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martedì 4 dicembre 2012

IL NEONAZISMO AVANZA NELL'INDIFFERENZA DI POLITICA E MEDIA

Il neonazismo avanza
nell'indifferenza di politica e media
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Per Kuban la noncuranza con cui è trattato tale fenomeno in Germania e in Europa è sintomo di fallimento politico-culturale: "Ho vissuto e osservato con i miei occhi come la politica, i principi costituzionali, la polizia e, come se non bastasse, i media abbiano fallito contro la minaccia neonazista"; ha concluso il cronista.
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di Fabrizio Ossino

Autobus di neonazisti attraversano l’Europa per partecipare a concerti illegali, ma la cosa nonsembra scandalizzare più di tanto i politici, le forze dell’ordine e i media. È questa la denuncia che proviene dal giornalista freelance Thomas Kuban, il quale per dieci anni si è infiltrato tra i gruppi neonazisti tedeschi per filmare di nascosto i loro incontri di musica razzista e intollerante, ai quali l’Italia non è estranea.

Thomas Kuban è un nome inventato e nessuno conosce la vera identità del cronista e non è difficile immaginare perché. Alla presentazione del suo libro “Il sangue deve scorrere”, ai giornalisti Kuban è apparso in uno dei suoi numerosissimi travestimenti: cappuccio nero, occhiali da sole scuri e barba finta, movimenti duri e compassati del corpo e degli arti e voce falsata.

NON SOLO INFILTRAZIONE TRA I NAZI
Questo giornalista non si è soltanto infiltrato alle feste illegali e legali dei neonazisti, ma ha anche sacrificato la propria vita privata, gli amici e il tempo libero per denunciare come i gruppi terroristici neonazisti non siano soltanto una vicenda di cronaca da sbattere in prima pagina dopo un omicidio a sfondo razziale, ma soprattutto un fenomeno culturale che fa presa tra i giovani attraverso la musica. Anche formazioni politiche di estrema destra riconosciute come l’“NPD”
(Partito nazional-democratico tedesco) utilizzano lo stesso espediente per reclutare nuovi membri.
L’antisemitismo, l’intolleranza contro omosessuali e stranieri, l’anticomunismo, fino alla rivoltaarmata, come ci testimonia il giornalista infiltrato, sono i temi più in voga delle canzoni neonaziste in stile rock, punk, metal e derivati. Grazie alla musica svariati gruppi neonazisti di diverse nazionalità superano persino le proprie intolleranze nazionaliste per incontrarsi in concerti in diverse nazioni d’Europa come succede in Italia, Ungheria, Francia, Polonia, Inghilterra, Belgio, Austria, Svizzera.

Come racconta l’autore nel proprio libro:"nel marzo 2008 cinque autobus di linea, due dei quali provenienti dalla Germania sono giunti al centro della frazione Spiazzo del comune di Grancona, provincia di Vicenza. I Carabinieri vigilavano e sembrava che la musica nazista non li impensierisse […]. Il forte disinteresse a livello statale nei propri confronti permetteva agli organizzatori dell’evento musicale (l’Unione Skinhead Girl Italia) di preoccuparsi non tanto delle videocamere quanto delle armi. È per questo motivo che all’ingresso erano stati montati i metaldetector. I controlli di sicurezza tuttavia non sono durati a lungo, poiché duemila visitatori dall’est e ovest Europa avevano letteralmente invaso la piccola provincia italiana […]. Per la prima volta ho potuto filmare un concerto neonazista apertamente". A Thomas Kuban abbiamo chiesto a tal proposito un chiarimento sul ruolo dei neonazisti italianinell’organizzazione di concerti illegali e che tipo di battaglia secondo lui bisognerebbeintraprendere contro tale fenomeno a livello europeo: se basta la proibizione, oppure serve una più ampia soluzione dei problemi di tipo sociale e culturale che si trovano alla base.

"Gli italiani - ci risponde -, assieme agli ungheresi sono tra i gruppi neonazisti più attivi nell’organizzare concerti ai quali partecipano sia band locali sia tedesche. In particolare in Italia ho partecipato a uno dei concerti più grossi con almeno duemila persone. Tra i gruppi più attivi vi sono il “Veneto Fronte Skinhead” e “l’U.S.G.I.” (Unione Skinhead Girl Italia), che organizzano questo tipo di manifestazioni. Ci sono addirittura i parcheggi predisposti per gli autobus dei neonazisti tedeschi. Io sono arrivato in un villaggio del nord Italia dalla Germania con un viaggio organizzato e c’erano i poliziotti che indicano agli autisti dove parcheggiare. Tutto ciò è volgare!

Per quanto riguarda la battaglia contro i neonazisti - ha continuato -, essa deve riguardare tutta la società, dai cittadini ai poliziotti, dai politici e dai mass media e deve partire dalla repressione. È importante che la polizia blocchi tali eventi musicali, per evitarne la moltiplicazione. Nelle regioni tedesche dove questo è successo, i concerti sono notevolmente diminuiti.

CRISI DIFFUSA, NEONAZISMO IN ESPANSIONE
Ma la proliferazione di neonazisti in Germania è dovuta anche al crescente peggioramento delle condizioni sociali. Non intendo solo il problema della disoccupazione, ma anche l’aumento di chi ha un lavoro con il quale non riesce a sostentarsi perché è pagato miseramente. È tra queste persone che l’NPD pesca elettori e sostenitori, è questo il loro nettare che viene appunto della decadenza sociale. La questione è in tal senso prettamente politica. I concerti filmati in incognito dal giornalista tedesco, sono anche diventati materiale per un film-documentario: “Blood must flow”. Coprodotto dallo stesso Kuban e da Peter Ohlendorf e presentato quest’anno al festival del cinema di Berlino. 

L'INCREDIBILE DISINTERESSE DI MEDIA E POLITICA
Il film, però, non riesce a trovare lo spazio che meriterebbe nei palinsesti televisivi e l’argomento sembra non interessare ai politici locali. Eppure le immagini documentano un pericoloso lassismo da parte delle forze dell’ordine tedesche (e non solo) nei confronti di tali eventi musicali, "non esiste concerto in Germania, di cui la polizia non sia a conoscenza, – sostiene Kuban. E anche se durante le feste i saluti romani, le svastiche e le croci celtiche (cose vietate in Germania) si sprecano, la polizia non interviene a bloccare e identificare icolpevoli o a fermare il concerto".

Per Kuban la noncuranza con cui è trattato tale fenomeno in Germania e in Europa è sintomo di fallimento politico-culturale: "Ho vissuto e osservato con i miei occhi come la politica, i principi costituzionali, la polizia e, come se non bastasse, i media abbiano fallito contro la minaccia neonazista"; ha concluso il cronista.

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