Lyndon LaRouche ha ammonito questa settimana che il pericolo di guerra aumenta ora dopo ora, e che il fattore scatenante è l’impegno dell’oligarchia finanziaria transatlantica a salvare il proprio sistema finanziario in bancarotta. L’unica politica efficace per impedire la guerra, secondo LaRouche, è l’immediato ripristino della legge Glass-Steagall negli Stati Uniti, un atto che manderebbe in bancarotta Wall Street e condurrebbe alla destituzione del Presidente Obama.
LaRouche ha fatto riferimento ai recenti incontri al vertice di Russia, Cina ed India, che, oltre a rafforzare la cooperazione economica tra di loro, hanno stretto un patto di difesa militare contro le crescenti provocazioni provenienti dall’Occidente.
Anche se il Presidente Obama ha annullato l’ordine di un attacco militare contro la Siria il mese scorso, a causa di una fortissima opposizione interna che comprende il Pentagono, continua a subire forti pressioni dall’apparato anglo-saudita per procedere con l’ordine di attacco.
Stando al Wall Street Journal, il 22 ottobre, il principe Bandar bin-Sultan, attuale capo dell’intelligence saudita e del consiglio di sicurezza nazionale, ha dichiarato ad un diplomatico in visita che gli Stati Uniti avrebbero tradito gli interessi sauditi in Siria, Egitto e Bahrain, e che gli imminenti colloqui P5+1 con l’Iran sarebbero una svendita della causa araba.
Lo stesso giorno il principe Turki bin Faisal, ex capo dell’intelligence saudita e fratello dell’attuale ministro degli Esteri, ha sferrato un attacco contro la politica americana nel corso di un'importante conferenza a Washington. Ha preso di mira il generale Martin Dempsey, Capo degli Stati Maggiori Riuniti, sostenendo che è complice del regime di Assad per essersi opposto alla guerra.
Va ricordato che il principe Bandar fu coinvolto negli attacchi alle torri gemelle dell’11 settembre, e l'inchiesta sul suo ruolo è stata insabbiata deliberatamente, prima dall’amministrazione Bush e poi da quella Obama.
Attualmente Bandar gestisce la macchina che arma le forze jihadiste all’interno della Siria, inclusi gruppi legati ad Al Qaeda, come il Fronte Al Nusra e lo Stato Islamico di Iraq e Siria (ISIS), al fine di sabotare la missione degli ispettori dell’OPCW ed il processo di pace Ginevra II. Un fallimento rafforzerebbe la linea dura in Iran, sabotando i colloqui P5+1 sostenuti dal Presidente Rohani. La conseguenza sarebbe un riaccendersi del conflitto sunniti/sciiti.
Essendo i sauditi una pedina primitiva del grande gioco dell’Impero britannico, le loro provocazioni non sarebbero sufficienti a scatenare una guerra generale, ma nel contesto del crollo del sistema transatlantico potrebbero avere conseguenze imprevedibili.
fonte: MoviSol
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