L’ultimo toccante discorso di Robert Kennedy
Quando si parla di grandi potenze, ci si riferisce sempre a dati quantitativi, a capacità offensiva militare, a potenzialità produttiva e industriale. Ma, come disse Bob Kennedy, in un famoso discorso all’Università del Kansas il 18 marzo del 1968, poco prima di essere assassinato: Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base degli indici di borsa, o sul prodotto interno lordo. Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, le carneficine autostradali di fine-settimana, le serrature speciali alle nostre porte di casa, i programmi televisivi che valorizzano stili di vita sbagliati e violenti, nonché prodotti nocivi per la nostra salute. Il PIL non tiene conto del benessere della nostra gente, della qualità dell’educazione, della giustizia dei nostri tribunali, dell’equità dei nostri rapporti interpersonali. Il PIL non misura la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione verso i più deboli.
Quasi in perfetta linea con le parole del Mahatma Gandhi
Mancava poco che il più grande e sensibile dei Kennedy parafrasasse il discorso di un altro grande statista, come il Mahatma Gandhi, che non molti anni prima aveva pronunciato di fronte alle Nazioni Unite, parole indimenticabili come: La vera grandezza di un paese si misura non tanto col PIL e la ricchezza prodotta dalle sue industrie, ma col modo di trattare i deboli e gli indifesi, e soprattutto i bambini e gli animali, nudi e vulnerabili, primi a chiedere disperatamente, a pieno diritto, tutela e protezione.
Il ruolo mondiale e storico dell’Italia
L’Italia non è di certo una grande potenza in termini quantitativi e in termini politici. Non ha pure, oggi come oggi, titoli morali per elevarsi e insegnare grandi cose al mondo, essendosi sporcata le mani nel dopoguerra, e in particolare negli ultimi 30 anni, con le sozze attività degli allevamenti e dei macelli, col diventare 52° provincia degli USA, al pari di Korea e Filippine. Non è tuttavia un paese del Terzo Mondo, e nemmeno del Secondo. Se esiste un Primo Mondo, essa ci sta comunque a pieno diritto. Ha dalla sua parte 2500 anni di storia e di scienza, di arte e di cultura. E può guardare dall’alto in basso, in linea persino verticale, i rozzi macellai e i gabellieri chimico-farmaco-petroliferi americani, i pidocchi rifatti, i mendicanti internazionali, zeppi di dollari falsi e inflazionati, ma vuoti di memoria storica, di coscienza civile e di intelligenza umanitaria.
America generosa distributrice o America buco-nero del mondo?
L’America non deve illudersi per lo Sbarco in Normandia e per quello di Anzio, liberatrice dai guasti di una guerra creata e cercata dai suoi centri di potere, liberatrice da un Hitler e da un nazismo nati, covati e coltivati al suo interno prima ancora che in Germania. L’America si atteggia a padrona e a sovrana del mondo intero. Si autodefinisce distributrice di ricchezza, di democrazia e di libertà, anziché a buco-nero del mondo.Padrona dei bisonti che ha annientato, padrona degli Indiani che ha massacrato, padrona dei bovini, dei suini e dei polli che sta allevando e dilaniando, distribuendo con le sue immonde catene mondiali dei MacDonalds, dei Kentucky Fried Chicken e dei Burger King. Abbeveratrice mondiale di latte, zucchero, aspartame, caffè e cocacola. Padrona dei popoli, delle reti Internet, della natura, del clima e persino delle sementi, sulle quali progetta e pretende esclusive e diritti d’autore.
La faccenda dei diritti d’autore su Pitagora, Archimede, Leonardo, Colombo e Vespucci
Quando mai l’Italia ha chiesto diritti d’autore sulle Tavole Pitagoriche, sui teoremi geometrici e sulla pericolosità estrema delle diete alto-proteiche, di Pitagora da Crotone ( 592 a .C.)? Quando mai li ha chiesti sulla vite, sul paranco e sul differenziale, di Archimede da Siracusa (287- 212 a .C.)? Quando mai li ha domandati sulla bicicletta, sull’auto, sull’aereo, sull’elicottero, sul sommergibile e sul carrarmato, o magari sulla Gioconda, di Leonardo da Vinci (1452-1519)? Quando mai li ha pretesi sulle mappe geografiche dei suoi stessi territori, di Cristoforo Colombo da Genova (1451-1506)? Quando mai li ha reclamati sul nome stesso America, di Amerigo Vespucci (1454-1512)? Quando mai sulla sobrietà e la salute igienistica, di Luigi Alvise Cornaro da Venezia (1475-1566)? E su Galvani, Volta, Meucci, Pacinotti, Marconi e Fermi
Quando mai sui microbi e sui virus, di Girolamo Fracastoro da Verona (1478-1553)? Quando mai sulla conduttività elettrica, di Luigi Galvani da Bologna (1737-1798)? Quando mai sulla pila, sulle linee elettriche e sul lume a metano, di Alessandro Volta da Como (1745-1827)?Quando mai sul tubo Venturi e sulla depressione dei fluidi, di Giovanni Battista Venturi da Reggio Emilia (1746-1822)? Quando mai sulla doratura galvanica, di Luigi Vincenzo Brugnatelli da Bologna (1761-1819)? Quando mai sul telefono, di Antonio Meucci da Firenze (1808-1889)? Quando mai sul motore elettrico e la dinamo, di Antonio Pacinotti da Pisa (1842-1911)? Quando mai sul radar aereo, sulla radio e la televisione, di Guglielmo Marconi da Bologna (1874-1937)? Quando mai sull’elettro-dinamica quantistica e sulla radioattività, di Enrico Fermi da Roma (1901-1954)?
Avrà diritto l’Italia a dire veramente la sua modesta opinione sul marcio della Casa Bianca?
Avrà diritto l’Italia a dire qualcosa di decisivo su queste porcherie che stanno avvenendo sui suoi cieli e su quelli del mondo?
Avranno diritto le ditte italiane a pretendere che Bill Clinton e George Soros vengano portati di fronte a un tribunale internazionale per i crimini economico-valutari del 1997 contro tutto il Sud-Est Asiatico e la Korea, e per la distruzione quasi totale ed irreversibile delle nostre esportazioni in quei mercati?
Avrà diritto l’Italia della scienza, dell’arte, dell’amore e della poesia, a denunciare tutte le recenti malefatte americane contro la salute dell’umanità intera?
Avrà diritto l’Italia a distinguere tra l’America buona e quella patocca?
Avrà diritto l’Italia ad esaltare le grandi qualità dell’America sana, dei Robert Pritikin e dei Ralph Cinque, dei Frank Sabatino e dei John Robbins, ispirata agli Herbert Shelton, ai Martin Luther King, ai Bob Kennedy e ai tantissimi altri uomini degni dei valori originari e di quel IN GOOD WE TRUST, che è paradossalmente stampigliato sulla sua carta-moneta? Avrà diritto l’Italia a rifiutare le aberranti alchimie politiche per una Terza Guerra Mondiale? Avrà diritto l’Italia a rifiutare, in nome della libera popolazione mondiale, i disegni occulti, le pandemie, i piani segreti, le aberranti alchimie politiche e i demenziali schemi preordinati di una Terza Guerra Intercontinentale contro la natura, il clima, l’ambiente, contro la salute dei più, a vantaggio dell’avidità infinita di soldi e di potere, da parte di una banda di ladroni patentati?
Avrà diritto l’Italia a dissociarsi da ogni legame strategico-militare con la parte marcia dell’America, comandata e manovrata più che mai dal gruppo nazi-americano dei Rockefeller?
ultima parte
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