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martedì 1 gennaio 2013

USA E UE VOGLIONO CREARE L'UNIONE ECONOMICA



Lo scopo dell’iniziativa – unificazione del Vecchio e del Nuovo Continente per creare un contrappeso ai mercati in forte crescita dei paesi BRIC, in particolare a quelli dell’India, della Cina e della Russia.

Pochi sanno che è stata la Germania l’artefice dell’idea d’integrazione economica tra l’Unione Europea e gli USA. E’ stata la cancelliera tedesca Angela Merkel a proporre personalmente questa iniziativa nel 2007. Il piano Merkel non era piaciuto a Washington e con l’esplosione della crisi nel 2008 l’idea è stata del tutto accantonata. Secondo i dati non ufficiali, per ora i negoziati segreti riguardano il campo d’investimenti reciproci ed elaborazione degli standard comuni applicabili alla tassazione, alla sanità e ad altri settori. Nel frattempo esperti già ipotizzano che l’integrazione delle economie delle due regioni sarà estremamente difficile. Il politologo Mikhail Nejzhmakov ha reso evidente che in particolare bisogna fare in modo che l’iniziativa delle autorità non sia nociva per le società europee e americane di alta tecnologia.

La creazione di tale zona economica potrebbe favorire una schiera di corporazioni dall’una e dall’altra parte. Bisogna tenere in mente però che sia l’una sia l’altra parte sono produttori proprio di prodotti ad alto contenuto tecnologico, nel settore dei quali fanno concorrenza attiva. Ad esempio, nel settore dell’aeronautica. Aprendo una strada più facile ai mercati reciproci nell’ambito di una tale zona economica di libero scambio, assesterebbero un colpo alle proprie corporazioni che fanno concorrenza tra di loro.

L’emergere di una zona economica transatlantica stimolerebbe una notevole crescita economica sia negli Usa sia nell’UE. Esperti hanno già calcolato: l’abolizione della tassazione del commercio aumenterebbe il PIL dell’Unione Europea di mezzo punto percentuale, degli USA – di un punto e mezzo percentuali. A trainare la crescita sarebbe proprio l’aumento delle esportazioni, le quali sia nel caso degli europei sia nel caso degli americani potrebbero aumentare quasi di un quarto. In tal modo gli Stati Uniti e l’Europa insieme potrebbero contrastare le economie dei paesi BRIC in forte crescita. Dopotutto negli ultimi decenni gli europei e gli americani stanno perdendo le loro posizioni nel mondo. Ciò non riguarda tutti i mercati, osserva il professore del dipartimento della politica mondiale della Scuola superiore dell’economia di Mosca Maxim Braterskij.

L’Europa, almeno negli ultimi 10-15 anni, sta lentamente perdendo competitività nei confronti della Cina e, parzialmente, nei confronti dell’India. Perde la competitività però in alcuni determinati settori: laddove la manodopera europea può essere sostituita da quella cinese e vietnamita. In altri settori invece l’Europa non perde alcuna competitività perché non c’è altra Roma, Parigi o Londra.

La maggioranza degli analisti considerano con scetticismo la prospettiva di emersione dell’unione economica USA-UE: appare troppo da fantascienza. Ciononostante, considerando la tendenza già formata verso l’integrazione economica in diverse parti del mondo, sarebbe azzardato escludere una simile ipotesi. Dunque è del tutto probabile che il 21-esimo secolo diventerà il secolo di formazione delle due unioni economiche, dove gli USA e l’Europa “stringeranno l’amicizia” contro il resto del mondo, compresa l’Asia.

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