Non guasterebbe «qualche contenuto che non sia proprio aria fritta», scrive Giannuli nel suo blog: «Non basta dirsi “contro Monti”, vorremmo anche sapere qualcosa di più su cosa significa questa proclamazione». Ovvero: cosa si pensa «sulla permanenza nell’euro, su come gestire il debito pubblico, sulla patrimoniale, sul fisco, sulle politiche occupazionali».

E mentre Grillo “apre” persino ai “neofascisti” di Casa Pound, Giannuli li avverte: «Occorre che si aprano alla discussione, piantandola con l’aria da samurai anti-regime che dispensano lezioni a destra e a manca: questa sterile autocelebrazione non serve a nulla ed è vagamente comica». In attesa che Grillo si decida a dire qualcosa di utile per il paese, per l’elettore-Giannuli «le opzioni in campo restano due: arancioni o dispersione del voto», scartando l’astensione pura e semplice. Sul gruppo Ingroia, “Rivoluzione civile”, Giannuli non scioglie la riserva: «Devo prima vedere cosa offre», al di là del ritornello sulla trasparenza e sulla lotta alla mafia. Pesanti zavorre: la ricandidatura della mini-casta “arcobaleno”, che va da Ferrero e Diliberto fino al verde Bonelli, con l’aggiunta di Di Pietro. «Posso persino sopportare un tangentista, ma un incapace fallito no», sentenzia Giannuli: «Mica vero che per andare in Parlamento non servano competenze specifiche e basti essere onesti».
Sottinteso: Rifondazione, Verdi, Pdci e Idv (o quel che ne resta) hanno tutto il diritto di essere rappresentati, purché attraverso «un materiale umano più accettabile». Non ce l’hanno? Allora, «lascino perdere e si accontentino di essere rappresentati dagli altri». No-Monti, d’accordo: ma, in concreto, quali sono le ricette alternative, anti-montiane, per liberare gli italiani dalla morsa della recessione e dal disastro politico-economico? «Degli slogan non sappiamo che farcene, quindi vediamo se esce qualcosa di più serio». Per il momento, Giannuli resta «in attesa di vedere che piatto mi portano in tavola Ingroia e i suoi amici: se è almeno passabile si può fare, ma se è una brodaglia riscaldata preferisco saltare il pasto».
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