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sabato 12 ottobre 2013

LO SCENARIO DI TERRORE CHE ATTENDE L'ECONOMIA MONDIALE

Il decennio perduto del Giappone, fatto di deflazione e crescita più che anemica, minaccia l’economia mondiale. La politica monetaria non riesce a stimolare incrementi sostenuti di Pil, ma le grandi economie dovranno ricorrere ad ulteriori strumenti non convenzionali per non far crollare i loro sistemi produttivi e finanziari. Uno scenario da paura tracciato da uno dei più noti analisi finanziari, Albert Edwards.

CRISI IMMINENTE- L’economia mondiale sarebbe prossima ad una nuova recessione globale, causata dall’arrivo della recessione negli Stati Uniti. L’effetto domino colpirà anche l’Europa, sopratutto la Germania, il paese che più dipende dalla crescita asiatica. Le esportazioni dell’economia leader dell’eurozona saranno colpite dalla frenata dei Brics, che già si è palesata con la crisi valutaria delle settimane scorse, seguita all’annunciato «tapering» della Federal Reserve, l’uscita graduale dalla maxi liquidità fornita dall’istituto centrale statunitense ai mercati finanziari. Questo scenario da incubo è stato tracciato all’edizione tedesca del Wall Street Journal da Albert Edwards, un analista di Société Générale. Edwards è diventato famoso come una sorta di Dr Doom, il soprannome di Nouriel Roubini, degli analisi finanziari. Alcune delle sue previsioni più note, come la caduta dell’indice S&P 500 a 450 punti base sono state completamente fallite, ma l’apprezzamento nei suoi confronti è notevole. Quest’anno Edwards è stato indicato come il miglior analista del suo settore.


ERA GLACIALE - La tesi fondamentale di Edwards si basa sul pericolo deflazionista che incombe sulle economie occidentali. Una previsione modellata su quello che è accaduto in Giappone a partire dagli anni novanta, dopo la fine del boom dell’export che aveva caratterizzato l’ascesa dell’economia nipponica ai vertici di quella globale. «Dopo la disinflazione degli anni ottanta e novanta ora incombe il pericolo della deflazione, accompagnato con un crescente trend negativo della crescita, ed ancora più bassi tassi di interesse», rimarca il Wall Street Journal. La tendenza degli ultimi decenni, sottolinea il quotidiano finanziario, dà ragione ad Edwards. Alla metà degli anni novanta, in pieno boom da new economy, il livello più alto dei tassi di interessi americani arrivò all’8%, sceso già al 6% nella crescita di inizio millennio. Nel 2007 già si era passati al 5%. Per Edwards il nuovo vertice dei rendimenti statunitensi potrebbe essere il 3%. L’analista respinge la previsione che nei prossimi mesi i saggi dei tassi di interesse aumenteranno per via della rotazione dai bond alle azioni.

SCENARIO GLOBALE - Secondo l’analista di Société Générale i rendimenti dei bond del Tesoro Usa arriveranno all’1%, la definitiva conferma dell’ingresso nel decennio perduto giapponese. Questa flessione dei rendimenti sarà provocata dal calo dell’economia mondiale, causato dalla recessione Usa, così come dalla forte contrazione dell’economia asiatica. Il deflatore del Pil cinese è sceso già all’1%, dal 10% di soli due anni fa. La frenata dei Brics, che Edwards definisce « Bloody Ridiculous Investment Concept», ovvero uno stupidissimo consiglio di investimento, colpirà in particolar modo la Germania. Una flessione dell’export tedesco che si scaricherà sul resto dell’eurozona, provocando così lo stop alla, per ora molto flebile, ripresa che si sta registrando nell’economie dell’unione monetaria. Uno scenario che nel complesso riporterà il mondo indietro ad una nuova recessione globale, che arriverà a cinque anni dallo scoppio della crisi finanziaria del 2008.

FUTURO DI STAMPA MONETA - Per Edwards una delle cause principali di questa situazione di crisi è la politica monetaria non convenzionale della Federal Reserve. I dati dell’inflazione americana stanno scendendo, così come i margini di profitto delle aziende. Nonostante questo la Fed vuole uscire dal terzo ciclo di alleggerimento quantitativo dei mercati. «L’istituto centrale americano ha paura di provocare una nuova bolla». Il tapering però aggraverà la recessione così come la deflazione dell’economia più importante del pianeta, con relativi contraccolpi sul resto del mondo. Questo provocherà un nuovo shock, che costringerà le banche centrali a interventi sui mercati ancora più massicci. «Prima o poi riprenderanno a stampare moneta in grande continuità, e poi la stamperanno ancora, e poi ancora di più» rimarca Edward al Wall Street Journal. L’analista finanziario non ha però una ricetta contro la nuova era glaciale che attende il pianeta, anche se rivela come lui gestisca il proprio patrimonio: molto denaro liquido, un po’ di oro come assicurazione, ed azioni di qualità con alti rendimenti, che però ormai si trovano sempre meno.
fonte: Giornalettismo

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