Wgc: l’oro in garanzia farà scendere lo spread di 200 punti
L’oro italiano potrebbe essere utilizzato per far scendere lo spread. A rilanciare l’idea è l’autorevole World Gold Council, l’Organizzazione che raggruppa i maggiori produttori del metallo giallo a livello mondiale. L’idea è semplice, l’oro detenuto dal nostro Paese potrebbe essere utilizzato come collaterale a garanzia delle emissioni di titoli pubblici. L’oro rappresenterebbe un’alternativa allo scudo anti-spread della Bce, garantendo il rimborso delle emissioni: però, rispetto all’intervento della Banca centrale, l’utilizzo del metallo giallo come collaterale eviterebbe al nostro Paese la cessione di sovranità derivante dall’intervento dell’Eurotower. Secondo i dati diffusi dal Wgc, le riserve di oro italiane, pari a 2.451,8 tonnellate, si attestano al quarto posto a livello mondiale. Prima di noi ci sono solo gli Stati Uniti (8.133,5 tonnellate), la Germania (3.395,5 tonnellate) e il Fondo monetario internazionale (2.814 tonnellate).Nel dettaglio, l’Italia dovrebbe utilizzare l’equivalente di 100 miliardi di euro in oro per garantire titoli per 431 miliardi di euro, pari alle necessità di finanziamento a medio-lungo termine previste per i prossimi due anni. All’interno dei Piigs l’oro potrebbe essere utilizzato come collaterale anche dal Portogallo mentre l’operazione non sarebbe possibile per Grecia, Irlanda e Spagna.Secondo Natalie Dempster, Direttore per gli affari governativi del Wgc, "l’uso delle riserve di oro a garanzia del 20/25% delle aste di titoli di Stato potrebbe portare un calo dei rendimenti fino a 200 punti base”. L’unico ostacolo, secondo Dempster, sarebbe rappresentato dal Sistema europeo delle Banche centrali, "che dovrebbe pronunciarsi su questo tipo di proposta e sulla sua compatibilità con le clausole del Trattato”.
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