Un gruppo di ricerca della Griffith University, in Australia, ha condotto un esperimento per capire quanto sia facile creare aziende anonime per evadere le tasse, corrompere, riciclare denaro sporco o finanziare attività terroristiche. I risultati, pubblicati in un report intitolato Global Shell Games: Testing Money Launderers’ and Terrorist Financiers’ Access to Shell Companies, che rendiamo disponibile in allegato, dimostrano che aprire aziende fittizie e completamente anonime in qualunque parte del mondo al solo scopo di gestire fondi neri è estremamente facile e sicuro.
Nell’esperimento i ricercatori hanno impersonato 21 falsi profili con vari livelli di pericolosità sociale, compresi evasori, corruttori, trafficanti e terroristi. Come controllo è stato utilizzato un gruppo placebo con un profilo apparentemente onesto o a basso rischio. Nel complesso, sono state inviate 7466 e-mail a 3773 società di servizi in 182 paesi, per richiedere la creazione di aziende finte e valutare il numero e la qualità delle risposte, le procedure di registrazione e i documenti richiesti.
In un numero elevato di casi, la creazione di società di facciata nel più completo anonimato è risultata molto semplice, richiedendo spesso giusto qualche ora e poche migliaia di euro, anche con i profili più sospetti, e con qualche sorpresa: i paradisi fiscali si sono dimostrati i più corretti nel registrare l’identità delle persone, mentre i paesi con meno controlli sono stati quelli che fanno parte dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).
In cosa consistono le società di facciata
Come altre aziende, sono persone giuridiche che possono avere conti bancari e vendere o comprare beni e proprietà. Normalmente non hanno dipendenti e si tratta essenzialmente di scatole vuote. Le attività possono essere del tutto legittime, ma a volte sono al centro di traffici criminali. Soprattutto, sono caratterizzate dal fatto di essere anonime e spesso è difficile se non impossibile risalire ai proprietari, per cui sono l’ideale per trasferire fondi neri o effettuare traffici illeciti di droga o armi.
Le società di facciata si creano per mezzo di società di servizi che fanno da intermediari, sbrigano le pratiche burocratiche, creano uffici virtuali e personale fittizio: direttori, segretari ecc.
In teoria le norme internazionali richiederebbero la raccolta di una serie di informazioni per registrare l’identità dei committenti, ma di fatto in moltissimi casi questo non avviene e non c’è alcuna pressione da parte delle polizie o dei governi perché questo avvenga. Tra tutte, una risposta arrivata da uno dei tanti fornitori è esemplificativa:
Per ciò che riguarda la riservatezza, non prendiamo informazioni, così non possiamo dare informazioni. E’ semplice!
La scelta delle società di servizi
Non esiste un registro ufficiale delle società di intermediazione, né sono previste autorizzazioni particolari: chiunque può svolgere questo servizio. Così per individuare le società da testare è stata fatta una ricerca con Google, usando “company formation” e “business law” e le relative traduzioni come parole chiave. Le 3773 società individuate sono per circa la metà negli Stati Uniti, 444 in altri paesi OCSE, 505 in paradisi fiscali e circa un migliaio in paesi in via di sviluppo.
La creazione degli alias
Per condurre l’esperimento sono stati creati dei personaggi che apparissero credibili. In tutti i profili, gli alias sono dei consulenti che chiedono di aprire una società anonima, ognuno con una propria storia di copertura e una motivazione plausibile: evitare le tasse, preservare la privacy ecc..
Il gruppo placebo è stato riempito con personaggi provenienti da paesi che sono percepiti come a basso rischio di corruzione e terrorismo: Australia, Austria, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia e Svezia.
Il placebo è servito come base per misurare i cambiamenti nelle risposte delle società di intermediazione verso i personaggi più sospetti, con profili di maggiore pericolosità sociale.
Per gli altri gruppi sono state presentate origini diverse. Gli alias dei corruttori ad esempio sono stati collocati in paesi percepiti come ad alto tasso di corruzione: Guinea, Guinea-Bissau, Guinea Equatoriale, Papua Nuova Guinea, Kyrgyzstan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. In teoria i protocolli internazionali prevederebbero delle precauzioni particolari per le richieste che arrivano da queste aree. Per rincarare la dose, i finti consulenti hanno dichiarato di lavorare nel campo degli appalti pubblici, cioè proprio nel settore in cui c’è più corruzione.
I terroristi invece sono stati collocati in alcuni paesi del Medio Oriente e presentati come consulenti di un’associazione caritatevole dell’Arabia Saudita non meglio definita, hanno richiesto una particolare riservatezza e la possibilità di comunicare solo tramite e-mail. Anche in questo caso, i protocolli avrebbero dovuto accendere qualche allarme.
Per rafforzare i sospetti, in alcune lettere si è aggiunta la disponibilità di pagare un extra per avere più riservatezza.
Le caselle di posta elettronica sono state registrate usando numeri di cellulari anonimi acquistati in Africa. Attraverso una rete di server proxy, si è fatto credere che i messaggi arrivassero da vari paesi del mondo, anche se in realtà sono stati spediti tutti dallo stesso posto.
Per rendere i personaggi più credibili, dato che le e-mail erano in lingua inglese, sono stati inseriti vari errori grammaticali in tutti i casi in cui è stato necessario far credere che non si trattasse di persone di lingua inglese.
I risultati
Tra le aziende che rispondono alle e-mail solo una piccola minoranza rifiuta le richieste, anche quando riguardano i gruppi più pericolosi, come i terroristi.
Misurando la facilità di creare un’azienda anonima come numero di fornitori da contattare prima di riuscirci, si evince che tra corrotti e placebo di fatto non c’è differenza.
Nei paesi OCSE è 3 volte più facile rimanere anonimi rispetto ai paradisi fiscali. I paesi in via di sviluppo si collocano in una posizione intermedia. Lo stato in cui è più facile ottenere l’anonimato è il Delaware, Stati Uniti, dove per creare una società anonima basta meno di un ora, come confermato anche da un’inchiesta del New York Times.
Per i terroristi è stato più difficile farsi un’azienda anonima rispetto al placebo e ai corrotti, perché hanno dovuto contattare un maggior numero di fornitori prima di trovare quello giusto. La differenza però non è tanto grande. Alcuni intermediari hanno dato risposte ambigue, insultando gli interlocutori ma facendo capire di poter procedere lo stesso in cambio di più soldi, come si evince ad esempio dalla risposta seguente:
Il vostro scopo potrebbe benissimo essere quello di finanziare il terrorismo, e chi è così fesso da farsi coinvolgere in una cosa del genere? Seriamente, se volete creare una società in Florida vi serve qualcuno che ci metta sopra un nome, apra un conto in banca ecc. Io non prenderei neanche in considerazione una cosa del genere per meno di 5mila dollari al mese, e dubito che troverete mai qualcuno tanto scemo da farlo per meno. [...] Se avete una proposta seria, scrivetela e la prenderemo in considerazione. I vostri messaggi precedenti sono un’inutile merda. Pensateci. Pensate forse che siamo stupidi?
Altre risposte invece appaiono molto più cordiali:
Non ci servono molte informazioni da parte vostra. Potete effettuare l’ordine attraverso il nostro sito web per avviare la società. Bastano 10 minuti e non ci servono altre informazioni.
Tutto ciò che dovete fare è inserire il nome dell’azienda da creare, tutto qui.
Abbiamo molti altri clienti internazionali che richiedono la stessa riservatezza, per cui avete trovato il fornitore giusto per le vostre necessità!
A quanto pare la “guerra al terrorismo” si tiene alquanto lontana dai soldi sporchi, se per gestire fondi neri in tutto il mondo basta un portatile e una casella di posta elettronica.
Nessun commento:
Posta un commento