Prepariamoci: grazie ai social media, chi godeva di rendite di posizione, ruoli ottenuti per nepotismo o per sotterfugio, presto dovrà guadagnarsi sul campo il consenso, in modo assai più democratico.
L'alternativa? La marginalizzazione
Twitter ha cambiato le regole del gioco e reso assai più appetibile anche per chi non se ne era finora interessato spendere del tempo per "rompere il ghiaccio" iniziale dell'apprendimento di un nuovo strumento. Questa motivazione forte che ha convinto una "nuova generazione" di social networker è stata la possibilità di interagire direttamente con il personaggio pubblico. Infatti le novità dello strumento sono state quella di essere congegnato in modo da "forzare" il vip a produrre contenuti e la facilità di "botta e risposta" immediata con i followers. Avere utenti "di peso" che hanno cominciato ad usare twitter ha comportato lo "sbarco" in massa dei giornalisti che non potevano permettersi di "bucare" notizie importanti fornite direttamente online dai protagonisti. Il tutto ha comportato un enorme rinforzo dell'informazione online che si è alimentata di tutti i diversi canali finora già esistenti ma non ancora di massa critica. Il tweet rimanda al blog che include un video di youtube che viene liked su facebooke commentato sui forum. I commenti originano tweet che vengono ripresi da televisione e giornali come "voci della rete", le notizie originano tweet e il cerchio si chiude.
Un mio video di un'ora su temi economici (quindi niente di clamorosamente pop) realizzato da Claudio Messora, un blogger, ha avuto circa 130mila visualizzazioni, cosa direi assolutamente impossibile solo pochi anni fa. Quindi prepariamoci perché chi godeva di rendite di posizione, cattedre "rubate", ruoli ottenuti per nepotismo o per sotterfugio, si troverà ben presto a doversi guadagnare sul campo il consenso in modo assai più democratico. L'alternativa sarà non scendere nell'arena della discussione on line e venire quindi ad esseremarginalizzato, tamquam non esset, oppure partecipare, ma col rischio di rivelare al mondo la propria pochezza.
Stiamo vedendo questo fenomeno nella politica, nell'economia ma lo vedremo anche in settori finora "sacri" e di stretto appannaggio di èlites quali l'arte. Il meccanismo secondo il quale le fortune di un artista nascevano o morivano a seconda dei commenti indiscutibili del critico o del curatore sarà, a mio parere, sostituito sempre più dall'intervento diretto dei collezionisti e dalle discussioni via forum, anch'esse magari rinforzate dagli altri network. Un esempio? In attesa dell'uscita del mio libro "Investire nell'Arte" (dove questi temi legati ai social network vengono diffusamente trattati) ho provato a testare la reattività di twitter ad un argomento difficile come la storia dell'arte. Ebbene, la partecipazione alle discussioni di #unquadroalgiorno (raccolte poi in diversi storify e conservate sulla mia page di facebook) è stata sinora incredibile, con discussioni interessantissime fatte "live" anche ad orari proibitivi a notte inoltrata.
Il consenso si formerà anche in Rete e in misura sempre maggiore. Meglio capirlo subito. Buon Anno Social a tutti.
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