Questo teorema di Thomas è così incredibilmente semplice che può lasciare scettici e increduli:“Quando la gente vede certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze”. Per far comprendere il suo campo di applicazione, il sociologo Robert K. Merton ha parlato di quello che è successo alla Last National Bank, quando il suo direttore Cartwright, incuriosito da un ambiente insolito, ha scoperto che i suoi clienti, allertati dal rumore della sua insolvenza, stavano ritirando i loro beni, provocando il crollo della banca. In altre parole, non è stata l’insolvenza a causare il fallimento, ma la notizia che ha creato l’insolvenza.
Corollario del teorema di Thomas: affinché una situazione sia possibile bisogna crederla e farla credere possibile. L’efficacia riposa in effetti sull’opacità, il diniego e la menzogna ripetuta. Esempio applicabile al cosiddetto “debito pubblico” che sappiamo anche quanto pubblico non è.
Eppure appena appare, anzi trapela, la notizia che il governo potrebbe sequestrare, o rubare, il 10% sui conti correnti dei cittadini italiani (ricetta propugnata dal FMI di Christine Lagarde, pagina 49 del Fiscal report di ottobre, che ipotizza una soluzione anti-debito pubblico: un prelievo forzoso del 10% per i paesi in difficoltà) non si tratta più soltanto del teorema, ma della drammatica realtà.
In genere i suggerimenti del FMI, a parte quando sono ipocriti (non di rado), fanno parte del teorema di Thomas. E’ successo ai greci e soprattutto ai ciprioti. E’ chiaro che si vuole che avvenga una massiccia esportazione illegale di capitali. Capitali neri, utilissimi nei paradisi fiscali, che le solite note banche, e mafie, gestiscono a livello mondiale con flussi inimmaginabili di denaro, ormai, si può dire, per “causare un danno umanitario” globale.
Allora cosa si dice? Rientrano i capitali dall’estero! La bufala è proprio buona. Manco Berlusconi era arrivato a tanto. Come si può portare denaro in un paese avviato scientificamente al fallimento? Si può solo venire a comperare qualche residua eccellenza produttiva. Come infatti avverrà, i bandi sono quasi pronti.
C’è anche l’altra balla: arrivano risorse dalla rivalutazione delle quote di Bankitalia che, in un recente articolo, Tito Boeri (16 ottobre 2013 in lavoce.info) chiama la regia di questa operazione, come “una associazione a delinquere” e ne spiega l’ulteriore furto bancario ai danni dei cittadini e l’ulteriore indebitamento futuro che ne deriverà.
La verità vera è che salta l’aumento della tassa sulle rendite finanziarie, sui grandi patrimoni.
Il teatrino mediatico potrebbe continuare all’infinito. Manovra finanziaria (ogni sei mesi). Se si danno spiccioli ai giovani bisogna togliere agli anziani. Se si danno ai cassintegrati bisogna tagliare la sanità.
E’ sempre (in)credibile la storiella della coperta corta addossandone la responsabilità al buon padre di famiglia. Intossicazione delle sigle: Imu, Tares, Tarsu, Sevice Taxe, Trise. Lo Stato dà alla famiglia 98 euro annue (8 euro al mese, manco una pizza e una birra per “fare ripartire l’economia italiana”) e poi ne toglie fino a 900 con la Trise.
Mi sembrano davvero piromani incoscienti che non sanno fin dove il fuoco potrà arrivare. “Il governo – affermano in una nota Adusbef e Federconsumatori – aveva promesso una legge di Stabilità in grado di far ripartire l’economia, restituire sollievo a lavoratori e consumatori con la riduzione del cuneo fiscale, ridurre il mare magnum di tasse e balzelli che assilla gli italiani, cancellare la seconda rata dell’Imu prima casa in pagamento a dicembre, appostata a bilancio per 2,4 miliardi di euro”. Tanto si vedrà l’aumento con la riforma del catasto. Solo un carognoso ottimista può dire: “Però qualcosa ce lo ha dato”. Viva Letta. Viso giovane e pulito.
Ha paventato il taglio alla sanità o per così dire l’aumento dei ticket regionali. Poi non l’ha fatto (ancora), ma questa è l’applicazione perfetta del suddetto teorema di Thomas. Basta insinuare, far transitare depistaggi vari e aspettare.
Qualcuno immagina che la riduzione del cuneo fiscale possa andare ai lavoratori (20 milioni)? Oppure sarà assorbito tutto dai padroni? (Ricordate il cuneo del democratico Prodi?).
Vista la povertà che c’è in giro, non è che quelle 100 euro (anche per i pensionati?) serviranno a riportare soldi all’Enel (elettricità), all’Eni (gas e petrolio), pronta ad essere venduta, per il riscaldamento di questo inverno? Sembra un inarrestabile fiume di denaro che va sempre in una unica direzione.
di Tonino d'Orazio
fonte: Cambiailmondo
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