Il debito pubblico è illegittimo ? Cerchiamo una risposta che non sia influenzata dalla paura di non poterlo gestire.
Pur senza bisogno di prove, possiamo dire che è molto probabile che una sua parte sia stata generata in maniera illegittima: contraria alla legge. E' bene però, per onestà intellettuale, provare a rispondere a qualche domanda: in quale parte? Di chi è la colpa? Chi paga i danni?
Una parte iniziale di questo debito ha prodotto ricchezza e benessere, accompagnando il boom economico del dopoguerra. Ringraziamo quei governi che hanno utilizzato la leva fiscale e confrontiamoli con quelli che oggi ne vietano l'uso...modificando la Costituzione!
Poi c'è quello generato dalla spesa clientelare degli anni della DC e dei suoi alleati. Certamente meno bello.. ma come si fa a dire che è illegittimo (contrario alla legge)? Milioni di "clienti" hanno condiviso in silenzio.. accontentandosi, colpevolmente, delle briciole. Svegliarsi oggi e dire: quel debito non lo paghiamo.. non sarebbe né corretto né responsabile. Non sarebbe “legittimo”.
Illegittima è invece la parte conseguente ai trasferimenti posti a carico della collettività derivanti da perdite di società private, fatta quasi sempre in gran silenzio. Quella derivante da contratti di appalto poco puliti, dalla corruzione nelle sue varie forme.. o conseguente alla svendita di cespiti pubblici a prezzi d'amico. Intensificatasi con il passare del tempo. Per questi casi è opportuno un Audit pubblico, una indagine volta a verificare le specifiche responsabilità.
Sarà pure molto difficoltoso e lento.. ma farà bene alla salute mentale della collettività.
Sarà pure molto difficoltoso e lento.. ma farà bene alla salute mentale della collettività.
Sia però ben chiaro da subito: l'indagine non deve essere concepita o immaginata come l'anticamera del default o lo strumento mediante il quale sperare di liberarci dal ricatto del debito estero o, ancora peggio, dell'intero problema del debito. Una visione del genere è miope, sbagliata. L'analisi serve ad accertare precise responsabilità, con l'obiettivo di ottenere dai colpevoli un risarcimento.
Altro avvertimento molto importante: chiedere un Audit sul debito pubblico a questa classe politica (che è responsabile del problema) è palesemente inutile. Non solo: chiederlo ora, sapendo che al Governo ci sono i poteri forti, più propensi a tutelare gli interessi dei mercati finanziari che non quelli di noi cittadini, è terribilmente sbagliato. Provoca esattamente i presupposti di cui questo Governo ha bisogno per raggiungere il suo scopo: essere costretto a chiedere l'intervento del MES e della Troika. Ma per spiegare questo passaggio è necessario prima chiarire un altro aspetto.
Torniamo alla generazione del debito. C'è una parte del debito, derivante dagli interessi, che è oggettivamente complessa da giudicare. Molto complessa. Proviamo a capire.
Qualche lustro fa, i titoli del debito pubblico italiano erano acquistati dal sistema Italia: famiglie, aziende, banche ed assicurazioni, enti pubblici. La parte non collocata dal Tesoro era sottoscritta interamente dalla Banca d'Italia. Pochi acquirenti esteri. E vivevamo felici e contenti. I tassi reali di interesse erano accettabili, sia per lo stato che per i finanziatori.
Il divorzio fra Banca d'Italia e Tesoro ha spezzato un meccanismo magico. Prima di allora, il livello dei tassi era determinato dal Tesoro. Dopo, è stato “consegnato” alla disponibilità dei risparmiatori.
C'è una seconda grave conseguenza, poco nota ma fondamentale per capire i meccanismi di "ricatto" ai quali siamo esposti. Da allora, una parte consistente di quei titoli sono migrati dai portafogli del sistema Italia (prevalentemente famiglie) ai portafogli degli investitori istituzionali, spesso esteri.
Fenomeno favorito - anzi, stimolato - dallo stesso Tesoro (c'era Draghi.. e già..) e dal nuovo atteggiamento delle banche che hanno iniziato a deviare il risparmio delle famiglie e delle aziende italiane verso forme di risparmio gestito in maniera collettiva. Nasce una nuova forma di investitori istituzionali. Che non sono necessariamente perversi speculatori che tramano alle spalle degli stati ma sono semplicemente fondi comuni che raccolgono il risparmio di cittadini per bene. Fondi pensione. Soldi delle assicurazioni, di enti.
Generano, però, un problema gravissimo: la difficoltà di capire chi è responsabile di cosa. Io porto i miei risparmi in banca che mi consiglia un fondo comune. Mi fido della “professionalità.. e non mi rendo conto che quel “professionista” non risponde dei suoi errori: ne rispondo io con i miei soldi: lui sbaglia, io pago. Banca e fondo prendono comunque le commissioni (dai miei risparmi). Quindi io, risparmiatore che mi affido ad una gestione professionale, sono (poco consapevolmente) responsabile delle sue scelte e dei suoi errori...
Il vero dramma è comunque un altro. Il “professionista” ha un solo incubo: non fare scelte troppo peggiori degli altri.. o lo licenziano.
Quest'ultimo aspetto è di una importanza capitale: è alla base del meccanismo di manipolazione dei prezzi, che può essere scatenato da chi, conoscendo questa debolezza, può provocare vendite o acquisti massicci, capaci di destabilizzare i mercati (e i conti pubblici..).
In che modo ?
Sapendo che l'incubo dei professionisti è di non rimanere ultimi.. ci vuole poco a innescare meccanismi a catena: basta una “notizia” (vera o falsa poco importa, inizialmente) lasciata andare al momento opportuno.. qualche operazione di rilievo sui mercati.. e si può stare certi che i “professionisti” seguiranno a ruota. Se poi interviene anche un “fatto”, tipo un intervento delle agenzie di rating, la pubblicazione di dati economici o statistici, decisioni di stati o organismi comunitari che influenzano l'andamento delle economie o dei mercati.. l'effetto composto può essere rilevante, ed è assicurato. Se ci si aggiungono decisioni regolamentari che influiscono sul modo di contabilizzare il possesso dei titoli.. si capisce che gli effetti possono diventare devastanti. A proposito.. facciamo mente locale al momento (autunno 2011) in cui l'Eba (associazione delle banche europee) ha imposto di portare in contabilità il valore di mercato dei titoli, e non il valore di acquisto.. e mettiamolo in relazione con l'esplosione dello "spread"...
C'è chi queste informazioni le ha prima. Le persone fisiche che ricoprono posti in cui si prendono decisioni che impattano sul mondo della finanza, provengono, grazie al diffusissimo sistema della cooptazione, tutti dai medesimi, piccoli, ristretti circoli della finanza internazionale, legati al mondo delle grandi investment bank che controllano, di fatto, tutta l'operatività sui mercati finanziari. Si conoscono, si parlano. Alla faccia dei regolamenti che ipocritamente vorrebbero che dei fantasiosi "chinese wall" (separazione organizzativa) riescano a tenerli lontani e impossibilitati a comunicare...
Ce lo vogliamo dire che il livello attuale dei tassi di interesse che l'Italia e la Spagna e altri pagano sui mercati internazionali non è in linea con i fondamentali ?
E' chiaramente figlio di questi meccanismi perversi. Probabilmente, voluti e provocati. Con il chiaro intento di obbligarci ad accettare misure che non avremmo mai accettato, come la vergognosa rinuncia alla nostra sovranità, approvata dal Parlamento.
Quanto ci costa ?
Quanto è causa della risalita del debito/PIl dal 120 al 126% ?
Oltre ad essere causa della recessione che ci è piombata addosso, causata dalle scelte del Governo che ci è venuto a salvare, eseguendo alla lettera le prescrizioni inviate gentilmente dalla BCE ?
Quanto è causa della risalita del debito/PIl dal 120 al 126% ?
Oltre ad essere causa della recessione che ci è piombata addosso, causata dalle scelte del Governo che ci è venuto a salvare, eseguendo alla lettera le prescrizioni inviate gentilmente dalla BCE ?
Questi interessi, generati da tassi “manipolati” e insostenibili, sono legittimi?
Torniamo, dopo il breve chiarimento, a dove eravamo rimasti: colpe e responsabilità.
L'investitore istituzionale che vende.. e causa la discesa dei prezzi.. e quindi la risalita dei tassi d'interesse, è il colpevole?
Oppure è uno “strumento” che è stato “usato” ?
Chi c'è dietro la recente risalita anomala dei tassi d'interesse che l'Italia ed altri paesi sono costretti a pagare sui propri titoli di stato ? Draghi, Monti, Napolitano, ne sapete qualcosa ? In qualità di Governatore della BCE e di Presidente del Consiglio, entrambi profondi conoscitori dei mercati finanziari e dei loro attori e meccanismi; in qualità di Presidente della Repubblica, tutore della Costituzione che è stata stravolta nel silenzio generale. Ci aiutate a capire ?
Risponderete. Verrà il giorno in cui dovrete rispondere.
Concludiamo il discorso e torniamo alle domande iniziali: sulla parte di debito che è illegittima una idea ce la siamo abbozzata, e dopo l'audit le avremo ancora più chiare. Sui colpevoli, stesso discorso. Per la parte riguardante gli interessi ognuno si faccia un'idea sua. L'accertamento sarà titanico. Direi che il problema, prima di essere giudiziale, è squisitamente ed urgentemente politico!
A questo punto possiamo fare un passo indietro e capire meglio perché è controproducente proporre - ora - l'audit sul debito. Scatenerebbe vendite sui mercati, salita dello spread, legittimerebbe il governo (questo Governo) a chiedere aiuti alla Troika ed al MES (lo hanno preparato appositamente).
Spero sia chiaro a tutti cosa vuol dire accettare gli "aiuti" di MES, BCE, FMI... Le scelte di politica sociale ed economica saranno prese da organismi semi privati, coperti da segreto, da immunità, da insindacabilità. Nessun organo statale o comunitario avrà il diritto di opporsi (questo è esplicitato nei trattati). Saranno loro a decidere chi, quanto, come e quando dovrà pagare tasse e contributi; quali servizi sociali dovranno essere tagliati; quali e quanti dipendenti pubblici dovranno essere licenziati; quale parte del patrimonio pubblico dovrà essere venduto (e a che prezzo) ai privati; quali servizi pubblici dovranno necessariamente essere trasferiti ai privati (alla faccia dei referendum); quali altre libertà democratiche dovranno essere sacrificate sull'altare.. del risanamento dei conti ? o degli interessi dei privati che controllano i mercati finanziari ?
Chi si illude che da questi signori possa arrivare rigore nei conti, lotta alla corruzione, prospettiva di salvezza, apra gli occhi sulla realtà. Non c'è rigore nei conti, ma scelte suicide che i conti li affossano (ed il peggioramento è sotto i nostro occhi: ci avevano promesso un miglioramento, in cambio di sacrifici, hanno mentito e sapevano di mentire.. ora la crescita è procrastinata al 2014.. ma non ci spiegano perché dovrebbe arrivare, visto che le forze in campo spingono per il peggioramento). Non esiste lotta alla corruzione, all'evasione, non esiste un progetto di rinascita: solo un chiaro progetto di affossamento definitivo della democrazia!
E' orribile e doloroso ipotizzare il tacito patto scellerato fra gli interessi forti del mondo della finanza internazionale e l'attuale classe politica dirigente: mantengano pure i politici privilegi e possibilità di continuare ad intrallazzare con un po' di denaro pubblico,ridotti a gestire la piazzetta locale (salvo interventi di facciata e altisonanti proclami..) ma cedano il potere di gestire le scelte di politica economica e sociale ai signori della finanza.
E' colpevole ignorarlo.
Il percorso per la salvezza della democrazia è arduo, faticoso, perfino poco probabile. Ma arrendersi è inaccettabile.
Occorre dunque sostituire integralmente la classe politica attuale, senza bruciare lo spiraglio delle prossime elezioni politiche; intervenire con intelligenza per liberarsi dal ricatto del debito senza passi falsi e consapevoli della forza e dell'astuzia del nemico; conquistare democraticamente il potere; riappropriarsi delle leve di governo dell'economia; riformare alla radice il sistema finanziario; riportare l'economia reale e la dignità del lavoro al centro del nostro tavolo di lavoro sgombrato dalle false illusioni dei mercati finanziari. Avviare, a quel punto da una posizione di forza ben diversa, l'analisi retrospettiva sulle responsabilità negli illeciti.
Torniamo quindi al nostro Audit, e arriviamo alla domanda finale : chi paga ?
Facciamo finta che l'audit sia stato già fatto e che siano stati accertati 500 miliardi di debito illegittimo. Sacrosanto il diritto dei cittadini di incazzarsi e di pretendere di non pagarlo. Cosa fare ?
Devono pagare i responsabili: i funzionari pubblici e i soggetti privati, complici dei singoli atti illegittimi. Non ci possono essere dubbi. Quelli che saranno accertati dal procedimento di indagine.
Prendersela con gli investitori istituzionali, con tutti gli investitori istituzionali, invece, è assai meno corretto.. anzi, decisamente fuori luogo. Eppure, si direbbe che questa sia una idea potenzialmente sottesa a tante iniziative, quasi una speranza coltivata da alcuni...
Naturalmente, facendo le opportune distinzioni. Diversa è la necessità di focalizzare l'attenzione sugli investimenti diretti (e sulle tempestive vendite) effettuati dalle grandi investment bank. Soprattutto negli ultimi anni. Oggetto di uno specifico accertamento, che metta in relazione le operazioni effettuate sui mercati dei titoli e quelle sui mercati dei derivati, con le “notizie" e le decisioni prese e rilasciate dai vari organismi coinvolti nella gestione del fantastico mondo della finanza.
Indagine dagli esiti incerti, viste le forze in gioco, ma sicuramente interessanti. Certo, piacerebbe anche a me riuscire a dire alla Goldman Sachs: cara mia.. ti attacchi: il debito non te lo rimborsiamo. Ma facciamoci poche illusioni. Per info: la Goldman Sachs ha svuotato recentemente i propri portafogli dai titoli del debito italiano...
Nel frattempo, però, occorre pure difendersi, perché mentre noi ragioniamo.. qualcuno agisce, e ci sta prosciugando l'area delle libertà democratiche.
C'è un altro aspetto fondamentale sul quale occorre fare luce, prima di decidere il da farsi. Un'altra domanda cruciale:
Cosa rende il debito pubblico veramente insostenibile? Ingestibile ?
La sua dimensione totale? la sua dimensione relativa? oppure la circostanzaq che sia finito nelle mani insicure e manipolabili degli investitori istituzionali, capaci di modificare nel giro di pochi mesi il tasso di interesse e portarlo dal 2-3 % al 5-6 % ??
Perché fino al 2010-2011 pur consapevoli del peso del debito non abbiamo mai avuto la sensazione del pericolo imminente ? Ci hanno raccontato (a partire dal Trattato di Maastricht in poi) che un debito pubblico superiore al 60% della ricchezza nazionale (PIL) è grave e pericoloso. Minaccia la stabilità. Però non ci spiegano perché il Giappone ha un debito PIL al 230% e nessuno può rompergli le scatole. Neppure ci spiegano perché la Spagna che ha un debito pil al 70% (l'anno scorso al 60!) pur essendo fra i paesi più virtuosi da questo punto di vista, sia costantemente attaccata dai mercati finanziari! Forse perché quel debito è in mano ad investitori istituzionali esteri ? La verità è semplice: quel rapporto ha poco senso. Pensare di usare un suo determinato livello come parametro per giudicare la solidità finanziaria di un qualunque paese è stupido e controproducente.
Allora il problema è altrove.
E, riallacciandoci alle cose viste precedentemente, focalizziamo l'attenzione sui meccanismi che possono scatenare reazioni negative sui mercati e quindi sugli interessi, e quindi sul debito, e la sua sostenibilità.
Fino a quando uno stato è libero di manovrare le leve di governo dell'economia, e può controllare il livello dei tassi di interesse pagati sul suo debito pubblico, il debito non rappresenta un problema. Anche un grosso debito, in realtà, difficilmente può crescere troppo in proporzione al PIL se è governabile.
Se si comincia a perdere la leva monetaria, la gestione si complica. Se poi il meccanismo della determinazione dei tassi d'interessi viene regalato ai mercati finanziari, e i titoli si lasciano in mano ad operatori facilmente influenzabili.. la gestione diventa acrobatica. Se, infine, ci aggiungiamo la rinuncia alla leva fiscale.. diventa chiaramente impossibile!
Quando finiremo nelle mani del MES e della Troika.. il meccanismo del debito sarà usato per ridurci in schiavitù, letteralmente.
Ebbene, la perdita delle possibilità di gestire la situazione è esattamente quello che è successo in Italia: il combinato disposto della mancanza delle leve dell'economia e la dipendenza da investitori istituzionali esteri ha causato, nel giro di pochi mesi, un tracollo e l'inizio della nostra rovina.
Non è immediata la possibilità di recupero delle leve monetarie e fiscale. Passa dalla revisione dei trattati UE e perfino dalla riforma della Costituzione, viste le stupidaggini fatte recentemente dai nostri politici.
Una cosa però si può fare, per sterilizzare almeno il più pericoloso dei meccanismi tramite i quali ci stanno costringendo ad ingoiare decisioni inaccettabili: togliere i titoli italiani dalle mani degli investitori istituzionali.
Per favore: smettiamola di sperare di riuscire a “punire” tramite un default controllato le varie Goldman Sachs! È una pura illusione: prima che possa succedere non solo avranno venduto tutti i titoli, peggiorando la nostra situazione, ma possiamo stare certi che avranno messo su pure dei grandiosi strumenti derivati per trarre guadagni persino dal default. Grecia docet. Con l'aggravante che, per mantenere quella speranza, rimaniamo nel frattempo schiavi del debito estero e dei meccanismi evidenziati di manipolazione dei tassi da parte di chi sa come, quanto e quando intervenire. Avremo giustizia. Ma senza scorciatoie.
Avendo chiarito quanto la circostanza della dipendenza dal debito estero sia pericolosa e manipolabile, pensiamo invece - urgentemente - a salvare il salvabile. Le possibilità ci sono. Le risorse pure. Le famiglie italiane possiedono sufficiente ricchezza per ricomprarci la nostra libertà. 9000 miliardi di risparmi privati, di cui 1600 in asset finanziari e 400 in titoli esteri. Basta cominciare a convertire quei 400 miliardi da titoli esteri in bot cct e btp.. e il gioco è fbello che avviato.
Come invogliarle ?
Due proposte concrete
Usiamo il Patrimonio Pubblico per garantire i titoli di stato acquistati dal sistema Italia ed in particolare dalle famiglie italiane. Oggi il debito non è garantito. Ma se lo rendiamo "conveniente e sicuro", i creditori italiani diventeranno “privilegiati”, con una posizione addirittura invidiabile dai cittadini americani tedeschi o giapponesi. Avrebbero un naturale interesse ad investire i loro risparmi in questi titoli, contribuendo direttamente alla soluzione del problema che maggiormente li preoccupa. Lo spread si dovrà invertire!
Aggrediamo poi la consistente ricchezza che le famiglie italiane detengono illegalmente all'estero (esclusa dalle cifre sopra indicate..). Offriamo loro una possibilità di redimersi, contribuendo a tutelare gli interessi collettivi, ma diventando spietati con chi non sarà disponibile.
Convinciamo i detentori di capitali esportati illegalmente a sottoscrivere titoli di debito pubblico, usando bastone e carota.
Se accettano di:
- dichiarare i fondi neri e riportarli in Italia;
- pagare una tassa sul capitale del 10-15% (anziché del 30-40%);
- impiegare almeno il 70% delle somme residue per sottoscrivere titoli con scadenze lunghe e rendimenti contenuti, garantiti da patrimonio;
ottengono la depenalizzazione del reato/illecito pregresso e la garanzia che le somme non saranno assoggettate a ulteriore specifica tassazione.
Per chi non aderisce all’iniziativa, invece, è configurato un nuovo reato che comporta:
- una sanzione pecuniaria fra il 120% e il 200% delle somme successivamente scoperte;
- detenzione da 5 a 15 anni (un elevato massimo edittale serve anche a scongiurare la prescrizione)
Molti paesi stanno proponendo misure internazionali per colpire il segreto bancario e l’uso di paradisi fiscali. Il rischio di essere scoperti diviene reale. E' necessario rivedere con grande fermezza l'atteggiamento verso i paradisi fiscali. Anche al limite minacciando una totale chiusura dei rapporti commerciali e finanziari. La fine del mito del neoliberismo deve passare necessariamente per il controllo dei movimenti dei capitali.
C’è un vantaggio collaterale enorme: Qualcuno sta pensando di svendere il nostro patrimonio pubblico o di metterlo a garanzia degli investitori istituzionali, magari esteri. E rischieremmo di perderlo, il nostro prezioso patrimonio nazionale. Noi lo vogliamo a garanzia degli investimenti fatti dalle famiglie italiane. Come primo passo. Domani, anche delle famiglie europee, se riusciremo a superare l’Europa dei mercanti per costruire quella dei popoli e dei cittadini.
Bisogna fare attenzione: Il Patrimonio Pubblico deve essere posto a garanzia dei soli titoli acquistati e detenuti dalle famiglie italiane, dalle aziende italiane, dalle piccole banche locali. Devono essere esclusi gli investitori istituzionali. La garanzia sul patrimonio cade se i titoli finiscono nella disponibilità di investitori istituzionali, specialmente esteri. Altrimenti rischiamo di perderlo.
di Guido Grossi
Finchè siamo in tempo... prima che il debito verso gli investitori istituzionali (non garantito) venga trasformato in debito verso il MES, la BCE e il FMI...
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