Nella giornata di sabato 20 ottobre anche l'ultimo campo della Protezione Civile a Mirandola, il campo Friuli, è stato chiuso. Secondo le Istituzioni locali questo dovrebbe decretare la fine dello stato d'emergenza e far magicamente evaporare tutti i problemi derivati dal sisma del 20/29 maggio. In realtà, l’intera operazione sa molto più di campagna propagandistica, volta a far calare il sipario sulla situazione del territorio colpito e a dare un colpo di spugna definitivo alle polemiche sulla gestione di Errani e compari, la quale vede proprio sul territorio mirandolese una delle situazioni più critiche e paradossali.
Infatti, nonostante le dichiarazioni fatte a giugno dal commissario Vasco Errani sulla necessità di requisire case sfitte e destinare le abitazioni Acer vuote per la sistemazione degli sfollati, gli "ospiti" dei campi sono stati deportati in strutture alberghiere di Verona, Parma e sull'appennino modenese, quindi mediamente a 70km da Mirandola, con un conseguente peggioramento delle già precarie condizioni di vita e di lavoro delle persone. Tutto questo a fronte (e qui sta un altro paradosso!) di costi molto più elevati rispetto a quelli implicati dalle soluzioni promesse inizialmente. Crediamo che questa scelta rientri nell'ottica di prendere per sfinimento i terremotati, costringendoli alla fine a "rimboccarsi le maniche" (come dicono loro per lodarci) e a trovare soluzioni che richiedano una spesa minima per lo Stato. In sostanza: arrangiarsi!!!
L'altra situazione paradossale e ancor più tragica è quella di chi non ha accettato la deportazione, lo smembramento del nucleo famigliare (chi lavora è costretto a rimanare in zona mentre le famiglie sono in albergo lontane) o semplicemente non ha ceduto alle intimidazioni di polizia, assistenti sociali e Protezione Civile o alle facili promesse di nuove future sistemazioni. Per costoro l'unica scelta possibile, fornita dalla perfetta macchina targata Monti-Errani, è quella di firmare una carta che li estromette da qualsiasi altra soluzione abitativa e che di fatto li abbandona al loro destino.
Quindi lo stesso 20 ottobre intere famiglie, con bambini ed anziani al seguito, si sono trovate a passare dai campi della Protezione Civile a quelli autogestiti. Gli stessi, osteggiati e denigrati dalle Istituzioni e tenuti in piedi dalla cooperazione tra volontari, cittadini e associazioni, dimostrano ancora una volta che con l’autogestione dal basso si può far meglio dello Stato.
Assistiamo, dunque, all’ennesima beffa e all’ennesima dimostrazione della totale assenza di un Governo lontanissimo dai cittadini ma ben attento a non intaccare gli interessi delle lobby economiche che lo sostengono.
fonte: Infoaut_Modena
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