nelle manifestazioni di protesta:
la risposta di Amnesty International
Per molti giorni il palcoscenico televisivo ci ha offerto immagini di scontri violenti tra polizia e manifestanti avvenuti nel contesto del cosiddetto sciopero Europeo: il primo sciopero che ha visto la discesa in piazza di studenti e lavoratori per protestare contro l’austerity dei rispettivi governi.
In Italia grazie alla mobilitazione in rete sono circolate molti immagini di denuncia dell’eccessiva forza della polizia su manifestanti spesso minorenni e inermi. Ciò ha scatenato la reazione indignata del Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, che ha promesso indagini approfondite sui poliziotti che hanno fatto uso eccessivo della forza e sul caso dello scandalo fatto emergere da Repubblica dei lacrimogenilanciati dalle finestre del Ministero di Giustizia.
Amnesty International da tempo ha posto la sua attenzione sul caso delle violenze da parte delle forze di polizia in Italia. La direttrice della Sezione Italiana, Carlotta Sami in riferimento agli scontri dello scorso 14 novembre ha dichiarato, che : "Le forze di polizia hanno precisi obblighi di diritto internazionale e interni di protezione dei manifestanti, compreso quello di disperdere eventuali proteste violente con un uso proporzionato e legittimo della forza mentre le immagini a disposizione mostrano episodi di eccessi nell'uso della forza nei confronti di singoli manifestanti che meriterebbero un'indagine rapida e approfondita. Riteniamo che chiarire le responsabilità sarebbe importante tanto per le persone colpite, quanto per le forze di polizia".
Il 25 ottobre Amnesty International ha presentato a Madrid un documento, nel quale vengono descritti episodi verificatisi in Grecia, Spagna e Romania in cui è stata usata forza eccessiva contro manifestanti e giornalisti, sono stati eseguiti arresti arbitrari e ostacolato l'accesso ai soccorsi medici.
Nell'agosto 2012, le forze di polizia hanno usato gas lacrimogeni, proiettili di gomma e altri proiettili a impatto contro un gruppo di manifestanti che protestava contro le previste attività di una miniera d'oro nel nord della Grecia. Il 21 ottobre 2012, la polizia antisommossa ha circondato e picchiato manifestanti di ogni età che si erano radunati pacificamente intorno all'area in cui sono previste le attività estrattive. Secondo le testimonianze ricevute da Amnesty International, le forze di polizia hanno lanciato sostante chimiche irritanti all'interno delle automobili su cui i manifestanti cercavano di lasciare il presidio. Una donna di 63 anni ha riferito ad Amnesty International che un agente dei reparti antisommossa l'ha trascinata fuori dall'abitacolo, l'ha fatta inginocchiare ed è saltato sulla sua anca sinistra con entrambi gli scarponi causandole una lesione ai tessuti nervosi.
Attraverso questo documento che riporta testimonianze di casi di violenza subita dai manifestanti in Europa, Amnesty International ha stilato una serie di regole che le forze di polizia dovrebbero rispettare quali: favorire lo svolgimento pacifico delle manifestazioni, ricorrere alla forza solo se necessario, ridurre danni e allentare qualsiasi tipo di tensione, rendere possibili i soccorsi medici.
Per quanto riguarda il caso Italia, Amnesty International ha riaperto da tempo l’appello “Operazione trasparenza” di cui già abbiamo parlato all’interno del nostro blog. Mai come ora abbiamo il bisogno di riaccendere la luce su questa raccolta di firme.
Le richieste di Operazione trasparenza sono le soluzioni più adeguate per assicurare giustizia e rispetto dei diritti umani durante le manifestazioni. Esse riguardano: una formazione approfondita degli agenti sull’utilizzo adeguato della forza, prevedere misure di identificazione degli agenti quali codici alfanumerici sulle divise, creare un’istituzione nazionale indipendente di monitoraggio sui diritti umani, assicurare indagini e processi equi in tutti i casi di violazione dei diritti umani che coinvolgono agenti di polizia e introdurre il reato di tortura nel codice penale.
Operazione trasparenza nasce e dalla convinzione che le forze di polizia sono le entità essenziali nella tutela dei diritti umani; ricevono denunce di violazioni e garantiscono protezione durante e manifestazioni. Per questo è necessario che ci sia il riconoscimento di responsabilità degli agenti e un’operazione trasparente sul loro operato. In questo processo di pulizia di un sistema spesso troppo poco chiaro, la partecipazione attiva dei cittadini risulta essere fondamentale per questo è necessario raccogliere quante più firme possibili.
Il gruppo241 Amnesty International di Campobasso ricorda che sabato 1 dicembre si terrà, alle ore 19.00 presso la Sala Conferenze della Biblioteca Albino, lo spettacolo teatrale “La Scelta” di Marco Cortesi e Mara Moschini.
fonte: L'Infiltrato
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