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lunedì 7 gennaio 2013

RIFLETTIAMO INSIEME: IL PARTITO DELL'ANTISTATO AL GOVERNO DEL PAESE



di Gianni Tirelli


In un paese come il nostro, dove l’evasione fiscale, la corruzione, i bilanci stratosferici della criminalità organizzata e improvvisata, e la pratica disinvolta, consueta e sistematica di una gran parte della cittadinanza, volta a eludere le leggi, tutto questo, rende impossibile una qualsiasi forma di risanamento, di riconversione e di ipotetica crescita

Sostenere la tesi dell’esistenza di intrecci, fra politica, imprenditoria, finanza e criminalità, non solo è un eufemismo, ma una vera fesseria. Un dato di fatto che oggi sconfessa ogni promessa elettorale, rendendola retorica, anacronistica e demagogica. Gli interessi che girano attorno ad un tale sincretismo demoniaco raggiungono cifre da capogiro, da fare impallidire il più perverso dei regimi.

La politica che oggi governa il nostro paese, è rappresentata da una marmaglia di procacciatori d’affari al soldo del potere economico, che hanno trasformato la sacralità del parlamento in un postribolo di profanazione dove si mercifica la dignità altrui, a suon di privilegi, denaro e prostituzione.

Società italiana e istituzioni, sono così marce e corrotte in ogni loro cellula che, se per assurdo, si riuscisse ad imporre regole ferree e pene certe, lo stesso sistema economico, finanziario e criminale, imploderebbe in breve tempo, e il nostro paese affonderebbe definitivamente. E’ questa la cruda e sconcertante realtà, risultato di un liberismo tiranno, avulso da ogni regola, che attraverso un meccanismo perverso, improntato all’esclusivo profitto particolare, consolida il suo potere e privilegi. Una sorta di “antistato”, che detta l’agenda politica, legifera a suo vantaggio, e ne pone le condizioni. Un grande partito politico a tutti gli effetti, che ostacola e condiziona ogni altro auspicabile cambiamento e innovazione. Un partito senza un simbolo, senza un programma, uno slogan o un inno glorioso che lo differenzi – un partito che non c’è, ma che detiene il potere assoluto di vita, e di morte su tutto e tutti. Un’entità maligna, solo apparentemente virtuale, ma che condivide il consenso di milioni di italiani: la parte più marcia della nostra società e la feccia della politica. Un cancro in metastasi impossibile da estirpare, per la sua capacità di penetrazione e di diffusione sul territorio, che può contare su una tale lista di sicari al soldo e di servi, da vanificare e rendere sterile ogni sussulto di ribellione e sommossa.

In questo disgraziato paese, le votazioni politiche si sono ridotte ad orpello; una messinscena, carnevalata fuori stagione, che ha il solo scopo di mortificare l’intelligenza dei cittadini, dissolvere le loro ingenue speranze, e rinfrancare la boria, l’arroganza e la sete di sangue dei nostri carnefici.

Il fatto che l’Italia, sia da oltre un ventennio, un paese ingessato – sotto il profilo economico e culturale, e preda dell’imbarbarimento morale ed etico – è la dimostrazione lampante di una tale spaventevole condizione.

Ai tempi “gloriosi” della Democrazia Cristiana, la feccia strisciante della politica italiana, era spalmata in maniera omogenea e trasversale, all’interno di un cospicuo numero di partiti, grandi e piccoli, e questo, evitava forme di degenerazione. Oggi, con il BIPOLARISMO, i confini che relegavano la feccia all’interno di piccole aree depotenziate da un potere reale, non esistono più (sono stati superati), e tutte le varie correnti, sono convogliate in un solo bacino, dando origine al grande Partito della Feccia Unita: l’ANTISTATO al potere.

Stagnazione economica, disoccupazione, sottocultura e omologazione del pensiero, sono alcuni degli effetti di un tale modello politico.

Io perciò auspico un ritorno al passato, prima che gli ultimi brandelli di libertà siano soppiantati per sempre dalla demagogia di un regime totalitario mediatico e finanziario, che nella contraffazione della realtà e nella mistificazione della verità, attua il suo piano eversivo.

“Dobbiamo incominciare dal basso, e liberarci, innanzitutto, dagli opportunisti, dai leccaculo, dai servi, dagli imbecilli, dai cafoni e dagli ignoranti. Dobbiamo togliere loro il brodo di coltura in cui sguazzano e dal quale si alimentano – lasciarli a secco, sgominare i loro sudditi dementi & disperati, i senzatalento, i senzadignità, i senzaprincipi… Coraggio. E’ un lavoraccio, lo so! Ma ce la possiamo fare”. L.R.

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