La Conferenza di Vienna riunisce i più alti responsabili della politica fiscale dei Paesi dell'Ocse e delle economie emergenti, rappresentanti di imprese e sindacati, della società civile e delle università «Per un dialogo interattivo sulle sfide fiscali di un ambito economico in piena mutazione».
La Conferenza approfondisce l'analisi delle diverse forme di fiscalità, compresa quella "ambientale" -sempre più emergente - e le loro implicazioni per la gestione della crisi e delle strategie di crescita a più lungo termine. L'obiettivo è quello di esaminare le possibilità per migliorare la trasparenza e di «Incoraggiare una maggiore convergenza politica e giuridica per sistemi fiscali che siano efficaci, orientati verso la crescita e giusti, che producano modi di azione per rafforzare la cooperazione internazionale».
La conferenza è stata aperta Algirdas Šemeta (nella foto), commissario europeo per la Fiscalità e l'unione doganale, l'audit e la lotta antifrode. Šemeta è un economista lituano aderente al Partito popolare europeo (non a Sel o al Prc, per dire) che, contraddicendo i dogmi della troika Ue, ha detto: «Stimolare la crescita è ovviamente il mezzo più importante per uscire dalla crisi finanziaria. Ed essere sempre più competitivi è essenziale per una ripresa economica sostenibile. Pertanto, lo sviluppo di un contesto fiscale per la crescita e la competitività deve essere il motivo principale di ogni riforma della politica fiscale, mentre ci sforziamo di tornare alla prosperità e alla stabilità».
Secondo Šemeta «Una tassazione pro-crescita intelligente si basa su due pilastri fondamentali: la competitività e l'equità. Nonostante un'errata percezione comune, questi principi non si escludono a vicenda. In realtà, possono rafforzarsi reciprocamente, nel contribuire a quella "business-friendly taxation" che sostiene il nostro modello sociale. Ho detto molte volte che considero la concorrenza fiscale una buona cosa. Ma solo fino a quando è giusta. Deve quindi esistere all'interno di un quadro di regole, se si vuole preservare l'equità».
Il commissario europeo ha detto che l'Ue punta a garantire una concorrenza non falsata tra gli Stati membri, attraverso gli aiuti di Stato, la politica antitrust il controllo delle concentrazioni. Lo strumento per far questo è il Code of Conduct on Business Taxation che prende in esame le misure fiscali nazionali per le imprese che prevedono un livello di tassazione inferiore rispetto alla norma e che quindi possono falsare la concorrenza.
«Dal momento che il codice è stato istituito, all'interno dell'Ue sono stati valutati oltre 400 regimi fiscali - ha sottolineato Šemeta - Circa 100 di questi sono stati considerati nocivi, e sono state eliminati o modificati. La capacità di questo Codice per garantire una concorrenza leale fiscale in Europa è quindi altamente significativa. Tuttavia, credo che oggi il codice di condotta sulla tassazione delle imprese abbia bisogno di essere rinvigorita. Deve essere utilizzato con più ambizione da parte degli Stati membri e ampliato per affrontare nuovi casi di concorrenza fiscale dannosa».
Il commissario Ue è poi passato ad illustrare il nuovo sistema di governance approvato dai Paesi Ue, noto come il semestre europeo, a sostegno della strategia Europa 2020 per la crescita e l'occupazione: «La tassazione è parte integrante del semestre europeo, e gli obiettivi per guidare le riforme fiscali nazionali sono esposti come parte di questo processo. Questi includono: Spostamento delle tasse dal lavoro verso il consumo, la tassazione ambientale o sui patrimoni, in modo che siano meno dannose per la crescita; Ampliare le basi imponibili invece di aumentare le aliquote fiscali, garantendo in tal modo la semplicità e la neutralità dei regimi fiscali; Diminuzione degli errori fiscale delle imprese nei confronti del debt-financing e dei regimi fiscali che aumentano la tendenza all'indebitamento delle famiglie, al fine di evitare rischi finanziari; Migliorare la lotta contro la frode e l'evasione, per una riscossione delle entrate più equa ed efficiente».
Šemeta ha ricordato e rivendicato il lavoro della Commissione Ue «Che ha formulato una serie di proposte importanti nel corso degli ultimi 2 anni per migliorare il mercato unico da un punto di vista fiscale. Tra queste, in particolare, la revisione della direttiva sulla tassazione dell'energia, la Financial Transaction Tax, la Common Consolidated Corporate Tax Base e la revisione del sistema Iva. In caso di adozione, tali misure sarebbero una spinta seria alla competitività delle nostre imprese 'Ue. Dovremmo quindi aspettarci rapidi progressi su tutto questo».
Ma il commissario alla fiscalità ha sottolineato che «Una tassazione che è facilmente essere elusa non può mai essere considerata competitiva. Né può essere considerato equa. La funzione primaria di un sistema fiscale è l'efficiente riscossione delle entrate, con tutti che pagano né di più né di non meno di quello che devo. Pertanto, la lotta contro l'evasione e l'elusione è fondamentale per garantire la qualità dei sistemi fiscali».
Anche se un'azione Ue per una tassazione concorrenziale ed equa è di vitale importanza, non basta: «In un'economia globalizzata con attività sempre più mobili, è impossibile progettare da soli sistemi fiscali competitivi. Mentre rafforziamo il coordinamento Ue e miglioriamo le norme Ue, dobbiamo cercare di fare lo stesso con i nostri partner internazionali. Anche gli standard globali devono adattarsi alla rapida evoluzione delle nostre economie ed essere all'altezza delle nuove sfide che questo comporta. Questo è vero per lo scambio di informazioni, dove l'Unione europea è stata a lungo tempo leader nell'automatic exchange. E' bello vedere la tendenza globale muoversi oggi sempre più in questa direzione». Per questo, attingendo alla quindicennale esperienza Ue, è necessario uno standard globale per affrontare, senza nessuna tolleranza, il problema dell'evasione fiscale internazionale.
«Dobbiamo sfidare anche le attuali norme internazionali sulla ripartizione degli utili, se non sono più idonee allo scopo - ha detto Šemeta . I Transfer pricing sviluppati più di 20 anni fa non sono più adeguati alla luce la crescente importanza dei beni immateriali. Permanent establishment rules che si basano su una presenza fisica non possono essere in grado di confrontarsi con la nostra economia sempre più virtuale. Mentre dovremmo cercare di adattare questi concetti alle nuove realtà, se necessario, dobbiamo anche avere il coraggio di cercare soluzioni nuove e innovative. Su tutti questi problemi, l'Ue lavorerà a stretto contatto con l'Ocse ed i suoi partner globali, per aiutarli a trovare il modo migliore di procedere. L'Ue intende inoltresollevare tali questioni nel quadro del G8/G20, in modo che possano emergere risposte globali ai problemi individuati».
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