E se Caserta si svegliasse? E’ questa la domanda che molti in città, ma soprattutto in provincia, si fanno da un po’ di tempo. Dopo le marce religiose e i cortei che si sono alternati in un tutta la provincia, iniziando da Aversa, passando per Orta di Atella fino a Macerata Campania, dopo i convegni di San Prisco e la sollevazione colorata dell’Agro Caleno contro la centrale a Bio Massa svoltasi a Calvi Risorta e dopo i 50.000 che hanno invaso la roccaforte dei casalesi, cioè Casal di Principe, Caserta città finalmente pare sia pronta a scendere in campo nella lotta contro il biocidio.
Caserta è una città difficile, profondamente borghese, dove l’essere democristiano pare sia radicato fin dentro al DNA della gran parte di coloro che abitano il capoluogo. E’ una città che non può esplodere, quasi per contratto, dove deve regnare una pace sociale quasi intoccabile, dove anche i movimenti sociali hanno difficoltà a trovare terreno fertile su cui agire. Una città dove non esistono più i concetti di piazza, di aggregazione, di condivisione, di partecipazione pratiche cancellate per una chiara scelta politica dalla vita quotidiana cittadina, soprattutto dopo che piazza Matteotti, meglio conosciuta come piazza Mercato, emblema della decadenza cittadina, è stata letteralmente svenduta e completamente privatizzata ai soliti palazzinari, costruttori e privati in cerca di affari facili. Anche le lotte ambientali contro lo scempio avvenuto in zona Lo Uttaro qualche anno fa, nonostante una forte partecipazione di vari strati popolari di diversi comuni interessati che si affacciavano all’area, trovarono enormi difficoltà a radicarsi nella società civile cittadina. Risultato, una area fortemente inquinata grazie a diverse discariche legalizzate, dove una bonifica seria appare davvero difficile.
Nonostante ciò, la città di Caserta pare si stia svegliando da questo letargo durato più del previsto. In moltissimi in città, in forma autonoma o organizzata, hanno partecipato a gran parte delle iniziative della provincia e della Campania, ma il salotto buono della città sembrava non poter essere toccato dal fiume in piena che sta invadendo gran parte delle provincie di Napoli e Caserta. Ma quando meno te lo aspetti, la tranquillità della città addormentata viene rotta da un corteo di studenti liceali che questa mattina ha attraversato tutto il centro storico senza alcun preavviso. Una bara di cartone ha aperto il lungo corteo delle scuole cittadine, che nei giorni scorsi hanno tenuto una serie di assemblee all’interno dei loro istituti per approfondire e ragionare sul tema della terra dei fuochi ed oggi hanno deciso di scendere in strada per rivendicare il proprio diritto a vivere in una terra sana e rispettata.
Ma non ci cono solo gli studenti a manifestare contro l’inquinamento ambientale e i rifiuti tossici; gruppi di discussione e di approfondimento stanno nascendo in un po’ tutta la città, il dibattito sta crescendo, la voglia di partecipazione pian piano sta venendo fuori. Diverse assemblee pubbliche si sono già svolte in piazza, proprio per riprendersi finalmente quella parte di città che è stata sottratta, altri incontri si sono tenuti in spazi culturali ed autogestiti cittadini. Ancora, un flash mob indetto dal Laboratorio Sociale Millepiani è previsto per il 31 ottobre, quando dalla centralissima piazza Dante si percorrerà quel corso Trieste divenuto ormai tristemente noto per la lunga guerra tra ricchi, comune e commercianti, riguardo la Zona a Traffico Limitato attiva proprio in quella parte del cuore casertano. Il flash mob si concluderà sotto al monumento ai caduti di Caserta e lì si raduneranno “I nuovi caduti per biocidio”. E’ proprio questo, infatti, il senso dell’iniziativa, così come si legge dal comunicato diramato in rete: “Nella nostra regione i mostri non ci sono solo ad Halloween, contaminano le nostre terre costantemente sotto forma di rifiuti, sostanze tossiche e veleni. In vista della manifestazione del 9 novembre a Caserta, la notte di Halloween inonderemo l’arteria principale della nostra città con gli spettri dei nostri morti, passati e futuri, che urleranno la loro rabbia e le loro rivendicazioni”. L’abito da indossare per questo particolare pomeriggio di Halloween è quello della busta di immondizia e di una mascherina.
Ma la data cardine e quella su cui si sta concentrando la maggiore attenzione, ma intorno alla quale si stanno già alimentando fortissime polemiche, è proprio quella del 9 novembre, giornata scelta per la prima grande manifestazione cittadina con al centro la tematica della devastazione ambientale. Il corteo è stato indetto dal “Coordinamento delle associazioni per la difesa del creato” e dalla Diocesi di Caserta, anche se il documento con cui si presenta la marcia e si invita alla partecipazione porta l’esclusiva ed unica firma di Don Antonello Giannotti, uno dei parroci più influenti in città, non solo riguardo le faccende ecclesiastiche ma anche riguardo la politica cittadina. Anche in questo caso la modalità di partecipazione è ormai nota, ovvero la classica marcia funebre silenziosa, non violenta, fuori dalle logiche di partito, aperta da una croce senza crocifisso. Insomma, il solito copione tetro. Il corteo partirà da piazza Pitesti, proprio nei pressi della chiesa di Don Antonello, e si concluderà sotto la Prefettura di Caserta.
Dopo le imponenti marce funebri con fiaccole e croci in testa, anche la città di Caserta potrà finalmente pregare per la propria terra ed essere annoverata nell’elenco delle città attive contro i reati ambientali, ma non senza polemiche o critiche, come detto. Le maggiori polemiche, infatti, sono sorte riguardo alla probabile partecipazionea alla marcia del nove novembre del Sindaco di Caserta Pio del Gaudio. Il primo cittadino in quota PDL, come già accaduto a Maddaloni dove era in compagnia della sua collega Rosa De Lucia, entrambi in testa al un corteo cittadino contro i rifiuti tossici, pare dovrebbe sfilare con la propria fascia tricolore in rappresentanza di tutti i casertani. Una scelta forse un po’ azzardata, che non piace a tanti di coloro che avevano intenzione di partecipare al corteo del 9 novembre, anche se in forma autonoma. La critica, infatti, arriva proprio da parte della neonata “Assemblea cittadina per la difesa del territorio” che comprende una serie di soggetti, comitati, gruppi di ricerca e singoli che stanno discutendo su come attraversare con contenuti e modalità alternative la giornata del nove e lo fanno dichiarandosi apertamente contro la presenza del sindaco in piazza: “La presenza ad una manifestazione contro la devastazione ambientale, da parte di un Sindaco che ha avallato negli ultimi anni (non solo da Sindaco, anche da consigliere comunale!) alcune tra le più nefande scelte in tema di gestione del territorio, ci sembra una evidente contraddizione. Praticamente, è come se Del Gaudio (e tutti gli altri esponenti della classe politica casertana che dovessero optare per la loro presenza alla manifestazione) venisse a manifestare contro se stesso! Possono “vittime” e “carnefici” manifestare insieme?”.
Ma se il primo cittadino di Caserta ha deciso, nonostante le critiche, di essere presente in piazza il nove, un altro ha dichiarato la propria esplicita contrarietà al fatto che la chiesa possa essere promotrice di cortei e di proteste, sospinte e condivise a volte da quell’opposizione di sinistra a lui nemica ed in particolare da quei movimenti e comitati che si battono contro le centrale ed inceneritori di cui lui è il primo sponsor. Si tratta delPresidente della Provincia di Caserta Domenico Zinzi, quota UDC, che in un intervento pubblico in un noto liceo classico cittadino, solo due giorni fa ha lanciato il suo anatema contro il clero. Come riportano molti quotidiani locali, tra cui anche la Gazzetta di Caserta del 28 ottobre da cui riprendo il virgolettato, il presidente Zinzi è chiaro sull’argomento: “Ma per favore smettiamola, una volta per tutte, di pensare che il problema del degrado ambientale si possa risolvere con le fiaccolate organizzate dai sacerdoti“. […] “Siamo noi campani a dover trovare un’unità di intenti su quello che intendiamo fare del nostro futuro: o accettiamo gli impianti o accettiamo le discariche”. Ed ancora, parafrasando qualche ministro passato da queste parti: “Il problema dei rifiuti nasce dalle cattive abitudini di quei cittadini maleducati“.
Nonostante i suoi amministratori, Caserta città si è svegliata e questo è un bene prezioso e da non sottovalutare per tutto il movimento contro la devastazione ambientale.
fonte: You-ng
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