Da qualche anno le elite europee stanno tentando di rilanciare il progetto “Unione per il Mediterraneo” (Euromed), per trattare in primis la questione migratoria, e in secundis implementare questo “spazio comune di pace e prosperità” che deve trovare delle basi solide per il futuro.
Le mondo-regioni o cosiddetti blocchi continentali o intercontinentali – che si fondano su politiche sociali ed economiche e istituzioni governative comuni – si sviluppano su tutto il globo: l’Alea nell’America del Nord, l’Ue in Europa, Mercosur nell’America del Sud, l’Asean in estremo oriente e l’Ua in Africa. Mentre l’Unione del Mediterraneo è alle porte, nonostante i limiti e i pericoli che tutti conosciamo di questi spazi comuni. La filosofia politica dell’Unione del Mediterraneo non è quindi affatto nuova: l’unione-fusione di Oriente e Occidente risale ai tempi di Alessandro Magno, il quale fece sposare i suoi soldati con le donne Persiane del re Dario III. Con l’Impero Romano, il riavvicinamento riuscì con la strategia del mare nostrum, poiché gli imperatori imposero la lex romana e la cultura greco-latina ai Fenici. Secoli dopo, Maometto fondò l’Islam, e il Corano forgiò la civiltà musulmana. Con la conversione dei berberi all’Islam, Oriente e Occidente, iniziarono a cavalcare la storia su onde diverse, e l’unione-fusione si spezzò, trasformandosi in un’eterna lotta. Dalla vittoria di Carlo Martello a Poitiers, passando per le Crociate, fino ai giorni odierni, le due civiltà non hanno fatto altro che opporsi l’una contro l’altra, per cui la storia ci insegna che è possibile giungere oggi a una riconciliazione e ad una convivenza ma non a un impasto. Amalgamarsi significherebbe far morire una (la più debole) o entrambe le civiltà, poiché anche se simili su alcuni principi, nei fatti rimangono intrinsecamente incompatibili.
Le mondo-regioni o cosiddetti blocchi continentali o intercontinentali – che si fondano su politiche sociali ed economiche e istituzioni governative comuni – si sviluppano su tutto il globo: l’Alea nell’America del Nord, l’Ue in Europa, Mercosur nell’America del Sud, l’Asean in estremo oriente e l’Ua in Africa. Mentre l’Unione del Mediterraneo è alle porte, nonostante i limiti e i pericoli che tutti conosciamo di questi spazi comuni. La filosofia politica dell’Unione del Mediterraneo non è quindi affatto nuova: l’unione-fusione di Oriente e Occidente risale ai tempi di Alessandro Magno, il quale fece sposare i suoi soldati con le donne Persiane del re Dario III. Con l’Impero Romano, il riavvicinamento riuscì con la strategia del mare nostrum, poiché gli imperatori imposero la lex romana e la cultura greco-latina ai Fenici. Secoli dopo, Maometto fondò l’Islam, e il Corano forgiò la civiltà musulmana. Con la conversione dei berberi all’Islam, Oriente e Occidente, iniziarono a cavalcare la storia su onde diverse, e l’unione-fusione si spezzò, trasformandosi in un’eterna lotta. Dalla vittoria di Carlo Martello a Poitiers, passando per le Crociate, fino ai giorni odierni, le due civiltà non hanno fatto altro che opporsi l’una contro l’altra, per cui la storia ci insegna che è possibile giungere oggi a una riconciliazione e ad una convivenza ma non a un impasto. Amalgamarsi significherebbe far morire una (la più debole) o entrambe le civiltà, poiché anche se simili su alcuni principi, nei fatti rimangono intrinsecamente incompatibili.

Nessun commento:
Posta un commento