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giovedì 6 dicembre 2012

LA CARTA D'INTENTI PER LA MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO


Il gotha dell’ambientalismo italiano si unisce contro l’emergenza permanente

Consumo di suolo e rischio idrogeologico, ecco la Carta d'intenti per la messa in sicurezza del territorio

Si proclama la necessità di interventi, ma vengono tagliati i fondi anche alla Protezione civile
Le principali associazioni ambientaliste italiane hanno sottoscritto una Carta di intenti per "La messa in sicurezza ambientale dell'Italia". Club Alpino Italiano, Fai, Italia Nostra, Legambiente, Touring Club Italiano, Wwf alla vigilia della Giornata mondiale del Suolo chiedono, tra l'altro, che venga istituito un tavolo di confronto permanente, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, tra le Amministrazioni competenti, le organizzazioni della società civile e le associazioni scientifiche e professionali perché siano garantiti fondi adeguati per le attività di prevenzione e di intervento sull'emergenza, il coinvolgimento delle popolazioni e il coordinamento degli interventi.
L'iniziativa è scaturita in seguito all'evidenza di uno stato permanente di ordinaria emergenza che dura da 3 anni (nell'ottobre 2009 il disastro di Giampilieri e Scaletta Zanclea, nel novembre 2012 l'allagamento della Maremma) e che devasta l'ambiente, la convivenza civile, le economie locali e distrugge affetti e memoria delle persone e delle famiglie. Per questo le sei maggiori associazioni ambientaliste, notando un'insostenibile disparità tra gli impegni annunciati dalle istituzioni e quelli effettivi, hanno chiesto in questi giorni un incontro con il ministro dell'Ambiente, della tutela del Territorio e del Mare, Corrado Clini, a seguito della lettera che il ministro ha inviato il 19 novembre scorso al Commissario europeo sul Clima, Connie Hedegaard, e al Commissario europeo per l'Ambiente, Janez Potocnik, per chiedere di portare fuori del Patto di Stabilità i 40 miliardi di euro che dovrebbero servire per attuare la "Strategia Nazionale per l'Adattamento ai Cambiamenti Climatici e la Sicurezza del Territorio", che dovrebbe essere approvata dal Cipe entro il dicembre 2012.
A tal proposito le associazioni segnalano un'incongruenza: a fronte di un impegno di 2,6 miliardi di euro l'anno per raggiungere in 15 anni i 40 miliardi di euro previsti per finanziare la Strategia di adattamento, nella Legge di Stabilità 2013, non ci sono nemmeno i soldi sufficienti per gestire le emergenze: al Fondo per la Protezione Civile il prossimo anno vengono destinati 79 milioni di euro, con un  taglio di 100 milioni di euro rispetto a quanto stanziato nel 2009. Una cifra che costituisce solo il 2,6% dei 2,6 miliardi di euro l'anno che si ritengono necessari per fare interventi urgenti preventivi di manutenzione del territorio e di adattamento ai fenomeni estremi, sempre più frequenti.
«La messa in sicurezza, sia considerata la vera, più grande opera pubblica a garanzia del futuro del Paese. La migliore risposta alla necessità di un rilancio economico e occupazionale dell'Italia. Solo così si avrebbe sicuramente un intervento diffuso sul territorio, ad alta intensità occupazionale, oltre che ad elevata qualificazione professionale» hanno scritto le associazioni nella Carta di intenti. Occorrono interventi che sappiano coniugare prevenzione, informazione e coordinamento, e prevenire significa anche porre un «limite al consumo del suolo che, ai ritmi attuali, fagociterà 75 ettari al giorno nei prossimi 20 anni, in una situazione peculiare del nostro Paese nel quale non si può tracciare un cerchio di 10 km senza intercettare un insediamento urbano».
Per le associazioni ambientaliste è necessario poi contrastare severamente ogni forma di abusivismo edilizio, viste le cifre impressionanti che emergono  dai 3 condoni del 1984, 1994 e 2003 che hanno fatto emergere dal 1948 ad oggi 4,6 milioni di abusi edilizi  e registrare la costruzione di ben 450mila edifici abusivi, per un totale di 1,7 milioni di alloggi abusivi abitati da circa 6 milioni di abitanti. 

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