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martedì 5 novembre 2013

ANCHE L'EUROPA SPIA TELEFONI E INTERNET: ECCO COME

I servizi segreti di Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi e Svezia avrebbero messo a punto un sistema di sorveglianza di massa dellecomunicazioni telefoniche e internet in stretta collaborazione con il GCHQbritannico. Lo riferisce il Guardian. Lo sviluppo di questa rete risalirebbe a 5 anni fa, secondo documenti della talpa del Datagate, Edward Snowden.


L’EUROPA SPIA COME OBAMA – Lo sviluppo di questa ‘rete europea’ di spionaggio riguarda gli ultimi cinque anni, secondo il quotidiano britannico che si basa su nuovi documenti forniti dalla ‘talpa’ del Datagate Edward Snwoden. Dai file emerge anche che il GCHQ, l’equivalente britannico della Nsa americana, svolgeva un ruolo di consulente nell’aiutare i partner europei ad aggirare le leggi nazionali che limitano i poteri dell’agenzie di intelligence. In special modo è stato sottolineato come il Gchq avesse solidi rapporti con le due principali agenzie d’intelligence olandesi, la Mivd ed il servizio segreto interno, l’Aivd, definite due piccole realtà se confrontate con le controparti inglesi ma allo stesso tempo competenti e motivate.

GCHQ – La rivelazione, secondo quanto riporta il quotidiano inglese, troverebbe conferma nelle carte del britannico Gchq (Government Communications Headquarters) in possesso dell’ex analista americano Edward Snowden, ora rifugiatosi in Russia. Sempre secondo le carte citate dal ‘Guardian’, il sistema di monitoraggio sarebbe stato sviluppato cinque anni fa e il Gchq avrebbe aiutato i partner europei ad aggirare le leggi che limitano i poteri delle agenzie di intelligence, ottenendo il sostegno delle principali agenzie europee. La Gchq ha poi fornito assistenza legale alle due agenzie olandesi per aiutarle a muoversi meglio tra le loro leggi così che potessero aiutare maggiormente gli inglesi.

IL RUOLO DEGLI ITALIANI - I meno collaborativi erano gli italiani, perche’ “divisi” tra di loro e per le leggi italiane che ‘legavano loro le mani’. E’ quanto riferisce il britannico Guardian secondo il quale gli agenti britannici – abituati come i cugini americani ad avere accesso senza limiti alle comunicazioni degli altri Paesi – esprimevano “frustrazione” per le “frizioni interne tra le agenzie italiane (Aise e Aisi, ndr) e i limiti imposti dalla legge alle loro attivita’. “Gchq ha gestito alcune (attivita’) di antiterorismo e ha avuto discussioni concentrate sulla (sicurezza) di internet con entrambe le agenzie di intelligence ma hanno scoperto che i servizi italiani sono divisi e si sono dimostrati non in grado e/o non intenzionati a collaborare tra di loro”, si legge nel rapporto interno. In un aggiornamento di sei mesi successivi il Gchq lamentava di essere ancora in attesa di, “una risposta dall’Aisi (il controspionaggio civile) su una recente proposta di collaborazione….gli italiani si sono dimostrati ansiosi (di collaborare) ma gli ostacoli legali potrebbero aver ostacolato la loro capacita’ di rispettare l’impegno assunto”. Nel pezzo del Guardian gli 007 del Gchq elogiano invece la collaborazione, apparentemente priva di ostacoli o complicazioni, di Germania, Francia, Spagna e Svezia. (Photocredit Gettyimages).

fonte: Giornalettismo

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