Come al solito ecco l’ennesimo assalto per il controllo della rete, tanti proclami in giro che non aggiungono nulla per chi segue l’argomento e non significa nulla per chi ne è digiuno. Siamo sotto attacco, perché l’inerzia sociale frena il progresso e ci schiaccia nella banalità.
Dopo la stampa e la televisione spazzatura, ecco l’assalto per trasformare anche la rete in spazzatura usando le stesse logiche che hanno permesso a lobby di controllare la divulgazione delle informazioni.
Io non ci sto a questa becera cultura che si riversa nel cyberspazio soltanto perché qui ha la possibilità di sfogare le proprie frustrazioni. Internet sta sempre più diventando uno spazio informe ed appiattito dove la maggior parte dei nuovi utenti spettatori, ci si trovano catapultati e non hanno la sensibilità di coloro che hanno e combattono per la libera diffusione delle informazioni, tecnologie evolute utilizzate al minimo delle possibilità composte soprattutto da materiale copiato, contenitori di pubblicità la cui forza si misura semplicemente con un click o condivisioni multiple di testi, video, foto e altro, con poche persone che aggiungono informazioni e tanti alieni replicanti che invadono il cyberspazio.
Un cyber cittadino ne è consapevole ed ha la sensibilità e la velocità di reazione che gli spettatori non hanno più perché ormai sono asserviti all’essere alimentati per comodità con le flebo e nessuno ricerca più il cibo per la propria mente.
Stiamo di nuovo rischiando di cadere in una “cultura dell’immagine” sciocca e superficiale, che distrugge ogni approfondimento e c’è il rischio che anche le reti telematiche facciano la stessa fine. Ogni strumento o linguaggio funziona se è usato bene e per ciò cui è più adatto, se siete telespettatori esprimete le vostre opinioni direttamente al sito della vostra trasmissione preferita, senza disturbare chi vuole evolvere con la rete, che è il sapere condiviso.
Diecimila o più anni fa ci esprimevamo per immagini e suoni più o meno articolati. Un po’ per volta i disegni divennero ideogrammi, che poi divennero alfabeto, insomma abbiamo imparato a scrivere e leggere.
Adesso vogliono farci disimparare e anche tu ne sei complice.
Non ho nulla contro la televisione, anche perché per me è un elettrodomestico inutile da molti anni, come tutti i mezzi, se usata bene è utile, interessante e divertente. Ma troppo spesso è usata per rincretinire o per banalizzare e a causa della massa e con la scusa del diritto d’autore le grandi lobby fanno pressione affinché si restringano le maglie della rete.
La rete è usata per informare, esprimere opinioni, dialogare, le nuove tecnologie hanno contribuito molto alla diffusione della rete, ma troppi “nuovi arrivati” credono che sia tutto lì; e sento continuamente parlare della rete come se fosse una raccolta di figurine o sfogatoi.
Ci sono piccole aziende e grandi multinazionali che cercano di centralizzare sempre di più la loro comunicazione per venderci prodotti e questo non è grave, anzi è auspicabile che ognuno tenga le redini dei propri affari, ma se tentano di somministrarci concetti un po’ meno elementari, il rischio è grande.
La progressiva “omogeneizzazione” dei mass media ci ha scaraventati in un mondo di appiattimento, di superficialità, di modelli e idee sempre più stupide e ripetitive. La rete, nella sua molteplicità, è lo strumento più forte che abbiamo per uscire da questa trappola non lasciamo che ce lo tolgano, raggruppandoci come pecore su pochi siti o pochi grandi “portali” di passaggio e imbambolandoci con suoni e immagini a scapito dei contenuti perché cosi la rete diventa una tonnara, dove tutti gli sprovveduti vengono trattati ad uso e consumo delle parti in questo scontro tra mondi diversi.
Come è accaduto per milioni di utenti che hanno aiutato inconsapevolmente ad abbattere i siti governativi americani per ritorsione al giro di vite contro la pirateria, ed è giusto che una massa di tecno analfabeti vengono usati in questa maniera perché sono loro la causa principale di questi schieramenti con la loro remissiva partecipazione alla difesa della libertà d’espressione, ma molto attivi quando si tratta di cercare o divulgare cose gratuitamente anche se a pagamento.
La questione è molto delicata e se anche i colossi hanno aderito ala protesta contro SOPA (Stop Online Piracy Act) dovrebbe far riflettere tutti. La proposta di legge, presentata vorrebbe sanzionare duramente tutti i siti che pubblicano contenuti protetti dal diritti d’autore, sia con link diretti che indirettamente, con pene che prevedono la reclusione, l’oscuramento e la cancellazione del sito e delle sue pagine dai risultati di ricerca internet. Tutto questo è assurdo perché sono gli utenti che divulgano per primi materiali coperti dai diritti d’autore fregandosene delle regole o dell’etica di un mondo dove sono ospiti, ed allora perché chi fornisce infrastrutture e tecnologie dovrebbe essere considerato colpevole?
Sono le grandi lobby delle informazioni che stanno riversando nella rete tutte quelle persone che hanno rincretinito fino ad ora e adesso più che mai cercano di forza il passaggio che ci porterebbe dal web 2.0 al controllo 2.0 mentre alcune persone come me, continuiamo a coltivare l’autonomia, la capacità di ricerca e dialogo personale, ma soprattutto non tollerano nessun comportamento che mini o insulti il principio d’indipendenza del cyber cittadino.
dal sito MAGARELLI.NET
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