Condanna senza precedenti di quattro istituti bancari che avevano venduto derivati al Comune di Milano: truffa. E' uno dei primi processi al mondo. Le banche: ricorso.
E' una sentenza che farà giurisprudenza, e non solo in Italia. Oggi il giudice della IV Sezione Penale di Milano, Oscar Magi, ha condannato per truffa quattro banche che avevano fatto firmare al Comune di Milano dei contratti sui cosiddetti "derivati".
Il giudice ha accolto in pieno l'impianto accusatorio del procuratore aggiunto Alfredo Robledo, riconoscendo la responsabilità dei quattro istituti di credito che erano imputati in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. "L'Italia è stato terreno di scorribande per l'Italia", il duro giudizio del pm.
Secondo l'accusa, infatti, le quattro banche avrebbero ''raggirato'' l'amministrazione comunale milanese stipulando nel 2005 uno swap trentennale (sotto la giunta Albertini, contratti poi rinnovati sotto la giunta Moratti) e senza informare come dovuto il Comune di tutti i rischi dell'operazione. Anche una perizia, ordinata dal giudice nel corso del processo durato circa 2 anni e mezzo, aveva stabilito in sostanza che le banche avevano male informato l'amministrazione comunale, la quale, comunque, aveva avuto fretta di concludere l'operazione. Il Comune di Milano che si era costituito parte civile, è poi uscito dal processo dopo un accordo di transazione con i quattro istituti di credito di circa 455 milioni di euro.
Per le banche è una tegola in testa: il business dei derivati è un asset strategico. E soprattutto i risarcimenti che potrebbero essere chiamati a versare se si susseguissero condanne di questo tipo sarebbero cifre da capogiro.
"Deutsche bank rimane convinta di aver agito correttamente, come pure i suoi dipendenti. La banca intende, quindi, ricorrere in appello confidando in una risoluzione positiva del processo", si legge in una nota di una delle banche condanate.
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