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martedì 30 luglio 2013

VOLA URANIO SOPRA LE NOSTRE TESTE


«Il Movimento 5 Stelle chiederà immedia-tamente al ministro degli Interni e al ministro della Difesa spiegazioni su questo schieramento di forze dell’ordine, circa 300 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri, avvenuto alle 3,10 di questa notte, per scortare, sembrerebbe, un “travaso” di materiale radioattivo dal centro Itrec in Trisaia di Rotondella all’aeroporto militare di Gioia del Colle. Contenuti e destinazione ignoti».

Questa la dichiarazione del portavoce al Senato della Repubblica per il M5S, Vito Petrocelli, in merito alla notizia che si è diffusa stamattina circa questo ennesimo allarme che riguarda il centro Itrec della Sogin, all’interno del centro di ricerca Enea di Rotondella, dove sono contenuti materiali radioattivi di II e III categoria. La terza categoria è il livello più pericoloso da gestire sia per lo stoccaggio che in caso di contaminazione per fuoriuscita di materiale radioattivo ed è riferito alla presenza a Rotondella delle 84 barre di uranio-torio che negli anni tra il 1969 e il 1971, ai sensi di un accordo mai ratificato dal Parlamento italiano, giunsero dagli Stati Uniti d’America all’allora Cnen (oggi Itrec) provenienti dalla centrale Elk River, nel Minnesota (Usa), con un contratto di lavorazione per il riprocessamento (cioè il recupero) del combustibile. Venti di queste barre furono realmente riprocessate, mentre le restanti 64 sono contenute in una piscina all’interno dell’Itrec e raffreddate con acqua.

«I ministri della Difesa e dell’Interno – ribadisce il portavoce al Senato, Petrocelli – devono dare risposte immediate al territorio e ai cittadini e non ci sarà segreto militare che tenga perché la gente ha il diritto di sapere cosa accade nel luogo dove vive, per regolarsi di conseguenza e difendersi. Ai ministri chiederemo anche cosa è stato spostato da Rotondella e dove e come è stato trasferito, perché se sono state spostate le barre di Elk River devono obbligatoriamente essere stati usati i cask, ovvero contenitori specifici per materiale di terza categoria. E se risponde al vero che queste barre sono state spostate in tutta fretta, chiederemo allora che non ritornino mai più in Basilicata».

Se è veramente stata un’operazione di trasferimento non previsto di materiale radioattivo, una delle ipotesi possibili potrebbe essere quella di una probabile perdita importante delle acque contaminate delle piscine che raffreddano le barre di Elk River. Un motivo in più per pretendere tutte le informazioni su questo movimento di forze dell’ordine avvenuto nottetempo e sui rischi che questa struttura di stoccaggio genera nei lucani e nei calabresi della fascia jonica e non solo, vista la facilità con la quale si può diffondere la contaminazione radioattiva.

«È in gioco la salute della gente e quella dell’economia del territorio – ribadisce Petrocelli –, che è già compromessa per la pubblicità negativa che il centro Itrec di Rotondella “irradia” in quanto tale e a prescindere dai rischi di contaminazione che si potrebbero verificare. Ed è in gioco il buon nome del territorio, motivo per cui informo che al più presto chiederò un incontro all’ambasciatore americano a Roma per trattare la restituzione agli Usa delle loro barre “lucane” di Elk River, favore che hanno già fatto ai centri Itrec di Trino Vercellese e di Saluggio. Perché non anche a Rotondella?».

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