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martedì 27 novembre 2012

L'AVVENTO DEL FASCISMO MONETARIO - terza parte

L'avvento del fascismo monetario
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Se vi capita spesso di chiedervi come mai il “capitalismo del libero mercato” sembri un fallimento nonostante che economisti e opinionisti politici assicurino che funziona a dovere, la vostra intuizione è azzeccata.
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di James C. Kennedy è un consulente economico
Traduzione per www.comedonchisciotte.org 
a cura di DOMENICO D'AMICO 


terza parte



Sovranità Monetaria e Morte delle Nazioni

Il modello di Friedman di drenaggio della ricchezza si è trovato sin dall’inizio in conflitto col tradizionale Stato Nazione e con il concetto di sovranità nazionale.
Ottimo, direte, lo stato è il male e va rimpiazzato con qualcosa di nuovo. Non c’è da fidarsi di questo tipo di ragionamento. La nocività dello stato non è nulla in confronto a quella dell’arraffa-soldi [7]. Lo Stato deve rendere conto al pubblico, o quantomeno alle organizzazioni criminali. L’arraffa-soldi risponde solo al proprio desiderio insaziabile di accumulare sempre più denaro.

L’ideologia di Friedman comincia a minare la sovranità dello Stato svincolando la creazione di ricchezza dagli interessi statali. La ricchezza che si viene accumulando viene utilizzata per alterare l’attività politica, per ottenere scappatoie fiscali e normative finanziarie a vantaggio del ceto benestante. Nel corso della storia, lo Stato ha sempre protetto gelosamente la propria sovranità. Perciò, com’è potuta sopravvivere una tale ideologia, e come ha fatto a impadronirsi dello Stato?
È semplice: hanno cooptato tutti quanti. Prima gli accademici e i think tank, poi, l’uno dopo l’altro, i partiti politici. I media sono stati assorbiti e concentrati nelle mani di un oligopolio aziendale [8] che ha prontamente imposto i propri interessi tramite le agende di direttori e programmisti. Poi si sono radicati nella società attraverso TFR e fondi pensione. Perfino i disoccupati e gli inabili al lavoro sono stati dichiarati idonei a ottenere una carta di credito, magari una macchina nuova, perfino una casa. Il debito pubblico e privato si è allargato a livello nazionale e globale. Per un breve periodo hanno fatto sentire tutti più ricchi. E nel frattempo l’industria finanziaria delocalizzava, liquidava, dislocava e metteva fuori gioco le tradizionali attività produttive della nostra economia.
Con l’avvento del Fascismo Monetario, la percentuale di PIL dovuta ai guadagni del settore finanziario è cresciuta dal 5% del 1969 a più del 22% del 2008. Nello stesso lasso di tempo l’industria manifatturiera è scesa da una percentuale maggiore del 26% ad appena il 12%. Utilizzando criteri di aggiustamento storici quella percentuale scende a meno del 10%. Solo la parte di PIL pertinente al governo federale è stata maggiore [di quella del settore finanziario], arrivando al 35%.
Piazzandosi al primo posto nell’economia statunitense, l’industria finanziaria è diventata la protagonista dell’azione di governo. Ma il vero potere dietro l’industria della finanza va molto più in là dei semplici vantaggi politici che si ottengono finanziando una campagna elettorale. L’industria finanziaria esercita un’influenza profonda e diffusa su tutte le attività di governo, per mezzo della Federal Reserve, il Ministero del Tesoro, Fannie May e Freddie Mac [9], la FDIC [10], consiglieri di primo piano nell’Amministrazione, membri del Congresso, nomine politiche nella SEC [la Consob statunitense], la CFTC [11], e componenti del Council of Foreign Relations, nonché agganci in organizzazioni globali come il G8, il G20, il Comitato di Basilea [12], il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.
Per mezzo di un’influenza senza precedenti sull’Amministrazione, sulle commissioni parlamentari finanziarie e sulla Federal Reserve, hanno ottenuto il pieno controllo su chi stabilisce le regole. Difatti sono stati individui come Alan Greenspan, Tim Geithner (della Federal Reserve), Robert Rubin a Larry Summers (dell’Amministrazione), insieme ad altri, che hanno messo a tacere i “regolatori canaglia” [13] che cercavano di mettere in guardia il Congresso statunitense sui rischi potenziali della deregolamentazione, dei derivati e delle transazioni nascoste. Greenspan, Summers, Rubin e gli altri hanno in sostanza messo in scena un processo in stile staliniano contro Brooksley Born e altri, allo scopo di mandare un messaggio agli altri aspiranti regolatori: per la classe finanziaria le regole non valgono più. E ha funzionato.

Una volta avuti sotto controllo i regolatori e i membri chiave delle commissioni parlamentari sulla finanza, si ritrovarono liberi di modificare le norme contabili, di creare complicati strumenti finanziari e manipolare il rischio dei derivati, mentre le perdite reali raggiungevano livelli stupefacenti di sfacelo globale. Ipotecarono i CMO e perfino i CMO sintetici a livelli insostenibili, camuffando ogni possibile segnale di allarme con CDS senza garanzie collaterali.

Il rischio concreto per la finanza globale veniva mimetizzato dagli strumenti derivati, legati all’enorme portafoglio di debiti controllati da banche “troppo grandi per fallire”, investite di un potere politico senza precedenti.
Queste banche non erano sottoposte a nessuna effettiva forma di regolamentazione. Per la precisione, Goldman Sachs e simili poterono entrare, dalla sera al mattino, nel novero delle più grandi banche mondiali, garantendosi accesso illimitato alla Finestra di Sconto [14]. Si tratta di una mossa talmente clamorosa da sfuggire alla miopia del pubblico, mentre i media, gli accademici e i think tank hanno fatto tutti scena muta.

Ma l’accesso illimitato alla Finestra di Sconto non era abbastanza.
Le banche di investimento e l’industria finanziaria nel suo insieme possono godere della liberalità illimitata dello stato attraverso l’alleggerimento quantitativo, dell’immunità penale per quel che riguarda strumenti finanziari fraudolenti come i CMO, i CDS e derivati assortiti, operazioni speculative coi soldi dei clienti [15], sottrazione di denaro ai clienti, travasi totali di titoli da banche fallite a banche in via di fallimento, e perfino per l’intera operazione manipolatoria del LIBOR [16].
Il tradimento definitivo è stato perpetrato dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha conferito al denaro una voce e poteri elettorali [17]. Questa decisione considerava ogni singolo dollaro in circolazione come un potenziale elettore. Nelle mani di un cittadino qualsiasi, la voce del dollaro ammonta a 2.500 dollari a persona per candidato. Ma nelle mani di un SuperPAC controllato da qualche potere economico, la voce del dollaro non ha praticamente limiti.
Il settore finanziario ha investito più di 5 miliardi di dollari in contributi elettorali dal 1998 al 2008. Come se 5 miliardi non bastassero, la sentenza della Corte Suprema e la creazione dei SuperPAC determinerà sulla politica l’effetto di uno tsunami.
Ai SuperPAC è consentito raccogliere e spendere illimitate quantità di denaro provenienti da individui, corporation, associazioni e altri gruppi di interesse per sostenere “apertamente” i politici candidati. Un esempio recente di quanto tutto questo sia negativo è rappresentato dal contributo di 10 milioni di dollari versato a Newt Gingrich da Sheldon Adelson e da sua moglie. I contributi “legali” del SuperPAC degli Adelson hanno, da soli, mantenuto il “loro candidato” nelle Primarie Repubblicane. Gingrich, a parte questo singolo finanziatore, non gode di alcun altro significativo sostegno. Democrazia? Governo rappresentativo?

Quella decisione di fatto ha abolito la forma rappresentativa del nostro governo. Di nuovo, questo atto di tradimento non ha innescato nessuna discussione rilevante tra gli accademici, i costituzionalisti, i think tank, gli attivisti dei diritti civili o nei media. Perché? Sono stati tutti cooptati.

Oggi il potere dello Stato serve ciecamente l’interesse di quelle banche, a spese di chiunque altro. Non sto dicendo che tutto questo debba essere il frutto di una ben meditata cospirazione. Al contrario, si tratta di un risultato inevitabile. In assenza di ostacoli, i sistemi orientati verso l’accrescimento, come i virus, tendono a un’espansione senza limiti. Senza la presenza di limitazioni, l’equilibrio diventa impossibile. L’enfasi ossessiva dedicata alla crescita monetaria ha compromesso tutti gli altri aspetti dell’economia.

Qualsiasi leader politico statunitense che perseguisse un programma di tipo nazionalista verrebbe messo alla gogna come oppositore del “libero scambio” e un pericolo per il “libero mercato”. L’esempio perfetto è costituito dalle reazioni, sia a livello parlamentare sia governativo, alle tradizionali iniziative di Politica Industriale. La reazione unanime è quella di caratterizzare qualsiasi iniziativa di Politica Industriale come “anti libero scambio” e antiamericana. È doppiamente sbagliato: l’intera argomentazione di Adam Smith sul libero scambio era intesa a potenziare la Politica Industriale dell’Inghilterra. Ed è un dato di fatto che la potenza industriale statunitense è radicata in 200 anni di Politica Industriale diretta, sostenuta o sponsorizzata dal governo.

La stampa e gli opinionisti hanno altresì contribuito a questo rovesciamento della realtà, quando hanno messo in discussione la fiducia di Obama nel capitalismo per via delle sue critiche alla delocalizzazione di posti di lavoro statunitensi da parte di Mitt Romney quando era a capo della Bain Capital. Secondo stampa e opinionisti la delocalizzazione è un principio fondamentale del “libero mercato”, ma la delocalizzazione non trova nessuno spazio nel libero mercato di Adam Smith. La delocalizzazione come viene effettuata oggi, tecnicamente è incompatibile anche con Ricardo, dato che il Vantaggio Comparato di Ricardo presuppone una reciprocità di scambio tra partner relativamente simili.

Nel corso della storia i governi hanno utilizzato le tariffe o altri mezzi per riequilibrare eventuali grandi discrepanze con partner commerciali troppo diversi o indesiderabili. Oggi le corporation e l’industria finanziaria hanno messo da parte queste “disparità comparate”. Alla fine tutto questo ha come risultato la diffusione della disoccupazione e della delocalizzazione all’interno delle nazioni origine e ospite, e tutto il costo cumulativo diventa semplicemente onere per lo stato.

Non è niente di più che una speculazione sulle disparità e il trasferimento dei costi collaterali allo stato. Dato che i costi della disoccupazione e della delocalizzazione minacciano la relazione asimmetrica tra stato e classe finanziaria, la classe finanziaria promuove l’austerità tramite i propri vari think tank, accademici a libro paga e sostenitori nel Congresso e nell’Amministrazione.
Al di fuori degli USA, a sponsorizzare l’austerità ci sono il FMI, la Banca Mondiale e varie agenzie internazionali monetarie, commerciali e finanziarie, inclusa l’Unione Europea.

Oggi le classi bancaria e finanziaria impongono quest’ideologia per mezzo di media e governo con la stessa spietatezza della Chiesa nel Medioevo: avere dubbi equivale a essere eretici. Si tratta di una forma di scomunica molto più sinistra, che colpisce qualsiasi figura pubblica che non accetti o non dichiari con sufficiente eloquenza la sua fedeltà alla venefica ideologia di Friedman.
Di conseguenza, è una triste realtà che sia i membri Democratici sia i membri Repubblicani del Congresso indossino la livrea [17] del Fascismo Monetario – che sia per convinzione o per paura. Entrambi i partiti sono divenuti schiavi di questa ideologia mortale.


[7] Ho preferito una traduzione alla larga del termine “money counter” (che è la macchina che conta automaticamente le banconote), perché il termine “avaro” (che nel suo significato più autentico indica un accumulatore, non un usuraio) è gravato da tristi eredità ideologiche.
[8] Nell’originale si parla di “corporate conglomerates”: ho esplicitato il senso dell’espressione.
[9] “Fannie Mae e Freddie Mac (rispettivamente Federal National Mortgage Association e Federal Home Loan Mortgage Corporation) sono due società create alle fine degli anni Trenta per garantire i fondi per il mercato immobiliare americano. Sono formalmente società private dalla fine degli anni Sessanta ma hanno sempre avuto una linea di credito garantita per svolgere la loro “missione pubblica”. [IlSole24Ore (2008)]
“Per calmare gli investitori, preoccupati che i colossi dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac possano esaurire gli aiuti ricevuti dal Governo americano, il dipartimento al Tesoro ha rivisto i termini dei prestiti erogati a partire da quattro anni fa, quando la crisi aveva quasi ridotto al collasso le due agenzie (erano “sponsorizzate” dal Governo, ma sono finite sotto il controllo federale proprio a causa della crisi). [Corriere.it (agosto 2012)]
[10] “La Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) è una società del governo degli Stati Uniti istituita dal Glass-Steagall Act del 1933. L’FDIC svolge due funzioni principali: fornire una assicurazione sui depositi delle banche membre fino a 250.000 dollari per depositante per banca; vigilare sulla solvibilità di banche statali che non sono sottoposte alla vigilanza del Federal Reserve System (le banche nazionali sono invece sottoposte per legge alla sorveglianza dell’Office of the Comptroller of the Currency). L’FDIC, inoltre, svolge alcune funzioni a tutela del depositante, nonché collegate alla liquidazione di banche in stato di insolvenza. [Wikipedia]
[11] Analoga alla SEC, la CFTC (United States Commodity Futures Trading Commission) “è l’agenzia di Governo Statunitense che si occupa della regolamentazione del mercato dei futures.” [Forex Wiki]
[12] L’originale ha “Basil Accords”, cioè “Accordi di Basilea” (“Gli Accordi di Basilea sono linee guida in materia di requisiti patrimoniali delle banche, redatte dal Comitato di Basilea, costituito dagli enti regolatori del G10 (composto attualmente da undici paesi) più il Lussemburgo allo scopo di perseguire la stabilità monetaria e finanziaria. [Wikipedia]), ma è evidente che il riferimento è all’organo decisionale.
[13] “Rogue regulators”. Il testo riporta “rouge regulators”, ma si tratta di un lapsus calami.
[14] Finestra di Sconto (Discount Window): “ovvero il ricorso in ultima istanza a finanziamenti, richieste di prestito a breve termine fatte dalle grandi banche direttamente alla Federal Reserve, alle banche centrali, invece che attraverso il sistema interbancario. Storicamente una richiesta di questo tipo coincide con un segnale di debolezza da parte dell’istituzione finanziaria che lo richiede in quanto non più in grado di reperire liquidità a breve termine sul mercato per far fronte ai propri impegni.” [borsamercato.com]
[15] Nell’originale si parla di “front running”: “Nelle operazioni in titoli, si dice che un operatore si viene a trovare in front running nel momento in cui, conoscendo che in futuro avverrà una compravendita di notevoli dimensioni, agisce prima della stessa eseguendo un’operazione per conto proprio, così da beneficiare dell’oscillazione di prezzo dovuta al volume della contrattazione che si verificherà in un secondo momento.” [Performance Trading]
[16] Cfr. l’articolo di Mark Vorphal Il Cuore Oscuro dello Scandalo .LIBOR.
[17] Il riferimento è alla famigerata decisione nella causa Citizen United vs. Federal Election Commission, “Questa, in nome primo emendamento alla Costituzione, quello che garantisce la inviolabilità della libertà di parola, ha stabilito che le grandi imprese non dovessero sottostare ad alcun limite nell’ammontare di finanziamenti elettorali destinati a candidati a pubbliche elezioni. La Corte giunse a tale determinazione spaccandosi letteralmente in due, la sentenza fu infatti emessa con una maggioranza di 5 voti contro quattro, a dimostrare quanto fosse scottante e controverso il thema decidendum. In sostanza la suprema magistratura americana, dominata da una maggioranza di giudici conservatori, nominati anche da George W. Bush, ha aperto la strada ad una illimitata possibilità di influenza del processo democratico americano da parte delle grandi corporation, del loro capitale e soprattutto dei loro interessi.” [Pierfrancesco Galgani]

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