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lunedì 17 settembre 2012

I PESTICIDI LA CAUSA DELL'ADHD (iperattività) DEI BAMBINI

Pubblicata in USA sulla nota rivista scientifica "Pediatrics" una nuova ricerca sull'intossicazione da pesticidi collegata all'iperattività dei bambini: i ricercatori hanno localizzato tracce di insetticidi nell'urina dei bambini, riscontrando come quelli con livelli più alti di tracce di polifosfati sono quasi due volte più a rischio di sviluppare ADHD (la sindrome dei bambini distratti e troppo agitati, ndr) rispetto a quelli con livelli normale di contaminazione. 

"C'è una preoccupazione crescente circa il fatto che questi insetticidi possono essere direttamente correlati con l'ADHD - ha dichiarato all'agenzia di stampa Reuters il dott. Marc Weisskopf, della Scuola di Harvard di Salute Pubblica, che ha lavorato allo studio - e quello che questa ricerca ha messo in chiara evidenza - ha aggiunto Weisskopf - è che tutto ciò è vero anche alle concentrazioni più basse". 

Gli organofosfati furono originariamente sviluppati per la guerra chimica, e successivamente ampiamente utilizzati in agricoltura, nonostante i sospetti di tossicità per il sistema nervoso. Weisskopf ha rilevato come la presenza di questi agenti chimici nel cibo possa generare alcuni tra i sintomi comportamentali più comuni per l'ADHD, come ad esempio l'eccessiva impulsività, in ampie fasce di popolazione infantile, pari a circa il 10% dei bambini USA. 

"Siamo sempre stati dell'opinione, e i fatti ora ci stanno dando ragione - ha dichiarato il Dott. Paolo Roberti di Sarsina, Dirigente di Psichiatria all'AUSL di Bologna - che principalmente nell'ADHD ma anche in altre patologie come l'autismo, sono coinvolti fenomeni di intossicazione ed avvelenamento: soggetti che sono costituzionalmente più fragili, risultano sovraesposti a questi fattori, stesso dicasi per tutta una serie di coloranti artificiali che troviamo nelle più comuni caramelle e merendine. In futuro vedranno la luce sempre più ricerche in quest'ambito, che confermeranno la necessità di un'alimentazione "sostenibile" del bambino e anche della donna fin dalla prima gravidanza".

Un metodo efficace per risolvere il problema - dichiarano gli esperti - sarebbe la cosiddetta "diagnosi differenziale", una procedura diagnostica che permette di identificare le vere causa alla radice dei problemi di comportamento, distinguendo i problemi di origine ambientale da quelli psichiatrici. Un metodo che comporta però l'impiego di risorse spesso non disponibili nelle ASL. "E' clamoroso - dichiara il Prof. Claudio Ajmone, psicologo ed esperto di ADHD - era il 2006 la prima volta che abbiamo avanzato all'Istituto Superiore di Sanità ed all'Agenzia del Farmaco una richiesta ben circostanziata, per inserire una seria diagnosi differenziale nei protocolli diagnostico-terapeutici per l'ADHD. L'ISS prevede nei propri protocolli la diagnosi differenziale solo per poche patologie, e tra esse ad esempio non sono inclusi questi pesticidi. Se noi elidiamo dai casi di ADHD in cura con psicofarmaci tutti i casi il cui disagio comportamentale e frutto di altre cause, come questi pesticidi, o i coloranti alimentari, cosa ci resta dell'ADHD? Solo un grande business a favore delle multinazionali farmaceutiche. 

Noi non stiamo aiutando questi bambini, gli stiamo facendo del male"
Luca Poma, giornalista e portavoce di Giù le Mani dai Bambini®, il più rappresentativo comitato di farmacovigilanza pediatrica in Italia (www.giulemanidaibambini.org) conclude: 
"l'ADHD è figlia della nostra società: noi adulti causiamo questa sindrome ai nostri bambini, aggravando con la nostra noncuranza fattori di rischio ambientali, e poi pretendiamo di "rimediare" somministrandogli potenti psicofarmaci e metanfetamine che li espongono a rischi gravi per la loro salute. Facciamo ora appello all'Istituto Superiore di Sanità affinché un serio protocollo per una diagnosi differenziale completa venga applicato a tutti i bambini italiani in cura per problemi di comportamento".

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