WikiLeaks:
un nuovo modo per esercitare ricatti e pressioni sui governi?
Le Lobby che controllano i mass media del pianeta e le Consorterie mondialiste che ne indirizzano le strategie di imbonimento dei cervelli, probabilmente sono oramai più che certe di avere a che fare con una massa di imbecilli, con una opinione pubblica decerebrata alla quale si può far credere ogni genere di sciocchezza.
Del resto non è forse vero che dall’11 settembre 2001 in avanti, con relativa facilità, si sono potuti coprire e mistificare, verso l’opinione pubblica mondiale, una sorta di cruenti attentati, talmente evidenti quali delle false flag, facendoli passare come opera di una fantomatica Al Qaeda?
In questo Nuovo Ordine Mondiale post caduta del muro di Berlino, non solo ci si è potuti permettere tali manipolazioni della credulità popolare, ma si è praticato anche l’utilizzo spudorato e la successiva pacifica sconfessione di menzogne, utilizzate per criminalizzare stati e nazioni sovrane che si volevano militarmente attaccare, distruggere e occupare. Il tutto come se niente fosse. Non ricordate forse la storiella che aveva terrorizzato l’America, quella dell’antrace? O le famose “armi di distruzione di massa”? Tutte favolette cotte e mangiate, pietanze utili per terrorizzare per qualche tempo le popolazioni e raggiungere certi obiettivi.
Ma visto che da cosa nasce cosa e alla “fantasia” non c’è mai fine, ecco l’altra più grande invenzione di questi tempi: quella della WikiLeakes.
WikiLeaks (da leak, “perdita”, “fuga”, in questo caso di notizie) dovrebbe essere una presunta organizzazione a livello internazionale, un sito fondato da un certo Julian Assange, che riceverebbe in modo anonimo e attraverso uno studiato sistema di criptaggio, documenti, in genere diplomatici e governativi, ma non solo, spesso coperti da segreto, diffondendoli poi attraverso Internet e nascondendosi dietro la copertura dell’anonimato.
Lo scopo sbandierato da questa organizzazione che non può non avere mezzi, cervelli e risorse di una certa entità, dovrebbe essere quello di ottenere una trasparenza da parte dei governi quale garanzia di giustizia e vera democrazia (figuriamoci!).
Il solo fatto che se ne parla e se ne scrive, mentre fonti nazionali autorevoli ne denunciano i gravi pericoli per i governi, finisce ovviamente per conferire una patina di grande importanza a questa WikiLeakes.
Recentemente, come ricorderete, vennero pubblicati una enorme mole di documenti che volevano dimostrare torture e stragi compiute dagli americani in Iraq, ma in definitiva, ad una lettura attenta di quanto pubblicato, ne usciva fuori un forte ridimensionamento di tali nefandezze, sia nelle cifre che nelle violenze perpetrate sulla inerme popolazione irakena.
Per quanto ci compete, guarda caso, ne usciva anche fuori che in definitiva Nicola Calipari era stato ucciso non per vendetta e avvertimento da parte statunitense, ma grazie a un equivoco conseguenza di un diversivo escogitato da Al Qaeda. Inoltre la parte più sensibile dei documenti pubblicati, ovviamente, tendeva a dimostrare le ingerenze di Teheran nelle situazioni calde del Medio Oriente, il pericolo costituito dagli Hizbollah nel Libano, ecc. Quasi un sottile invito a farla finita con i regimi di Siria e Iran visto che ora abbiamo le prove dello loro trame e tanto più che queste “prove” non le forniscono americani o israeliani, ma una fonte di verità che è la tanto “temuta” dagli Usa WikiLeaks.
Un bel giochetto, niente male. Se questo ridimensionamento delle malefatte yankee, fosse avvenuto attraverso una parziale ammissione di colpa della stessa amministrazione americana, ammesso che lo avesse potuto o voluto fare, tutti avrebbero avanzato il facile sillogismo che se gli americani ammettono dieci, vuol dire che, come minimo, hanno commesso cento.
WikiLeaks invece, spacciata come una fonte apparentemente “nemica” dei governi americani e comunque preposta a una controinformazione finalizzata a fare chiarezza, attraverso questa “clamorosa denuncia”, che comunque per i massacri e distruzioni perpetrati da anni in quelle località, era da tempo evidente, ha fatto tutti contenti e canzonati.
Ora, in questa ultima edizione di WikiLeaks, si vanno a pubblicare documenti segreti o segretati che dovrebbero mostrare alcuni aspetti nascosti della diplomazia e delle relazioni internazionali, tali dicesi, da mettere in difficoltà i governi delle rispettive nazioni chiamate in causa.
Niente di particolarmente eccezionale, a differenza di quanto i mass media vorrebbero farci credere, ma comunque sufficiente a tenere sotto scacco e ricatto i vari governi nazionali con una serie di rivelazioni più che altro da gossip, ma che riferite a importanti personalità e governanti possono complicarne i normali e futuri rapporti tra Stati.
E proprio in questo senso vengono fuori i veri fini e scopi di WikiLeaks, perché è facile rendersi conto che tutto questo non nasce per caso, ma è la conseguenza e la reazione alle fluttuazioni geopolitiche, a un parziale rimescolamento di alleanze e rapporti internazionali che si sta verificando negli ultimi anni.
E’ oramai, infatti, evidente che l’egemonia mondiale degli Stati Uniti, sempre salda da un punto di vista militare, anzi ancor più estesa attraverso i nuovi compiti della Nato e le occupazioni di spazi e risorse energetiche precedentemente preclusi (per esempio Iraq e Afganistan), è però profondamente scossa da un grave ridimensionamento economico e da una crisi di rapporti internazionali piuttosto pronunciata tali da metterne in discussione la leadership mondiale. E questo non deve accadere perchè per il “mondialismo”, gli Stati Uniti costituiscono ancora le “gambe” attraverso cui passano i progetti di dominio mondiale non ancora completati.
Ora, domandiamoci: se andiamo a ben guardare, una pubblicazione di documenti “scottanti”, che coinvolgono varie nazioni, sostanzialmente a chi possono andare a nuocere?
Non certo agli americani, se non in lievissima percentuale, ma invece proprio a quei nuovi rapporti internazionali che si erano appena stabiliti o si stavano per stabilire e che nel rimescolamento di carte in atto, con la crescita di nuove grandi realtà geopolitiche (per esempio il ruolo della Cina), contribuivano a mettere in crisi proprio l’egemonia statunitense nel mondo.
Guarda caso, per venire a parlare dell’Italia, si pubblicano telegrammi e documenti, presunti segreti, che riguardano gli accordi energetici tra Putin e il governo Berlusconi.
E lo stesso lo si fa con la Libia di Gheddafi. Proprio quelle due iniziative positive, per il resto dell’insulso governo Berlusconi (accordi con Gheddafi e con Putin), che erano viste come il fumo negli occhi dagli americani.
E’ allora solo un sospetto quello che ci fa pensare che, sempre per quel che riguarda l’Italia, grazie a WikiLeakes, si è portata quella desiderata bordata contro quei progetti, che gli americani avevano rinfacciato all’Italia attraverso i canali diplomatici, ma che ora viene portata anche a livello internazionale proprio grazie alla pubblicazione di documenti delicati?
Cosa sono dunque queste “rivelazioni” di WikiLeaks, se non un nuovo modo per esercitare ricatti e pressioni sui governi?
Chi danneggia veramente la “rivelazione” di documenti e notizie che dimostrano che gli americani spiano Statisti alleati e nemici e personalità dell’Onu? Gli Usa o i rispettivi “spiati” di cui vengono così messi in piazza aneddoti e aspetti poco edificanti?
Siamo quindi, come al solito, in presenza di altre mistificazioni, di una gran messa in scena finalizzata a manipolare l’opinione pubblica e condizionare l’operato dei governi, quei governi e quegli Stati a cui il mondialismo, proprio di questi giorni, con il suo governo mondiale ombra, ha brutalmente ricordato che devono cedere sempre più spazi di sovranità nazionale in favore delle strutture sovranazionali (in particolare il Fondo Mondiale e la Banca Mondiale).
Per concludere, tutto è finalizzato a destabilizzare gli Stati e fargli perdere sempre più forza sul terreno della loro sovranità nazionale, ma ci hanno anche preparato uno scenario di gestione di tutto questo veramente incredibile, dove l’informazione sarà sempre più monopolio di poche Lobby e centrali, come per esempio le reti Fox News di Murdoch, e il contrappeso della critica, dell’opposizione e delle denunce, sarà monopolio di queste WikiLeaks: insomma se la cantano e se la suonano da soli.
Del resto, in piccolo, non avevamo noi in Italia l’esperimento che la critica e la denuncia di fatti e misfatti si tendeva a farle svolgere a strutture private come “Striscia la Notizia” e il suo Gabibbo sponsor commerciale?
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=5198
di: Maurizio Barozzi
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