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sabato 26 gennaio 2013

TUTTA L'INCOERENZA DI QUESTA POLITICA


Non ce ne è uno coerente tra parole e fatti, almeno tra coloro che hanno abitato il Parlamento finora, al governo o all'opposizione, eccezion fatta per il Movimento 5 Stelle che è tutto da vedere. E la lista Ingroia? E' piena di parlamentari o ex parlamentari, e quindi corre gli stessi rischi di incoerenza da "vorrei ma non posso", "mi baso sulla società civile ma la rete dei partiti, naturalmente quelli buoni da non confondere con quelli cattivi, mi è indispensabile..." ecc. ecc. 


Perché parlo di incoerenza, al di là dell'evidenza, dei comportamenti deprecabili, delle menzogne, delle sceneggiate e via così? Perché sotto i nostri occhi si è passati dal "Mattarellum", ossia un maggioritario arruffato, cialtrone e simulato nella sua parzialità e promiscuità con un avanzo di proporzionale, cioè la forma elettorale del 1994, a un voto nel 2013 affidato a 234 simboli elettorali. Lo possiamo ancora chiamare maggioritario o quello che stiamo vedendo o leggendo in mezzo al "cabaret", alle "sceneggiate", alle "bugie" anche non virgolettate, alle minacce, agli accordi, alle "desistenze/resistenze" ecc. è diventato oggettivamente un'altra cosa? Pensare che è la trasformazione più evidente che ci possa essere, e tutte le notizie di stampa, più o meno esplicite, tra proclami e "rumors" o "boatos" vanno in questa direzione. Ma in pochi ne parlano con chiarezza e nessuno o quasi sembra volerne trarre le conseguenze, almeno ad oggi... Nelle prossime settimane vedremo. 

E' un "vedremo" confuso. Diceva Wittgenstein che "la cosa più difficile non è scoprire verità nascoste ma vedere ciò che si ha sotto gli occhi". E cosa abbiamo sotto gli occhi? Un'intiera classe politica che non ha voluto cambiare una legge elettorale "porcata" perché le conveniva questa malgrado le definizioni urlate del "Porcellum". Con questa legge in pochissimi fanno le liste nelle segrete (ma neppure tanto...) stanze e decidono chi candidare e chi no. Ed è un modo per tenere sotto controllo ogni reale cambiamento della "casta" e del rapporto tra eletti ed elettori o meglio tra eleggibili ed elettori. L'obiezione di Bersani è: ma almeno io ho fatto le primarie, e quindi ho infuso forze fresche, giovani e donne, nelle liste. In parte e all'apparenza è vero, ma la logica è quella di un gattopardo un po' stanco e usurato che cambia il minimo (in rapporto alla "tragedia politica" di questo Paese) perché quasi nulla cambi in profondità o cambi subito in realtà. 

Una realtà elettorale che ci dice come siano stati ben contenti tutti quanti di mantenere questa legge, e di sicuro la cosa non abbia interessato il sobrio Premier che all'inizio era "in prestito" alla politica per salvare la Concordia-Italia e adesso punta al ponte di comando. Anche lui oggettivamente "per rendere un servizio al Paese" avrebbe potuto spingere verso una accettabile ridefinizione della legge elettorale magari nel solito mercato delle vacche politiche del momento (io ti do una cosa a te, tu/voi mi date una cosa a me), appunto una legge elettorale presentabile, buona per gli italiani e la trasparenza e non utile soltanto per la sopravvivenza degli esponenti del potere politico. 

Quindi da Monti nulla, da Napolitano solo preoccupata retorica (mi si dirà che "costituzionalmente" aveva le mani legate ma è un'obiezione scivolosa, che si ferma alla superficie della questione...), da Bersani, Berlusconi, Casini, Fini ecc. recite continue e grande soddisfazione per continuare con elezioni "controllate", come da sette anni in qua. E poi ci si lamenta della stampa che vende questa merce avariata. E' vero, essa contribuisce pesantemente al degrado della sensibilità pubblica, ma che se ne lamenti chi è oggettivamente causa del problema fa davvero ridere. E' una presa per i fondelli, o quel che volete voi... 

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