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mercoledì 21 novembre 2012

LA UE ANNUNCIA INDAGINI SUL SOSTEGNO AL SETTORE ENERGIA IN SARDEGNA


L'Ue avvia due indagini sul sostegno al settore dell'energia in Sardegna

Sotto accusa l’impianto di Carbon capture and storage del “progetto Sulcis”
La Commissione europea ha annunciato oggi di aver avviato, «In base alle norme Ue in materia di aiuti di Stato, due indagini approfondite distinte riguardanti misure di sostegno pubblico nella regione sarda del Sulcis-Iglesiente». La Commissione in una nota spiega che in primo luogo «Valuterà la conformità con le norme in materia di aiuti di Stato delle misure di sostegno superiori a 400 milioni di euro concesse dall'Italia dal 1998 a favore di Carbosulcis, l'impresa che gestisce la miniera di carbone di Nuraxi Figus. In secondo luogo, la Commissione verificherà se le sovvenzioni che l'Italia intende concedere al "progetto Sulcis", cioè la costruzione di un impianto alimentato a carbone con una sezione dimostrativa di Carbon capture and storage (Ccs), siano in linea con le norme Ue in materia di aiuti di Stato. L'avvio di un'indagine approfondita offre alle parti terze interessate l'opportunità di formulare osservazioni sulle misure senza pregiudicare l'esito del procedimento».
Sotto accusa è quindi anche l'impianto Ccs che, a detta dei sindacati, di molti politici sardi e nazionali e degli stessi lavoratori in lotta avrebbe dovuto essere una specie di panacea per la gravissima crisi industriale del Sulcuis. Per quanto riguarda il "progetto Sulcis", «L'Italia ha dichiarato che il suo principale obiettivo è rendere più sicuro l'approvvigionamento energetico della Sardegna e che il progetto sostiene al tempo stesso la ricerca industriale e lo sviluppo di un'area depressa», ma la Commissione, pur riconoscendo l'importanza di sviluppare la tecnologia Ccs, «Indagherà per accertare se una centrale a carbone come quella prevista sia la più adatta per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento in Sardegna al costo minore per lo Stato e se l'aiuto previsto si limiti al minimo necessario per conseguire tale obiettivo. Inoltre, la Commissione verificherà se il progetto possa costituire una sovvenzione indiretta per lo sfruttamento della miniera di carbone locale, il che in linea di massima è vietato dalle norme Ue vigenti».
La Commissione europea ricorda inoltre che «Tra il 1998 e il 2010 Carbosulcis SpA ha ricevuto almeno 405 milioni di euro di sostegno pubblico sotto forma di aiuti all'investimento e al funzionamento nonché un sostegno in principio destinato ad obiettivi di formazione, R&S e protezione ambientale. Tutte le misure sono state concesse senza notifica preliminare alla Commissione, in violazione delle norme Ue in materia di aiuti di Stato. La Commissione valuterà adesso se questo sostegno pubblico sia stato concesso in conformità con le diverse norme dell'Ue che indicano quali categorie di aiuti sono ammesse e a quali condizioni. La Commissione invita l'Italia a fornire tempestivamente le informazioni necessarie per consentirle di condurre tale valutazione».
In una nota la Commissione ripercorre l'intera vicenda, dicendo di essere venuta a sapere nel 2006, dopo una denuncia, che «L'Italia intendeva sovvenzionare lo sfruttamento della miniera di carbone di Nuraxi Figus e la produzione di elettricità in Sardegna mediante carbone domestico. Parallelamente la Commissione ha indagato su sovvenzioni concesse in passato alla miniera e su quelle previste per il progetto integrato Sulcis, che comprendeva la gestione della stessa miniera e la costruzione di una centrale alimentata almeno al 50% con carbone domestico».
Nel 2008 parte un'approfondita indagine Ue sul progetto Sulcis perché la Commissione «Temeva che un prezzo di ritiro garantito conferisse al gestore della centrale un vantaggio competitivo indebito rispetto ai concorrenti che non beneficiano di sovvenzioni. Inoltre gli utilizzatori locali ad alto impiego di energia avrebbero potuto acquistare elettricità a prezzi agevolati, in violazione delle norme in materia di aiuti di Stato». Dopo l'avvio dell'indagine l'Italia ritirò la proposta e nel 2011 ha notificato un progetto modificato comprendente una sezione dimostrativa Ccs, un impianto costosissimo e naturalmente ancora sperimentale, fotto passare per la soluzione di tutti i problemi delle miniere di carbone del Sulcis.
La Commissione ricorda che «I prezzi agevolati a favore degli utilizzatori locali energivori sono stati eliminati dal progetto modificato, che tuttavia prevede ancora sovvenzioni al gestore della centrale sotto forma di prezzi di ritiro garantiti per 20 anni dall'avvio dell'intero progetto. L'importo dell'aiuto corrisponderebbe alla differenza tra i prezzi garantiti e i prezzi di mercato per l'intero ciclo di vita della centrale. Il progetto comporta inoltre l'obbligo di utilizzare carbone di basso rango locale. Il sostegno pubblico ricevuto da Carbosulcis SpA tra il 1998 e il 2010 era costituito di aiuti agli investimenti e al funzionamento nonché un sostegno destinato ad obiettivi di formazione, R&S e protezione ambientale».

fonte: Greenreport

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