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venerdì 19 ottobre 2012

IL BITCOIN E' VERAMENTE UNA MONETA VIRTUALE CONTRO IL “SISTEMA” ?


Il Bitcoin è stato ideato nel 2009 da Satoshi Nakamoto (presubilmente uno pseudonimo). Da allora questa cyber-moneta è creata, scambiata (e a volte convertita in monete a corso legale) attraverso l'utilizzo di un software open source (ultima versione: 0.5.2, disponibile dal 9 gennaio scorso). Questo programma unisce diversi nodi all'interno della rete (ogni singolo operatore e il suo pc) e sfrutta un database che memorizza tutti gli scambi monetari avvenuti all'interno del network, permettendo il possesso e il trasferimento (anonimo) delle monete senza la regolamentazione da parte di un'autorità centrale. La stabilità economica del sistema è garantita dal coinvolgimento di ogni operatore sia nella costruzione sia nella verifica delle transazioni che regolano il funzionamento del sistema monetario (peer-to-peer, ossia tutti alla pari). Questo sistema monetario, ancora in piena fase di sviluppo, posa le sue basi su sicure fondamenta matematiche: è proprio un algoritmo che permette la regolazione della giusta quantità di moneta all'interno del sistema, tenendo conto, per esempio, del numero degli utenti operanti al suo interno (più precisamente, l'offerta di moneta è regolata da una serie geometrica che limita l'offerta a ventuno milioni di Bitcoin). Questo sistema monetario libero e aperto a tutti (attraverso la creazione di un normale profilo Bitcoin) elimina così alcuni dei problemi più spinosi derivanti da una gestione centralizzata dell'economia, come ad esempio la giusta quantità di moneta (alla base del problema dell'inflazione).

Un sistema monetario peer-to-peer mette in contatto direttamente i due agenti interessati allo scambio (Bitcoin per beni e servizi) escludendo la presenza di un intermediario bancario. Concretamente, negli acquisti online, come per esempio l'acquisto di un biglietto aereo, il pagamento avviene in maniera diretta (tra individuo e compagnia aerea) senza la preventiva verifica del pagamento da parte della banca. I vantaggi derivanti da un sistema alternativo come quello dei Bitcoin, rispetto a quello odierno, sono vari: vengono eliminati i costi di transazione (molte banche incassano delle commissioni per ogni transazione), il conto bancario non può essere "congelato", vi è la possibilità di rimanere anonimi durante lo scambio monetario e infine la stabilità dei prezzi è garantita da una rigorosa e calcolata offerta di moneta. Questa moneta elettronica alternativa può essere vista come un particolare tipo d'interfaccia di online bank, ma in forma anonima e dove la regolarità delle transazioni, essendo registrate in un database accessibile a tutti, è verificata direttamente dagli operatori.

I Bitcoin hanno valore intrinseco come qualsiasi moneta (e quindi sono preziosi) poiché forniti in quantità limitate e perché possono essere utilizzati come una moneta normale per l'acquisto di beni e servizi come la nostra fiat money. Le condizioni che determinano il funzionamento e lo sviluppo di questo sistema monetario sono garantite dal network di operatori che costituisce il sistema. Sono gli operatori che verificano direttamente la correttezza delle transazioni; sono gli operatori che in maniera indiretta determinano la presenza di Bitcoin nel sistema (l'algoritmo regola la giusta quantità di moneta tenendo conto del numero di operatori ed evitando un over supply di moneta e quindi l'inflazione). Ogni utente registrato ha due chiavi personali: una privata (utilizzata per il trasferimento dei Bitcoin tra gli operatori) e una chiave pubblica (utilizzata per controllare e raggruppare tutte le transazioni avvenute, evitando che un operatore "scambi" due volte lo stesso Bitcoin, con due operatori diversi, assicurando così una transazione irreversibile). Sono queste due chiavi (password) e il sistema criptografico ad assicurare la validità delle varie transazioni: ogni Bitcoin contiene sia la chiave pubblica che quella privata. Quando un utente A trasferisce dei Bitcoin all'utente B rinuncia alla sua proprietà aggiungendo la chiave pubblica di B (il suo indirizzo) sulle monete in oggetto e firmandole con la propria chiave privata. In seguito A trasmette queste monete in un apposito messaggio di transazione, attraverso la rete peer-to-peer. Il resto dei nodi (gli operatori) validano le firme crittografiche e l'ammontare delle cifre coinvolte prima di accettarla, in modo tale che l'utente A non spenda ulteriormente i Bitcoin ceduti all'utente B.

Ogni transazione che avviene all'interno di un sistema deve essere confermata, e in seguito le transazioni corrette sono raccolte in blocchi di transazioni accettate. Questi blocchi o catene di transazioni permettono di individuare gli utenti che adempiono ai loro scambi e che quindi possono essere ritenuti sicuri per gli scambi (per creare un "blocco di transazioni" confermate e quindi sicure, servono le conferme da parte di almeno sei operatori). Nel caso in cui un utente provi a riutilizzare una moneta che ha già speso, la rete rifiuterà la transazione (non confermandola) perché non risulterà più lui il proprietario del Bitcoin. Il tutto avviene con un complicato sistema matematico che si basa, come modello, su una distribuzione statistica alla Poisson.

La difficoltà nella creazione di blocchi di transazioni monetarie valide chiarisce perché i Bitcoin sono visti anche come una commodity money e quindi come risorsa scarsa: secondo l'inventore, trovare e creare blocchi è come scavare e scoprire nuove miniere d'oro che assicurano il funzionamento e la continuazione del sistema monetario (ai tempi del sistema aureo la quantità di moneta in circolazione era vincolata dalla presenza di oro).

Mentre nella nostra economia la quantità di moneta è regolata dalle decisioni di un'autorità centrale che influisce sul valore della moneta (basti ricordare lo pseudonimo Helicopter Ben, attribuito al presidente della Fed americana Ben Bernanke, per la facilità con cui elargisce moneta nel sistema; con i tassi americani che si aggirano ormai da anni attorno allo 0%), nell'economia dei Bitcoin la quantità di moneta e le conseguenti remunerazioni vengono elargite a coloro che partecipano attivamente al network attraverso la creazione di nuovi blocchi di transazioni validi. Il processo di generazione di Bitcoin viene definita con il termine "mining", un termine riconducibile al gold mining (estrazione dell'oro). Man mano che la ricompensa per la creazione di blocchi (e quindi di calcoli matematici da parte degli operatori) diminuisce nel tempo, gli utenti saranno incentivati a scoprire nuovi blocchi (guadagno sui costi di transazione): infatti tutti i nodi della rete competono per essere i primi a trovare una soluzione per il problema criptografico di generazione del blocco candidato successivo. Tutti i Bitcoin risparmiati dagli operatori possono essere accantonati in due maniere: è possibile creare un portafoglio elettronico nel proprio pc (rischiando di perdere tutti i Bitcoin nel caso di un guasto del computer) oppure affidare le monete virtuali risparmiate a una banca elettronica gestita dagli ideatori di Bitcoin.
Più precisamente, la creazione di Bitcoin può avvenire in due modi: il primo è attraverso la creazione di un indirizzo Bitcoin. Il secondo, appena citato, è quello della risoluzione di problemi matematici che permettano la creazione di blocchi di transazioni valide. È questo secondo metodo, denominato proof of work, a permettere una continua implementazione del sistema e, secondo le parole dell'ideatore di Bitcoin Nakamoto, «lo sviluppo di nodi è fondamentale per il sostentamento del sistema, perché escludendo le banche dal sistema sono loro stessi che regolano il flusso monetario attraverso la creazione della catena dei blocchi delle transazioni». Per finire, random, il sistema regala di tanto in tanto alcuni Bitcoin agli utenti.

Come una qualsiasi moneta, i Bitcoin permettono l'acquisto di beni e servizi. Uno dei siti web più famosi che accetta Bitcoin è Forbitcoin.com. Tra i servizi e i prodotti offerti: traduzioni, creazioni di loghi e siti, assistenza informatica e prodotti elettronici. Anche Amazon, attraverso l'accumulazione di Bitcoin, permette di usare la moneta virtuale (Bitcoinworldmarket.com). Il Bitcoin non solo serve per fare acquisti ma si può anche convertire: attraverso la piattaforma MtGox è possibile tramutare (pagando una commissione) Bitcoin in dollari a un rapporto di un Bitcoin per 14 Dollari statunitensi.

Proprio la convertibilità in moneta legale (dollari, euro e yen) ha creato i primi problemi a questa moneta elettronica. Infatti, a causa del possibile processo di riconversione, i Bitcoin sono diventati una riserva di valore: invece di essere usati come moneta sono usati come investimento, perdendo la loro caratteristica di puro mezzo di scambio. È stato proprio l'incentivo a incamerare Bitcoin (sperando in un aumento del loro valore) a far perdere a questa moneta elettronica gran parte del suo valore (negli ultimi mesi) trasformando il network in una piattaforma lucrativa per arbitraggisti (persone che guadagnano su acquisto e vendita di valute) e confermando così i problemi di tesaurizzazione, deflazione e depressione legati a un sistema simile a quello dello standard aureo (i bitcoin prendono il ruolo dell'oro), come sottolineato recentemente da Paul Krugman nel suo blog. Una diminuzione di valore che sottolinea le fragilità e la incompatibilità rispetto alla nostra economia: i Bitcoin non sono nati come riserva di valore ma come mezzo di scambio che assicuri credito. L'altra caratteristica, quella di anonimato, ha invece favorito la nascita di mercati illegali come armi e droga regolati appunto attraverso un semplice e immediato pagamento in Bitcoin.

I problemi connessi (indirettamentente) a questa moneta sono quindi vari: dalla non tracciabilità che implica sostanzialmente la possibilità di evadere le tasse, al traffico illegale di armi e droghe, dal rischio di possibili truffe da parte di hacker esperti che diffondono incertezza nel sistema alla possibilità dello scoppio di quella che potrebbe essere definita la bolla dei Bitcoin (a causa del loro utilizzo come riserva di valore e non come mezzo di scambio che implica una forte volatilità).

I Bitcoin sono definiti anche come una moneta comunitaria, per l'autoregolazione dei partecipanti del sistema che assicura la stabilità del sistema monetario. Anche se trasparente, questo modello rimane un sistema totalmente virtuale e quindi non materiale e verificabile (come molte delle "amicizie" strette sui social network). Per millenni il fisico, la piazza (come le fiere dei cambi genovesi) erano il centro degli scambi che caratterizzavano l'intera vita della comunità. L'ultima questione da affrontare è: siamo davvero pronti a lasciare la nostra cartamoneta e ciò che più ha valore per molte persone (i soldi) a favore di questa nuova forma di impalpabile online economy?

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