"Coltivare il proprio orto è rivoluzionario". Altera gli equilibri e rende autonomi, almeno in parte, dell'agricoltura industriale. Possiamo farlo anche sul balcone di casa. Magari seguendo i principi della permacultura.
"Quando diventeremo realmente consapevoli che siamo interconnessi con i flussi energetici della vita tanto quanto lo siamo nei network sociali su internet, che tutto ha un'impronta ecologica e può avere un effetto su altri, vicini e lontani, saremo capaci di evolvere come individui e come società" (Jeremy Rifkin).
Secondo l'economista Jeremy Rifkin il collante invisibile, che ci rende una grande famiglia è l'empatia, perchè ci consente di metterci nei panni degli altri, di essere compassionevoli e solidali. “E' ora di maturare, mettere in atto l'empatia in maniera radicale, pensare alle altre specie come fratelli evolutivi e alla biosfera come una comunità”. Un forte messaggio che pone a suo fondamento l'amore per la vita, propria e altrui.
Il primo passo per recuperare la sintonia con il mondo che ci circonda è la tutela e conservazione degli habitat naturali. In campo ambientale è uno tra gli obiettivi più importante per la politica europea, che vuol creare una rete ecologica in grado non solo di proteggere le comunità animali e vegetali, ma anche preservarle nei luoghi abitati.
Avere un disegno agricolo che rispetti le dinamiche della terra è di primaria importanza soprattutto per il fondatore del primo centro botanico milanese, Angelo Naj Oleari.
“Il tentativo di un'agricoltura industriale di procurarci tanto cibo a basso costo è miseramente fallito. Il costo è chiaramente elevato, legato all'economia del petrolio, e il prezzo non considera il costo sociale e le perdite ambientali”.
Quale deve essere allora il nostro comportamento , condizionato dalle esigenze economico-alimentari? “ coltivare variabili nella mobilità, invece di invariabili nella costrizione! Un ordine utilitaristico in movimento con l'armonia selvatica. Non abbiamo bisogno di alimentare solo il corpo, ma anche lo spirito” (Naj Oleari). La visione spirituale del signor Oleari rappresenta magistralmente l'auspicato cambiamento di modo di essere, ma soprattutto di valori. Il mondo delle piante e il valore in esso contenuto non viene solo esaltato dal rispettare la natura, ma ci permette anche di tornare ad essa per assaporarne i sapori, i gusti e riscoprirne le proprietà.
Dal pensiero di Naj Oleari si evince, ancora una volta, l'esigenza di liberarci dall'assoggettamento al sistema imposto dalle monoculture, che sono evidenti azioni di impoverimento della terra, la nostra sola terra.
La permacultura è la risposta radicale alle agricolture intensive. Essa nasce dalla constatazione che la natura, lasciata a se stessa, è capace di organizzarsi, perciò viene chiamata anche agricoltura selvatica. La permacultura si può applicare a un balcone, un orto o un campo. Il costo è molto inferiore, la resa del terreno è minore ma cresce in maniera esponenziale il valore qualitativo della produzione.
In questo momento di crisi economica e di valori, la terra è l'unico luogo in cui possiamo ritornare per ricostruire una nuova economia. Si prevede che nei prossimi decenni, con l'aumento dei prezzi del petrolio, che agisce a cascata sulla distribuzione del cibo e sui sistemi di coltivazione industriale, dovremo contare sempre più su produzioni alimentari locali, sull'agricoltura urbana e peri-urbana, cioè evolvere dalla dipendenza energetica all'autoproduzione. È in questa cornice che coltivare il proprio orto diventa un atto sovversivo, perchè altera gli equilibri, è un atto creativo, di condivisione, rende autonomi, dona potere sulla qualità della propria alimentazione e sul portafogli. Questa rivoluzionaria definizione è di Roger Doiron, e il suo intervento a Ted Talks è conosciuto in tutto il mondo.
In questa direzione vanno sia le piccole coltivazioni domestiche sia gli orti comunitari e sociali, il network dei Transition Towns, gli attacchi verdi del Guerrilla Gardening e il progetto artistico Orto d'artista.
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