli Illuminati, guidandoveli. Ma è altrettanto possibile che Hitler fosse un agente cosciente e de Ropp il suo gestore.
Nel libro sponsorizzato da Lyndon Larouche, “The New Dark Ages Conspiracy: Britain’s Plot to Destroy Civilization” (1980), l’autore Carol White scrive, “La verità su Hitler è che non fu solo creato dalle reti inglesi e alleate, ma che il governo inglese di Winston Churchill continuò ad usare Hitler durante la guerra. Se questo fatto non è stato ben compreso dalle forze alleate, fu fortemente sospettato nella stessa Germania.” (p.126) White prosegue elencando le numerose aperture dell’esercito tedesco verso gli inglesi riguardo il rovesciamento di Hitler. Furono tutte respinte. “Quando Churchill fu interrogato in Parlamento sul mancato sostegno inglese agli sforzi dell’esercito tedesco per rovesciare Hitler, rispose che il governo seguiva la politica di non trattare con i leader nazionalisti tedeschi considerati un male maggiore di Hitler.” (p.144) Riguardo l’obiettivo degli Illuminati ebraici di distruggere la Germania quale forza indipendente nel mondo, ciò fu molto rivelatore. Gli Illuminati proteggevano Hitler. Era il loro uomo.

Hanfstaengl
“Putzi” Hanfstaengl (1887-1975) è un altro personaggio misterioso che si identificava come agente statunitense nelle sue memorie. Forse aveva origine tra gli Illuminati, forse la madre era ebrea, una “Heine”. Era in confidenza con FDR e altri membri dell’élite statunitense di Harvard e successivamente a New York, dove diresse gli affari artistici del padre. Si trasferì in Germania negli anni ’20 e fu presentato a Hitler dall’addetto militare statunitense a Berlino, Truman Smith. Smith gli chiese di “tenere d’occhio Hitler.” Hanfstaengl entrò nella cerchia ristretta di Hitler, spesso sollazzando il Fuhrer con il suo pianoforte. Più materialmente, Hanfstaengl finanziò la creazione del quotidiano nazista. Compose la marcia nazista, basandosi sugli inni del football di Harvard. Nascose Hitler dopo il fallito putsch della birreria e la bella moglie impedì a un Fuhrer sconvolto di suicidarsi. Hanfstaengel fu il capo ufficio stampa estera di Hitler nel 1933-1937.
Ancora, quest’uomo era un agente statunitense. Infine, Truman Smith merita una menzione. Anche se membro del dipartimento di Stato, organizzò il sostegno nazista negli Stati Uniti. Organizzò il tour di Charles Lindbergh presso le strutture della Luftwaffe. Quindi a Washington organizzò l’opposizione politica e militare alla partecipazione degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. (Farago, pp.556-557)
In sostanza, Hanfstaengl e Smith, ebbero un ruolo parallelo a quello del barone de Ropp. Incoraggiarono Hitler (e i tedeschi in generale) a credere di avere il sostegno della dirigenza anglo-statunitense (cioè degli Illuminati) nella loro avventata crociata contro la Russia.

Conclusioni
Il barone William de Ropp, Hanfstaengl e Smith erano l’ulteriore prova che la seconda guerra mondiale fu escogitata dagli Illuminati per distruggere gli Stati-nazione d’Europa e dare una spiegazione razionale ad Israele. Con Illuminati mi riferisco alla società segreta satanica della massoneria che esegue l’agenda del cartello bancario centrale. Dai telegiornali ai film, da Internet alle classi, la nostra percezione della realtà è creata dagli Illuminati ebraici (cabalisti) del cartello bancario. La storia è una sceneggiatura di questi psicopatici che degradano e schiavizzano l’umanità, aumentando i propri potere e ricchezza.






Nota: Il figlio di William de Ropp, Robert de Ropp, un biochimico, è l’autore di un classico degli anni ’60 sulla spiritualità e l’espansione della coscienza, “The Master Game.”

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

DATAGATE: SPIATO ANCHE IL VATICANO

La National security agency ha intercettato anche il Papa. Lo rivela il numero di Panorama in edicola. Nelle 46 milioni di telefonate tracciate dagli Usa in Italia, tra il 10 dicembre 2012 e l'8 gennaio 2013, ci sarebbero anche quelle da e per il Vaticano. E si teme che siano state captate le conversazioni fin sulla soglia del Conclave. Una delle ragioni sarebbe stata rappresentata dalla necessità di essere messi al corrente di eventuali "minacce al sistema finanziario".


Tra le telefonate intercettate, secondo l'anticipazione data da Panorama, ci sarebbero anche quelle in entrata e in uscita dalla Domus Internationalis Paolo VI a Roma, dove risiedeva il cardinale Jorge Mario Bergoglio insieme con altri ecclesiastici. Panorama rivela infatti che esiste il sospetto che anche le conversazioni del futuro pontefice possano essere state monitorate. 

D'altronde Bergoglio fin dal 2005 era stato messo sotto la lente dell'intelligence Usa come svelato dai rapporti di Wikileaks. Secondo quanto risulta al settimanale, le telefonate in entrata e in uscita dal Vaticano e quelle sulle utenze italiane di vescovi e cardinali, captate e tracciate dalla Nsa sono state classificate secondo quattro categorie: Leadership intentions, Threats to financial system, Foreign Policy Objectives, Human Rights. C'è il sospetto perciò che siano state oggetto di monitoraggio anche le chiamate relative alla scelta del nuovo presidente dello Ior, il tedescoErnst von Freyberg. 

La Nsa smentisce le ultime rivelazioni del Washington Post secondo cui i data center di Google e Yahoo! sono sotto controllo. E smentidsce anche di aver mai spiato il Papa. ''Non e' mai accaduto che la Nsa si infiltrasse nei server di Google e Yahoo!'', ha detto il numero uno dell'agenzia, il generale Keith Alexander, definendo ''false'' le notizie circolate. La Nsa non ha mai avuto come obiettivo il Vaticano e le notizie riportate dalla stampa italiana non sono vere. Lo ha detto la portavoce dell'agenzia federale di intelligence. (ANSA)

mercoledì 30 ottobre 2013

COME LA FED E' DIVENTATA LA BANCA CENTRALE GLOBALE

Con l’indicazione del nome di Janet Yellen a capo della Federal Reserve da parte di Barack Obama, per l’amministrazione democratica si prospetta un altro scontro con il Congresso: i 60 voti necessari potrebbero essere difficilmente raggiungibili (i democratici ne hanno solo 54) perché i repubblicani vedono come il fumo negli occhi il fatto che la più potente istituzione finanziaria del mondo venga guidata da una neo-keynesiana e democratica convinta.


Ma l’istituzione stessa di una banca centrale negli Stati Uniti è sempre stata una materia esplosiva, controversa e divisiva. Sin dalle origini, quando venne fondata la prima banca con funzioni di banca centrale, nel 1781, in piena guerra rivoluzionaria contro la Gran Bretagna.

Bank of North America

In quel periodo, l’esercito di Sua Maestà Giorgio III controllava la costa, diverse città e la frontiera occidentale. In compenso, le Tredici Colonie erano indebitate per 25 milioni di dollari, la fiducia nel credito era ai minimi e da più parti si chiedeva un intervento risolutivo. Così, nel febbraio 1781 viene nominato il primo e unico Sovrintendente alle Finanze: il finanziere Robert Morris, che già aveva contribuito di tasca sua con un milione di sterline a pagare l’armata di Washington. Tre giorni dopo, con l’aiuto di un prestito di 10 milioni di livres (antica moneta francese NdA) concesso dalla Francia e di una donazione di 6 milioni di livres fatta personalmente da re Luigi XVI, Morris propone l’istituzione di una banca nazionale, sul modello della Bank of England, per riprendere a stampare moneta ed a finanziare la guerra con l’emissione di titoli di debito pubblico. La proposta di questa nuova banca viene approvata dal Congresso Continentale il 26 maggio 1781 e la Bank of North America viene inaugurata il 4 gennaio 1782. In questo periodo, le sorti della guerra cambiano e con essa le sorti della Banca, fortemente malvista da esponenti di primissimo piano del Congresso come Thomas Jefferson. Tra il 1783, anno del trattato di Parigi che sancisce la definitiva indipendenza degli Stati Uniti e il 1787, la banca diventa via via una banca commerciale, fornendo comunque una prima base per un sistema bancario. Ma un altro Padre Fondatore sosteneva la necessità di una Banca Centrale vera e propria: il suo nome era Alexander Hamilton, primo Segretario del Tesoro dell’amministrazione di George Washington.

Bank of the United States (meglio nota come “First Bank”)

Nei piani di Hamilton, la Banca aveva un triplice scopo:
Stabilizzare la valuta
Ridare fiducia al credito all’interno e credibilità alla giovane nazione
Pagare tutti i debiti dei singoli stati

Fautore di un forte stato centralista e ammiratore della potenza britannica, il segretario al Tesoro non poteva non incontrare una forte opposizione da parte del Congresso, dominato dai deputati della Virginia e rappresentati in seno al governo dal segretario di Stato Thomas Jefferson. Anche perché, dei dieci milioni del capitale azionario della banca, due dovevano essere forniti dal governo, che a quell’epoca non disponeva di quella somma e pertanto doveva chiedere un prestito alla banca stessa. In più, la Virginia, come stato agrario e fautore di un governo limitatissimo, aveva pochi debiti e non voleva farsi carico, tramite la banca, dei debiti degli altri stati meno accorti. Infine, un aumento delle tasse sulle importazioni di alcolici che doveva servire a capitalizzare la banca, non era ben visto da nessuno dei jeffersioniani più convinti, come il futuro presidente James Madison, all’epoca deputato, e che come Jefferson vedeva l’istituzione di questa banca come un favore fatto agli industriali del Nord, bisognosi di continui prestiti per espandere il loro business. Ma Hamilton fece alcune modifiche al suo disegno originario di basarsi sul modello inglese.

Intanto, nel disegno di legge del 1791 la banca non era pubblica, ma completamente privata. La banca poi non era permanente ma aveva durata ventennale, dopo di che doveva venire nuovamente approvata dal Congresso. Non poteva né comprare titoli di debito governativo, né ampliare la propria capitalizzazione, né indebitarsi in alcun modo. Così facendo, dopo il passaggio congressuale, si garantì la firma del presidente Washington, anche lui perplesso sulla costituzionalità di questa banca. In più, questa banca era responsabile solo del 20% dell’emissione della moneta circolante sul territorio americano, al resto provvedevano le vecchie banche statali. Ma ciò nonostante, quando Hamilton perse la carica di segretario al Tesoro, nel 1795, il destino della banca già sembrava segnato: il nuovo segretario Olivier Wolcott decise quasi subito di vendere lo stock governativo del capitale della banca per fare cassa anziché aumentare ulteriormente le tasse sugli alcolici, che l’anno prima già avevano provocato la ribellione del Whisky in Pennsylvania con diverse manifestazioni violente che avevano causato morti sia tra la polizia che tra i manifestanti. E nel 1811, il nuovo segretario al tesoro di Madison Albert Gallatin decise di non rinnovare la concessione alla banca le cui azioni vennero vendute al banchiere di origine francese Stephen Girard, il quale la trasformò in una banca commerciale che rimase attiva addirittura fino al 1983. Nel periodo successivo, con la nuova guerra combattuta contro la Gran Bretagna, l’inflazione andò di nuovo fuori controllo, tanto che il governo si trovò nuovamente costretto a emettere buoni del Tesoro che presto sarebbero nuovamente diventati carta straccia. E Madison si rivolse a Girard per ottenere i soldi necessari per la guerra. E nel 1816, colui il quale era stato un oppositore della prima ora di una banca centrale, ritornò sui suoi passi.

Second Bank of the United States

Il clima politico statunitense era nettamente cambiato e l’unità nazionale della cosiddetta “Epoca dei buoni sentimenti” consentì che la banca venisse istituita con una scarsa opposizione congressuale dei soli jeffersoniani duri e puri. E con la stessa struttura del banca di Hamilton. Inaugurata il 7 gennaio 1817, cominciò subito con l’erogazione di credito attraverso le sue filiali per assecondare sia gli affaristi del Nord-Est che l’espansione territoriale a Ovest. Nel 1819, come prevedibile, ci fu un crollo del mercato immobiliare statunitense, troppo pompato dalle politiche economiche della banca, cui seguì una politica monetarista molto rigida per stringere le maglie e stabilizzare finalmente l’inflazione che affliggeva il Paese ormai da troppi anni. Ma l’effetto collaterale fu la disoccupazione di massa e un crollo del valore immobiliare. Una pesantissima recessione si protrasse fino al 1822. E l’opposizione alla banca crebbe e trovò il suo campione nell’eroe della guerra del 1812–1815, il generale Andrew Jackson. Nel suo programma per le elezioni del 1828 c’era appunto la distruzione della banca, vista come un covo di corruzione e di clientele, citando il caso della filiale di Baltimora dove il direttore venne arrestato per corruzione e concussione.
Anche se nel quinquennio 1823–1828, sanche a detta di un fautore del free–banking come Albert Gallatin, la banca centrò gli obiettivi di stabilizzare la moneta e di creare le condizioni per uno sviluppo industriale duraturo. Ma la campagnia populista di Jackson per le presidenziali del 1828, per la prima volta prendeva in considerazione non più la sola borghesia industriale, agraria e mercantile come i suoi predecessori ma si focalizzava sui bisogni dell’ "uomo comune", fece breccia nei ceti bassi della popolazione americana, consentendo all’anziano generale di essere eletto con il 55% dei voti.

Tra le motivazioni che il presidente Jackson scrisse nel 1832 per giustificare il suo veto al rinnovo del mandato della Banca le spiccavano le seguenti:
La Banca racchiude tutto il potere finanziario americano in una sola istituzione
Espone il governo ad interessi stranieri (la compravendita di azioni della banca era aperta anche a cittadini di altri paesi)
Serve a rendere più ricco chi già lo è
Tiene in scacco molti membri del Congresso
Favorisce gli stati del Nord–Est a scapito di quelli del Sud e quelli dell’Ovest.
La banca e le banche in genere sono controllate da poche famiglie.

La dismissione della banca con il ritiro dei fondi governativi provocò un ulteriore shock finanziario che, a differenza di quanto credeva Jackson, colpì soprattutto gli agricoltori e gli artigiani che lui si proponeva di difendere. Le banche cominciarono ad accettare solo depositi in oro e in argento, innescando una stretta creditizia che avrebbe tenuto ferma l’economia americana per molti anni ancora, con una vita media delle banche commerciali di cinque anni e fallimenti a ripetizione per banche che non potevano più ripagare i titoli emessi. A stabilizzare nuovamente la situazione provvide, come già accaduto, una guerra, la guerra civile americana

National Banks System

Quando la guerra civile scoppiò, gli Stati Uniti si divisero senza mai aver avuto un’unica valuta nazionale, ma solo una monetazione in oro e in argento. La guerra richiese da subito una quantità di denaro nettamente superiore alle precedenti, con l’introduzione delle navi da guerra di acciaio, dell’uso dei treni per il trasporto delle truppe e di nuove armi come le prime mitragliatrici e i fucili a canna rigata. L’amministrazione Lincoln attuò diverse misure: prima nel 1862 con il Legal Tender Act unificò finalmente la valuta nei "greenbacks", i primi dollari stampati a fondo verde. Poi, con il National Currency Act del 1863, s’istituirono delle banche nazionali che dovevano emettere moneta con un cambio unificato e unanimemente riconosciuto. L’anno successivo, il sistema delle banche nazionali venne finalmente stabilizzato, tassando al 10% i titoli emessi dalle banche statali che in questo modo si convertirono per la quasi totalità in banche nazionali, stabilizzando così un’economia di guerra che aveva bisogno di sempre più finanziamenti per sconfiggere il nemico sudista. Sconfitta la Confederazione, rimaneva però in piedi l’avversario di sempre, l’instabilità finanziaria, che veniva acuita da periodiche crisi di liquidità. Ad esempio, poteva succedere il caso seguente: una banca rurale teneva i depositi dei conti correnti, abitualmente, nel forziere di una banca più grande. Durante certe stagioni, ad esempio quella della semina, la banca rurale doveva fornire più denaro del solito, appoggiandosi alla banca più grande. Ma se anche la banca più grande in quel periodo avesse avuto un periodo simile, mancando un prestatore di ultima istanza, s’innescava una crisi di liquidità cui si accompagnava una corsa agli sportelli bancari con conseguente crollo delle borse. Uno in particolare spostò l’opinione pubblica a chiedere a gran voce una banca centrale, quello del 1907, quando in seguito a una speculazione sul prezzo delle azioni di una società mineraria, la United Copper Company, la borsa di New York perse il 50% del suo valore in pochi giorni. I tempi erano maturi per l’istituzione di una banca centrale vera e propria.

Federal Reserve

Venne istituita una commissione interparlamentare guidata dal capogruppo repubblicano al Senato Nelson Aldrich per studiare il problema bancario, che con le sue oscillazioni stagionali affliggeva costantemente l’economia americana. Una prima stesura prevedeva una National Reserve con quindici filiali regionali e un consiglio di amministrazione di 46 direttori. Ovviamente, la Banca era prestatrice di ultima istanza, ma i suoi capitali dovevano essere privati e questo voleva dire lasciare la banca in mano alle stesse persone che dominavano da anni l’economia americana come J.P. Morgan e John D. Rockfeller e che avevano avuto un loro ruolo nel panico del 1907. I democratici si opposero con forza al piano Aldrich e quando il loro candidato Woodrow Wilson vinse le presidenziali del 1912, il disegno di legge venne rimodellato, dando maggior presenza al capitale pubblico, ora prevalente. Le filiali regionali vennero ridotte a 12 e, a differenza del piano Aldrich, ogni banca operante sul territorio americano doveva aderire al Federal Reserve System. Il piano passò agevolmente l’esame della Camera ma passò in modo risicato al Senato, dove passo grazie all’astensione di 27 senatori e a misure non proprio razionali come quella di porre due sedi della Fed in Missouri a Kansas City e Saint Louis per convincere il senatore James Reed a dare il suo voto favorevole. La legge passò con 43 voti a favore, 25 contrari e 27 astenuti. I poteri e i compiti della Fed non avevano precedenti nella storia americana: doveva garantire ai mercati un abbondante liquidità, tenere sotto controllo l’inflazione e mantenere tassi d’interesse non troppo elevati nel lungo termine. I poteri della Banca sarebbero poi aumentati negli anni, tanto da dovere attuare una politica monetaria che garantisca la “piena occupazione” secondo l’Employment Act del 1946. Ma gli oppositori della Fed non sono morti: l’ex deputato repubblicano Ron Paul ha addirittura impostato la sua campagna presidenziale per le primarie con lo slogan “End the Fed”. La Fed ha avuto le sue colpe sia nella crisi del 1929 che in quella del 2007–2008: questo è fuor di dubbio. Ma senza una banca centrale probabilmente gli Stati Uniti non sarebbero mai diventati una potenza globale. Perché quando la Fed sbaglia, poi può anche fornire la cura. Certo, la cura può essere più o meno dura dal punto di vista sociale. Ed è questo che divide ancor oggi democratici e repubblicani.

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