La concentrazione di uranio nelle acque del bolzanese finisce sotto il monitoraggio della Commissione europea che ha deciso di aprire un’indagine per fare chiarezza sulle alte percentuali riscontrate negli acquedotti della Provincia autonoma.
Lo scorso 8 luglio l’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, aveva presentato un’interrogazione per rendere noti i risultati di una ricerca commissionata dall’Agenzia provinciale per l’Ambiente della Provincia autonoma di Bolzano sugli acquedotti nella quale erano emerse concentrazioni di uranio nell’acqua potabile superiori al limite consentito di 20 µg/l (microgrammi per litro). Le anomalie erano state riscontrate a San Genesio (22 µg/l), Postal (23 µg/l), Lana (36 µg/l), Silandro (62 µg/l) e infine a Martello, località nella quale la concentrazione era di 80 µg/l ovverosia quattro volte superiore al limite di legge.
Janez Potočnik, commissario Ue all’Ambiente, ha fatto sapere che
La Commissione contatterà le autorità italiane competenti al fine di ottenere informazioni più dettagliate sulla situazione in provincia di Bolzano prima di decidere sui provvedimenti futuri.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha fissato il valore limite/guida di presenza di uranio nell’acqua potabile prima in 15 µg/l e successivamente in 30 µg/l (Uranium in Drinking-water: background document for development of WHO Guidelines for Drinking-water Quality), ma si tratta di riferite a un individuo adulto di 60 kg: per bambini e donne in gravidanza il limite è inferiore.
La Direttiva sull’acqua potabile 98/83/CE stabilisce che le acque destinate al consumo umano debbano essere salubri e pulite: l’uranio non è presente nell’elenco dei parametri chimici e gli Stati membri, per fissare parametri aggiuntivi in merito a questo elemento, hanno adottato come riferimento i valori espressi dall’Oms.
La Commissione europea ha inoltre fatto sapere che
una direttiva sulle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano basata sul Trattato Euratom è attualmente in attesa di adozione finale da parte del Consiglio europeo e prevede che, se è superato il valore radiologico del parametro di riferimento, devono essere avviate indagini relative al rischio per la salute connesso al consumo di acqua, e se sussiste un rischio considerevole devono essere adottate misure correttive.
Oltre ai pericoli di contaminazione radiologica, l’uranio presenta una tossicità cimica visto che tende ad accumularsi nei reni e a causare patologie quali le nefropatie.
Via | Comunicato stampa
Foto © Getty Images
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