Le forze dell'ordine sono sempre più nell'occhio del ciclone in quest'ultimo periodo. C'è ovviamente chi li difende, chi li accusa ma dove sta la verità? Ormai sempre più persone si fidano poco di loro, guardano il poliziotto, il carabiniere, il celerino con disprezzo, quasi con odio. Il cittadino medio se deve andare a denunciare un crimine subito preferisce rivolgersi a varie trasmissioni televisive. Ma come mai si sta diffondendo questo clima di sfiducia verso di loro? Siamo sicuri che sia ingiustificato? In questo articolo voglio mettervi al corrente di un'informazione che forse pochi sanno e che riguarda il composto usato nei gas lacrimogeni in dotazione alla polizia.
Il composto chimico gas CS (orto-cloro-benziliden-malononitrile), utilizzato contro i dimostranti in Val di Susa ripetutamente nel 2011 e a Genova nel 2001, viene sintetizzato chimicamente facendo reagire due composti chimici: 2-clorobenzaldeide e malononitrile. Quindi è caraterizzato da:
• Proprietà urticanti e corrosive, in quanto è presente il Cloro
• Proprietà tossiche, cancerogene e mutagene come gli idrocarburi policiclici aromatici
Si dice da molte parti che il gas CS sarebbe praticamente innocuo. Noi adottiamo una procedura diversa per accertarcene, partendo dai due composti chimici di base ed esaminando cosa dicono le schede di sicurezza delle ditte che commercializzano i due prodotti. Come se volessimo fabbricare da noi stessi il CS. Questo perché sui prodotti di partenza, non essendo direttamente coinvolti nella questione tossico-nontossico che si ha sul CS, l’informazione è, diciamo così, più libera e priva di “schermature”.
La prima base di partenza è il malononitrile: se volete acquistarlo, potete rivolgervi in Belgio o in Giappone,
pagandolo tra l’altro oltre 200 euro al chilo. La scheda del prodotto è molto interessante, ed è riportata in allegato. Dice:
• Tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione.
• Altamente tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico.
• Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosol
• Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati.
• In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico
• Questo materiale e il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi.
• Non disperdere nell'ambiente.
Risulta a dir poco difficile da sostenere che un tale composto, aggiungendovi della CLOROBENZALDEIDE, diventi improvvisamente del tutto innocuo. Anche perché, se vogliamo acquistare la CLOROBENZALDEIDE ad esempio dalla ditta Carlo Erba si vede chiaramente che provoca ustione e consiglia di non respirare gas/fumi/vapori/aerosoli .
Allora, l’unione di queste due sostanze tossiche e pericolose, nocive per l’uomo e per l’ambiente, provocherebbe la nascita di una sostanza del tutto innocua? La realtà è diversa. Il CS ha quindi tutte le caratteristiche tipiche dei composti urticanti e tossici, pericolosi per uomo e ambiente.
A maggior ragione in base alla legge 18 aprile 1975, n.110 (Norme integrative della disciplina vigente per il controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi), si classificano i gas CS come armi da guerra di terza categoria, ossia “armi chimiche”; infatti la vigente regolamentazione in materia include in questa categoria tutti i gas, i liquidi e i solidi, che, diffusi nell'area, in acqua o sul terreno, producono negli esseri viventi lesioni di varia natura, tali da inficiare, permanentemente o temporaneamente, la salute dell'organismo umano.
Per quanto riguarda il suo uso bellico, la “Convenzione sulla Proibizione dello Sviluppo, Produzione, Immagazzinaggio ed Uso di Armi Chimiche e sulla loro Distruzione” conclusa a Parigi il 13 gennaio 1993, ratificata in Italia nel 1995 ed entrata in vigore con il deposito del sessantacinquesimo strumento di ratifica il 29 aprile 1997, PROIBISCE L’UTILIZZO DEL CS IN OGNI SCENARIO BELLICO. …E OVVIAMENTE IN TEMPO DI PACE SU DIMOSTRANTI CIVILI, sarebbe la logica conseguenza. Purtroppo, questo “E OVVIAMENTE” non è scritto esplicitamente da nessuna parte, e infatti: il gas CS fa parte dell’equipaggiamento delle forze di polizia italiane dal 1991, con il DPR 5 ottobre 1991, n. 359.
Inoltre nei lacrimogeni CS c'è anche un anti-agglomerante a base di silicone, perché si nebulizzi quando viene sparato. Quindi si deposita al suolo e rimane attivo per giorni e in un ambiente polveroso, va in sospensione, per cui si continua a respirare il materiale anche a distanza di tempo. L'esposizione a CS porta ad alterazioni del corredo cromosomico (tipo breakage e aneuploidia) e alla formazione di radicali liberi. L’effetto cancerogeno si ha quindi anche senza danneggiamento del DNA, alterando direttamente la velocità di mitosi delle cellule, cioè facendole riprodurre più velocemente, ovvero facendole diventare iniziatrici di colonie neoplastiche. In una parola, cellule tumorali. Essendo dimostrato che l'esposizione a CS può provocare alterazioni del corredo cromosomico è presumibile che questo possa tradursi in danno genetico e possa, in alcuni casi, determinare la perdita del controllo della crescita cellulare favorendo la creazione di colonie neoplastiche.
Magari le forze dell'ordine se ne possono pure fregare di tutto questo, tanto loro hanno le maschere. Ebbene sappiate che le loro maschere li proteggono solo per pochi minuti dopo i quali è come se non ce le avessero.
di Juri Mazzei
fonte: Ju-ng
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