Ingroia si spinge oltre e ipotizza anche il carcere per gli evasori fiscali ma per risanare il debito pubblico parla soprattutto di “galera per i patrimoni degli evasori”definendo rivoluzionaria la confisca dei beni illecitamente acquisiti non soltanto per questi ultimi ma anche per chi si macchia di reati mafiosi e di corruzione.
Recuperare capitali per Ingroia vuol dire tassare immediatamente quelli illegali che giacciono in Svizzera. Gli stessi che il governo Monti, ma nemmeno quello Berlusconi hanno voluto mai recuperare.
SCUDO FISCALE: NON HA FATTO BENE ALL’ITALIA
Antonio Ingroia, leader di Rivoluzione Civile si è espresso anche sullo scudo fiscale voluto da Giulio Tremonti durante il governo Berlusconi. Lo ha giudicato una vera e propria sanatoria che ha portato Berlusconi a fallire le promesse che aveva fatto durante le sue campagne elettorali basate su “meno tasse e più crescita”.
Una manovra voluta dal probabile candidato premier del Pdl Giulio Tremonti che “non ha fatto bene all’Italia” e che ha favorito il proliferare dell’illegalità e delle mafie. Ad oggi il costo dell’evasione fiscale è di 120 miliardi di euro l’anno e quello della corruzione di 60 miliardi di euro.
L’alternativa di Ingroia a tutto questo è semplice: allentare la pressione fiscale su chi ha sempre pagato e far pagare finalmente a chi non lo ha fatto mai, gli evasori.
INGROIA E L’IMU: NON SI PUÒ FARE DI TUTTA UN’ERBA UN FASCIO
Anche per quanto riguarda l’Imu le parole di Ingroia non hanno lasciato spazio a dubbi. Si deve ridurre in ogni modo possibile l’iniquità provocata dai governi precedenti.
“Non metterei sullo stesso piano – ha dichiarato a La 7 - l’Imu della prima casa del ricco imprenditore e della giovane coppia che si sobbarca un mutuo ventennale. Le tasse devono essere pagate in proporzione ai patrimoni di ciascuno. Il sistema è iniquo e deve essere modificato”.
FISCAL COMPACT: VA RINEGOZIATO
Anche il sistema di distribuzione delle tasse non è dei migliori e va rinegoziato in maniera assoluta spingendo di più sui ricchi patrimoni e meno sui più deboli.
Questo è invece il pensiero del leader di “Rivoluzione Civile” in materia di fiscal compact, quel sistema di tasse negoziato con la Germania che invece colpisce tutti i settori più deboli della società a partire dalla sanità a finire alla scuola. L’ex pm è convinto che “le tasse si possono abbassare ai più deboli” colpendo ancora una volta gli evasori e quelli che finora non hanno mai versato un euro di contributo. Il fiscal compact va rinegoziato nell’ambito dei diritti e della solidarietà acquistando un potere decisionale nel quadro europeo, meno asservita alla Germania. Della politica tedesca però non getta tutto a mare. Ingroia è convinto che nella terra di Berlino le cose funzionino meglio soprattutto perché, al contrario di un’Italia che tassa e licenzia, in Germania si investe sul lavoro e sulle tecnologie.
“La Fiat in Italia – ha sostenuto Ingroia – è perdente perché non investe, le auto tedesche come la Volkswagen vanno invece bene perché in esse c’è sempre innovazione tecnologica”.
Su questo e solo su questo Ingroia chiede all’Italia di essere come la Germania.
DISASTRO ECONOMICO: COLPA DI BERLUSCONI E MONTI MA ANCHE DI BERSANI
Le responsabilità dirette del fallimento economico della politica italiana sono prima di tutto di Berlusconi e poi anche di Mario Monti. Su questo Antonio Ingroia non ha dubbi.
“I governi del Cavaliere hanno accentuato la disuguaglianza sociale – ha evidenziato Ingroia –Monti non è stato all’altezza della situazione. Di questo disastro pagano le conseguenze tutti i ceti sociali più bassi: i poveracci, gli operai e anche gli imprenditori. La politica dei tagli e della riduzione ha portato soltanto arretramento”.
Una stoccata al Pd non poteva mancare perché “neppure il PD è esente da colpe avendo sostenuto Monti fino a ieri”.
La ricetta di Ingroia dell’economia è questa: togliere ai ricchi per dare ai poveri. E ridistribuire il sistema fiscale. E arriva alla prima apparizione pubblica dal ritorno definitivo dal Guatemala.
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