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lunedì 23 settembre 2013

LA NUOVA FRONTIERA DEL RICICLO DEI PNEUMATICI USATI

IL RUOLO DI ECOPNEUS - Ecopneus è la società senza scopo di lucro formata dai principali produttori di pneumatici nata a seguito dell’articolo 228 del Decreto Legislativo 152/2006 il cui compito è quello di rintracciare, raccogliere, trattare i pneumatici fuori uso, chiamati Pfu, per poi dedicare il prodotto alla destinazione finale. La società identifica i punti della generazione del rifiuto-pneumatico. Vengono mappate le posizioni delle stazioni di servizio, dei gommisti e delle officine, dei demolitori, oltre che i luoghi in cui le gomme vengono definite “fuori uso”. I Pfu possono essere destinati a due tipi di utilizzo, ovvero il recupero del materiale o il recupero di energia. Inoltre il Pfu ha un potere calorifico pari a quello del carbone e per questo viene utilizzato in settori in cui si richiede una grande produzione di energia.

DALLA GOMMA AL GRANULATO - Il Pfu viene frantumato per produrre granulato di gomma e polverino. Il metodo più usato è quello della macinazione meccanica che avviene a temperatura ambiente. Il granulato, così come il polverino, può anche essere prodotto grazie all’azoto liquido mentre in futuro si dovrebbe arrivare alla frantumazione ad opera di getti ad altissima pressione. In questo schema poi vengono spiegati gli usi del granulato e del polverino, che dimostrano come il riciclo dei pneumatici possa rappresentare nel tempo un’incredibile fonte di energia da poter sfruttare anche per una migliore razionalizzazione delle risorse.


I granuli possono essere usati per realizzare campi di calcio, pavimenti, strade ed impianti per isolamento acustico. Il polverino invece serve per realizzare sigillanti, adesivi, vernici e riciclo in mescola. Il cippato ciabattato invece viene destinato alla realizzazione di strade ed acciaierie elettriche. Il pezzo viene poi consegnato ai cementifici ed al Genio Civile. Stesse destinazione per i pneumatici interi, con l’unica differenza che a goderne sono, anziché il genio civile, le centrali termiche.

L’ESEMPIO DI FERRARA - Quindi già oggi i Pfu vengono usati per realizzare bitume e campi di calcio. E la cronaca degli ultimi giorni ci regala alcuni esempi che dimostrano come, grazie allo sfruttamento delle potenzialità date dalla tecnologia, sia possibile sfruttare quella che poteva essere considerata spazzatura trasformandola in opportunità. Come ci spiegaRinnovabili.it a Ferrara è stato deciso di rimuovere ottomila tonnellate di pneumatici abbandonate nel deposito di Diamantina, nell’area industriale della città estense per trasformarle in asfalto riciclato con il quale è stato realizzato un tratto di una via comunale, ovvero Via Pomposa.


La notizia ha una doppia valenza. Non solo è stato trovato un modo per utilizzare Pfu ormai inutili, ma è anche stato eliminato un problema, quello dei pneumatici abbandonati, che ha preoccupato non poco la cittadinanza. L’azienda che doveva riciclarli è fallita ed attraverso Ecopneus è stato possibile recuperare i rifiuti e realizzare un bitume arricchito ritenuto performante. L’asfalto “condito” non solo garantisce una minore rumorosità del traffico ma assicura una migliore tenuta ed offre maggiori garanzie in termini di spazio di frenata e acquaplaning.

UN ASFALTO PIÙ SICURO - E per finire, come ha spiegato Ecopneus, «La gomma dona maggiore elasticità alla pavimentazione permettendole di resistere maggiormente alle deformazioni dovute al passaggio veicolare e ai danni stagionali, come crepe, fessure e buche». La soluzione si presta quindi a risolvere quelli che sono i problemi legati all’usura del traffico ed all’azione degli agenti atmosferici, una piaga per gli automobilisti e non solo italiani. Rinnovabili conclude spiegando che con questa tecnica potrebbero essere realizzati in tutta Italia 8300 chilometri di asfalto gommato l’anno grazie al recupero di circa dei 35 milioni di pneumatici che, sempre ogni 365 giorni, arrivano a fine vita nel nostro Paese.


IL PROGETTO DI FIRENZE - L’esempio di Ferrara è stato seguito da Firenze, la città che ospiterà i prossimi Mondiali di Cicilismo che si terranno dal 22 al 29 settembre prossimi. La municipalità toscana ha realizzato con questa tecnica 250 metri di strada di via Pistoiese, all’incrocio con Via Golubovich, un percorso che verrà sfruttato dai ciclisti in tutte le gare in programma, escluse le crono alle Cascine e quelle previste al Mandela Forum. L’obiettivo era quello di mostrare ai cittadini cosa significa questo nuovo tipo di pavimentazione a bassa rumorosità, a basso consumo ed a basso impatto ambientale. Se ne parlerà in un apposito convegno che si terrà il prossimo 15 ottobre organizzato da Ecopneus e Comune di Firenze e chissà che non si tratti di un’occasione per sensibilizzare ancora di più il Paese sulle opportunità del riciclo dei Pfu.

UN RISPARMIO ENERGETICO CONSISTENTE - Anche perché, come spiega Tuttogreen, la crisi dovrebbe spingere le aziende a riciclare e riutilizzare quanto più possibile. Un asfalto riciclato consente di attutire le emissioni durante posa ed uso per una conseguente riduzione del rumore ed una migliore aderenza nelle frenate. Infine, dato da non sottovalutare, con i nuovi asfalti si potrebbe arrivare ad un risparmio energetico complessivo del 47% rispetto alle pavimentazioni tradizionali. E ripetiamolo, si tratta di un risparmio che andrebbe a favore dell’intera collettività. E, come detto in precedenza, i Pfu non servirebbero solo a realizzare nuove strade ma aiuterebbero la produzione di nuove strutture e campi da gioco.


IL CAMPO SPORTIVO DI NAPOLI - Campania Notizie ci spiega che grazie alla collaborazione tra Ecopneus, Geos Environment e L’Altra Napoli Onlus è stato inaugurato un campo polivalente realizzato con materiali da riciclo di Pfu presso il Complesso Monumentale San Nicola da Tolentino. Il materiale riciclato è stato utilizzato per pavimentare l’area ospitante il campetto polivalente. Il granulo di gomma è stato legato ad una resina poliuretanica per poi essere steso nell’area. Infine è stato steso uno strato di resina acrilica rossa, sono state disegnate le righe ed ora i ragazzi hanno a disposizione unno spazio dove giocare a calcio e basket. Con questa soluzione i ragazzi potranno sfruttare le capacità elastiche della gomma per una migliore prestazione ed un maggiore assorbimento degli urti.

L’IMPEGNO DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE - Grazie a questo tipo di sfruttamento, quindi, sarebbe possibile riciclare materiali altrimenti non biodegradabili che invaderebbero il territorio inquinandolo mentre la produzione industriale richiederebbe l’estrazione di altre materie prime, con un conseguente avvelenamento ulteriore dell’ambiente. A seguito dell’inaugurazione del campo sportivo c’è stata la presentazione della campagna contro l’abbandono dei pneumatici fuori uso promossa dal ministero dell’Ambiente in collaborazione con Ecopneus. Il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando ha invitato i cittadini a non abbandonare le gomme usate le quali poi vengono bruciate o alimentano il flusso di rifiuti illegali. E lo strumento per limitare l’abbandono delle gomme, come spiegaJulie News, è legato alla regolarità fiscale, unico strumento ritenuto adatto allo scopo di prevenire gli abbandoni.


L’IMPIANTO DELLA DISCORDIA DI CASALINO - Sembra quindi che il sistema produttivo si stia muovendo verso un’unica direzione, ovvero quella di sfruttare i pneumatici esausti per dare loro una nuova vita sotto forma di asfalto o di copertura di campi sportivi. Eppure c’è chi dice no. Si tratta della popolazione dell’area di Orfengo di Casalino, in provincia di Novara, che non vogliono saperne di ospitare un impianto di pirolisi destinato al recupero pneumatici nella loro zona per paura degli effetti nocivi sulla salute. Per pirolisi s’intende, come riferisce gestionerifiuti.it, una degradazione termica in atmosfera inerte ottenuta attraverso un riscaldamento indiretto che porta i pneumatici a subire un cracking termico ad una temperatura compresa tra i 500 ed i 600 gradi.

I RISCHI DELLA PIROLISI - La gomma così si scinde in tre, una parte solida, Char, una parte liquida, Oli, ed una gassosa, Syngas. Le quantità dei tre elementi dipendono dai tempi di esposizione e dalla temperatura del rifiuto nel reattore. I gas di pirloisi vengono sottoposti ad una fase di condensazione che porta alla nascita di una frazione liquida composta da idrocarburi e da una parte gassosa fatta di metano, idrogeno e monossido di carbonio che viene combusta per alimentare il bruciatore. Il residuo può essere usato per la produzione di gas combustibile. E come riferisce Novara Today il sistema non piace per niente né agli abitanti né agli esponenti politici della zona.


RIFIUTI E VELENI - L’impianto, promosso dalla Società italiana energetica Tire, è al momento sottoposto alla valutazione della Provincia per l’ottenimento dell’autorizzazione. Fabio Tomei, presidente del Coordinamento rifiuti ambientalista Piemonte, contesta che l’impianto sia ad emissioni zero:

«Non è vero che le emissioni sono zero. Assommano a circa un quarto del totale, tra fumi e liquidi, tra i quali importanti frazioni di sostanze chimiche pericolose: acidi e metalli pesanti. Del resto a che cos’altro dovrebbe servire il camino previsto, alto ben 30 metri, se non ad espellere fumi? In secondo luogo non è vero che tutto viene riciclato come materia: infatti soltanto l’acciaio, nella misura di circa 4 mila 500 tonnellate all’anno, verrebbe riciclato. Il carbon black (nerofumo), prodotto nella misura di circa 9 mila tonnellate all’anno, molto probabilmente non è un prodotto vendibile, bensì un rifiuto, per di più difficile da smaltire, in quanto gravemente inquinato da metalli pesanti (2 grammi ogni chilogrammo di nerofumo). Restano infine gli oli combustibili, prodotti nella misura di circa 8 mila 500 tonnellate all’anno. Possiamo chiamare questi oli recupero di materia? Sicuramente no perché andranno ad essere bruciati in qualche centrale termica come mix di oli pesanti e gravemente inquinanti. A completare la beffa beneficeranno dei famigerati certificati verdi: soldi pubblici sottratti alle vere energie rinnovabili».

Come detto anche la politica dice la sua. Il Movimento 5 Stelle, rappresentato dal deputato Davide Crippa, ha confermato il no dei pentastellati mentre il consigliere a 5 stelle nel comune di Novara, Luca Zacchero, ha espresso il suo pensiero con una mozione nella quale ha espresso i suoi dubbi «Per le emissioni nocive aggiuntive, che quest’ impianto, classificato come industria insalubre, e localizzato a meno di 10 chilometri da Novara, spargerebbe nell’aria della nostra città, già gravemente inquinata».


ECOLOGIA O INQUINAMENTO? - Sinistra Ecologia e Libertà ci fornisce qualche dato in più legato all’impianto. Si tratterebbe di una fabbrica nata per trattare 100 tonnellate al giorno di pneumatici. Dalle ciminiere uscirebbero però gas serra e sostanze tossiche mentre attraverso diossine e metalli pesanti si andrebbe a deturpare il territorio. Sel ha poi calcolato che in un anno verrebbero riversare nell’ambiente 20 tonnellate di polveri che, è questa la loro lettura, «entrerebbero nella catena alimentare con un impatto devastante per la salute della cittadinanza». Per Sel questo impianto non è necessario perché «esistono alternative sostenibili alla combustione e alla pirolisi degli pneumatici, dalla ricostruzione al riciclo nelle pavimentazioni, nell’edilizia, nell’arredo urbano e in una grande moltitudine di manufatti». Perché è giusto incentivare il riciclo delle risorse ma è anche vero che questo dev’essere fatto nel rispetto dell’ambiente. Altrimenti è come fare un buco nell’acqua. (Photocredit Lapresse / Getty Images / Wikipedia / Google)

di Maghdi Abo Abia
fonte: Giornalettismo

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