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domenica 18 novembre 2012

BILL CLINTON E TONY BLAIR TORNANO A SCENDERE IN CAMPO PER PROPORRE "UNA NUOVA TERZA VIA"


Bill Clinton e Tony Blair tornano in campo, mettendo a disposizione la loro esperienza per aiutare una nuova generazione di leader a lanciare una nuova "Terza Via", come fu chiamata la svolta riformatrice che portò al potere le forze progressiste negli Stati Uniti e nella maggior parte d'Europa negli anni '90. 


L'ex presidente americano e l'ex premier britannico hanno partecipato ieri e oggi a un convegno organizzato a Londra da Policy Network, la fondazione di studi politici fondata da Peter Mandelson, a lungo consigliere e ministro laburista negli anni del blairismo. Titolo dell'evento: "Dopo la rielezione di Obama, il futuro delle forze di centro-sinistra". Vi hanno preso parte rappresentanti di quasi tutti i partiti progressisti europei, tra cui l'onorevole Sandro Gozi del Partito Democratico italiano.

"E' tempo di costruire una nuova Terza Via", ha detto Clinton in un lungo dibattito con gli altri partecipanti. L'ex-capo della Casa Bianca e Blair (che ha limitato a un messaggio scritto la sua partecipazione a causa delle gravi condizioni di salute di suoi padre, che è spirato nel pomeriggio di oggi) si sono impegnati a mettere a disposizione dei partiti del centro-sinistra la loro esperienza al fine di creare una "nuova cultura di sinistra" sulle due sponde dell'Atlantico, capace di affrontare le nuove sfide del ventunesimo secolo e di riportare i progressisti al potere in Europa così come Barack Obama ha appena fatto negli Usa.

La Terza Via, un programma elaborato dal sociologo Anthony Giddens e poi adottato con successo da Blair a Londra, da Gerard Schroeder in Germania e dai leader dei governi di centro-sinistra della maggioranza dei paesi dell'Unione Europea negli anni '90, rappresentò una svolta riformatrice, capace di coniugare la difesa del welfare e la promozione di opportunità per tutti in un diverso panorama sociale e demografico. 


In cosa consisterebbe una "nuova" Terza Via? "Nel riconoscere che la situazione è cambiata rispetto agli anni '90", risponde l'onorevole Gozi al termine del convegno. "Oggi le priorità sono la lotta a un crescente gap ricchi-poveri, la risposta ai dolori della classe media, l'esigenza di dare maggiore regolamentazione ai mercati finanziari, l'efficienza energetica e una politica di investimenti e sviluppo. Sia Clinton che gli altri interventi hanno ribadito come non sia possibile rispondere alla crisi economica di questi anni soltanto con l'austerità, servono anche misure per dare speranza, serve una politica di micro crediti e prestiti per le piccole imprese, per uscire dal pensiero unico tedesco predicato dalla Germania della Merkel".

Oltre a un sostegno teorico, l'ex-presidente americano ha riferito ai suoi interlocutori europei l'importanza di costruire una politica del consenso in grado di riavvicinare la gente ai partiti con l'aiuto di nuove tecnologie e nuove tecniche, come quelle usate abilmente dal partito democratico nelle presidenziali Usa. L'uso dei social network, la politica del porta a porta, il targeting di precise categorie sociali, come le donne, i giovani, le minoranze, sono state tra le chiavi della vittoria di Obama, ha spiegato Clinton.

"Una lezione che anche noi in Italia dobbiamo studiare e apprendere", osserva l'onorevole Gozi, "individuando innanzi tutto chi sono gli elettori che vogliamo conquistare per poter vincere le prossime elezioni". Commenta Matt Browne, un ex-consigliere di Blair che oggi lavora con John Podestà, l'ex-capo di gabinetto di Clinton, in una fondazione di studi politici negli Stati Uniti: "L'approccio pragmatico che ci portò a vincere negli anni '90 può portare i progressisti di nuovo al potere in Europa con un messaggio aggiornato ai problemi del nostro tempo".

di Enrico Franceschini
fonte: La Repubblica

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