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martedì 23 ottobre 2012

FISCAL COMPACT - L'ITALIA STA CEDENDO LA SUA SOVRANITA' NAZIONALE


Per comodità mi riferirò a quanto già detto dal giornalista Francesco Filini nel suo articolo apparso sul quotidiano online Il Vostro Quotidiano:

Tutte queste misure urgenti che la tecnofinanza europea sta imponendo agli Stati membri servono a garantire la stabilità dell’euro, ovvero della moneta che rappresenta la nuova ideologia, la nuova religione del terzo millennio: un dogma che non può essere messo in discussione, anche se sta distruggendo l’Europa dei popoli.

Il Fiscal Compact, anche conosciuto come Patto di bilancio europeo o Trattato sulla stabilità, è un atto internazionale che entrerà in vigore dal 1 Gennaio 2013 se almeno 12 dei 25 paesi che l’hanno sottoscritto l’avranno ratificato tramite i rispettivi parlamenti.
All’epoca in cui è stato scritto l’articolo i Paesi che avevano votato la ratifica erano solo nove, ma il numero sufficiente è stato nel frattempo raggiunto in quanto l’Italia lo ha ratificato nel Luglio di quest’anno. La Germania lo ha ratificato insieme al MES a Settembre. La Francia lo ha fatto a Ottobre, cioè pochi giorni fa.
In soldoni, il Fiscal Compact prevede che i paesi aderenti riducano il proprio debito pubblico portandolo al 60% del PIL e che il rapporto deficit/PIL rimanga sotto il 3% annuo, in caso contrario partiranno delle sanzioni nei confronti dei Paesi che non rispetteranno i vincoli fiscali. L’Italia ha un debito pubblico che, grazie alle manovre di Mr. Monti e dei suoi degni compari, ha superato abbondantemente la soglia del 120% rispetto a quanto la nazione produce. Per arrivare ai parametri imposti dalla Germania nel Fiscal Compact saremo costretti a tagliare il nostro rapporto debito/PIL del 3% ogni anno per 20 anni. Come si fa a ridurre il deficit? Semplice, basta tagliare e nello stesso tempo imporre manovre aggiuntive di oltre 40 miliardi l’anno, ovvero mettere nuove tasse e al tempo stesso mettersi a produrre per favorire la crescita.
La via d’uscita dovrebbe essere la crescita economica del Paese. Ma se il cittadino e l’azienda vengono tassati di più, hanno meno soldi, investono meno e spendono meno in acquisti. Questo impedisce proprio quella crescita a cui aneliamo. Per cui è facile dedurre che i vincoli di bilancio imposti dal Fiscal Compact non consentiranno alcuna crescita e che di conseguenza sarà impossibile ridurre il rapporto debito/PIL.
A questo dobbiamo aggiungere la quota di 125 miliardi di euro (di cui l’anticipo che stiamo già versando è di 14,32 miliardi) che deve restare a disposizione del “fondo salva Stati” (il famigerato MES).
Solo un folle – prosegue Filini nel suo articolo – può pensare che l’attuale Presidente del Consiglio non sia consapevole di tutto ciò. Con tasse e recessione come sarà possibile garantire la puntualità dei pagamenti? Tranquilli, l’Italia è un paese ricco di risorse: basta svenderle e siamo a posto. Fanno gola alla finanza internazionale le italiane Eni, Enel, Finmeccanica, Poste, etc. Presto ce le toglieranno insieme a tutte le municipalizzate: la distorsione neoliberista del capitalismo mondiale ha assunto, nell’Europa in mano ai banchieri, i tratti di un neocolonialismo di stampo tedesco.
I nuovi trattati internazionali sono destinati a cancellare lo Stato sociale, alla privatizzazione di ogni servizio, allo stradominio delle èlite finanziarie e bancarie sui popoli. Se si aggiunge che gli organismi che prenderanno le decisioni saranno sempre più avulsi da qualsiasi tipo di controllo e che i vertici saranno sempre più emanazione diretta della finanza internazionale, la dittatura è l’unico futuro che è possibile intravedere all’orizzonte.
Conclude Filini: Abbiamo comunque il dovere morale d’informare più persone possibili, iniziando dai deputati e dai giornalisti: la nostra libertà è a rischio insieme alla nostra cultura e alla nostra civiltà. Che i nostri padri ci perdonino se rimaniamo inerti di fronte un simile scenario, perché i nostri figli non lo faranno.
Come dice chiaramente Armando Siri intervistato a Settembre di quest’anno da Veronica Voto per skytg:

L’Europa dell’euro è un fallimento. L’Europa dei popoli e del libero scambio è un’altra cosa. L’Europa dell’euro ha solo agevolato le grandi oligarchie bancarie internazionali.
Perché la Banca Centrale dev’essere privata? La BCE deve essere pubblica e rispondere agli Stati.
Queste cose avvengono sotto i nostri occhi. Allora occorre che i nostri occhi diventino più vigili.

Restare in piedi di fronte alle rovine è il nostro compito, il motivo per cui siamo venuti. Finché il Cuore batte nel petto la vittoria è sempre possibile.

Per comodità mi riferirò a quanto già detto dal giornalista Francesco Filini nel suo articolo apparso sul quotidiano online Il Vostro Quotidiano:
Tutte queste misure urgenti che la tecnofinanza europea sta imponendo agli Stati membri servono a garantire la stabilità dell’euro, ovvero della moneta che rappresenta la nuova ideologia, la nuova religione del terzo millennio: un dogma che non può essere messo in discussione, anche se sta distruggendo l’Europa dei popoli.

Il Fiscal Compact, anche conosciuto come Patto di bilancio europeo o Trattato sulla stabilità, è un atto internazionale che entrerà in vigore dal 1 Gennaio 2013 se almeno 12 dei 25 paesi che l’hanno sottoscritto l’avranno ratificato tramite i rispettivi parlamenti.
All’epoca in cui è stato scritto l’articolo i Paesi che avevano votato la ratifica erano solo nove, ma il numero sufficiente è stato nel frattempo raggiunto in quanto l’Italia lo ha ratificato nel Luglio di quest’anno. La Germania lo ha ratificato insieme al MES a Settembre. La Francia lo ha fatto a Ottobre, cioè pochi giorni fa.
In soldoni, il Fiscal Compact prevede che i paesi aderenti riducano il proprio debito pubblico portandolo al 60% del PIL e che il rapporto deficit/PIL rimanga sotto il 3% annuo, in caso contrario partiranno delle sanzioni nei confronti dei Paesi che non rispetteranno i vincoli fiscali. L’Italia ha un debito pubblico che, grazie alle manovre di Mr. Monti e dei suoi degni compari, ha superato abbondantemente la soglia del 120% rispetto a quanto la nazione produce. Per arrivare ai parametri imposti dalla Germania nel Fiscal Compact saremo costretti a tagliare il nostro rapporto debito/PIL del 3% ogni anno per 20 anni. Come si fa a ridurre il deficit? Semplice, basta tagliare e nello stesso tempo imporre manovre aggiuntive di oltre 40 miliardi l’anno, ovvero mettere nuove tasse e al tempo stesso mettersi a produrre per favorire la crescita.
La via d’uscita dovrebbe essere la crescita economica del Paese. Ma se il cittadino e l’azienda vengono tassati di più, hanno meno soldi, investono meno e spendono meno in acquisti. Questo impedisce proprio quella crescita a cui aneliamo. Per cui è facile dedurre che i vincoli di bilancio imposti dal Fiscal Compact non consentiranno alcuna crescita e che di conseguenza sarà impossibile ridurre il rapporto debito/PIL.
A questo dobbiamo aggiungere la quota di 125 miliardi di euro (di cui l’anticipo che stiamo già versando è di 14,32 miliardi) che deve restare a disposizione del “fondo salva Stati” (il famigerato MES).
Solo un folle – prosegue Filini nel suo articolo – può pensare che l’attuale Presidente del Consiglio non sia consapevole di tutto ciò. Con tasse e recessione come sarà possibile garantire la puntualità dei pagamenti? Tranquilli, l’Italia è un paese ricco di risorse: basta svenderle e siamo a posto. Fanno gola alla finanza internazionale le italiane Eni, Enel, Finmeccanica, Poste, etc. Presto ce le toglieranno insieme a tutte le municipalizzate: la distorsione neoliberista del capitalismo mondiale ha assunto, nell’Europa in mano ai banchieri, i tratti di un neocolonialismo di stampo tedesco.
I nuovi trattati internazionali sono destinati a cancellare lo Stato sociale, alla privatizzazione di ogni servizio, allo stradominio delle èlite finanziarie e bancarie sui popoli. Se si aggiunge che gli organismi che prenderanno le decisioni saranno sempre più avulsi da qualsiasi tipo di controllo e che i vertici saranno sempre più emanazione diretta della finanza internazionale, la dittatura è l’unico futuro che è possibile intravedere all’orizzonte.
Conclude Filini: Abbiamo comunque il dovere morale d’informare più persone possibili, iniziando dai deputati e dai giornalisti: la nostra libertà è a rischio insieme alla nostra cultura e alla nostra civiltà. Che i nostri padri ci perdonino se rimaniamo inerti di fronte un simile scenario, perché i nostri figli non lo faranno.
Come dice chiaramente Armando Siri intervistato a Settembre di quest’anno da Veronica Voto per skytg:
L’Europa dell’euro è un fallimento. L’Europa dei popoli e del libero scambio è un’altra cosa. L’Europa dell’euro ha solo agevolato le grandi oligarchie bancarie internazionali.
Perché la Banca Centrale dev’essere privata? La BCE deve essere pubblica e rispondere agli Stati.
Queste cose avvengono sotto i nostri occhi. Allora occorre che i nostri occhi diventino più vigili.

Restare in piedi di fronte alle rovine è il nostro compito, il motivo per cui siamo venuti. Finché il Cuore batte nel petto la vittoria è sempre possibile.
di Salvatore Brizzifonte: http://larinascitaitalica.com/cedere-sovranita-fiscal-compact/

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