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domenica 28 ottobre 2012

ECCO L'ALTERNATIVA AGLI INCENERITORI


C' È un modo per liberarsi degli inceneritori e di tutte le polemiche ambientali che li accompagnano, prima del 2020 data in cui l' Unione europea ha stabilito che non si possa più bruciare ciò che è riciclabile. 
Lo ha presentato in Regione e al ministero dell' Ambiente, suscitando interesse, Margherita Bologna, una studiosa riccionese che da anni si occupa di smaltimento dei rifiuti. 

Il sistema prevede una serie di trattamenti che consentirebbero di ricavare ghiaia per sottofondi stradali persino dalla spazzatura indifferenziata che oggi finisce negli inceneritori. 
La proposta non si basa su un' invenzione, ma sull'utilizzo di tecnologie già esistenti che Bologna ha inserito in una filiera. Il tutto partendo da una buona raccolta differenziata. Per ciò che è selezionato dal cittadino, il piano non prevede grandi novità. Quello che è separato viene direttamente avviato ai consorzi del riciclo, mentre per la frazione organica, si prevede un primo stadio di digestione anaerobica (senza ossigeno), con produzione di biogas e recupero di energia, che darebbe come risultato una frazione residua destinata a formare compost per l' agricoltura. 

L'aspetto davvero nuovo del piano riguarda, piuttosto, il rifiuto indifferenziato, difficile da trattare. In questo caso, la spazzatura eterogenea verrebbe in prima istanza passata dentro un cilindro orizzontale e sottoposta a un getto di vapore in pressione a 160 gradi che avrebbe la capacità di selezionare i materiali. Le plastiche, i composti ferrosi e l' alluminio uscirebbero pronti per essere riciclati, mentre tutto il resto, la carta e il materiale organico formerebbero una fibra che potrà essere utilizzata di nuovo in un processo anaerobico per produrre etanolo o bioetanolo. Ma a valle di questo processo resterebbe sempre un 20% di rifiuti difficili da smaltire, essenzialmente plastiche di scarto, materiale inerte e componente organica. In questa fase, Bologna propone un ulteriore trattamento in una sorta di "mulino" che prevede un passaggio termico, ma molto più ridotto rispetto agli inceneritori. In esso le plastiche di scarto fungerebbero da combustibile aggiunto al gas, mentre gli inerti e l' organico, mediante un processo di "sinterizzazione", assumerebbero le sembianze di granuli duri utilizzabili come ghiaia sotto le asfaltature. 

«Già ora - spiega Bologna - le ceneri dei forni si usano nel calcestruzzo, ma allora tanto vale tagliare un passaggio, risparmiare energia e inquinare meno. Le aziende di servizi dovrebbero investire su questa tecnologia più compatibile con l' ambiente».

di VALERIO VARESI

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