Dopo tre anni di recessione, disoccupazione e crollo dei consumi la situazione dell’Italia è peggiorata fino a precipitare: «L’euro ha scaricato su lavoratori e pensionati aggiustamenti di competitività con gli altri paesi dell’area euro ottenibili solo con austerità e disoccupazione», riconosce Beppe Grillo, che finalmente accusa frontalmente il sistema della moneta unica imposta dal Trattato di Maastricht. «I media in difesa dell’establishment ignorano completamente un legittimo dibattito sull’euro», e quindi sono «colpevoli e complici». Il “Movimento 5 Stelle”, dice il leader, è l’unico in Parlamento a parlare di sovranità monetaria e signoraggio: «I cittadini si stanno informando» e chiedono più Europa e meno banche. «E’ necessario un nuovo concetto di Europa, solidale e veramente comunitaria: il ruolo dell’Italia in Europa è fondamentale, ma dobbiamo ridiscutere le condizioni in cui partecipiamo, a partire dall’emissione di eurobond che tutelino le economie più deboli, di una rinegoziazione del debito pubblico e della cancellazione del Fiscal Compact, un nodo scorsoio che impiccherà il nostro paese».
Dalle ultime elezioni, rileva Grillo, il mercato azionario italiano è in crescita e neppure dal fronte spread si sono registrati scossoni.
Dopo aver dedicato mesi a criticare Berlusconi, ora Grillo riconosce che – con o senza il Cavaliere in Parlamento – la precarietà del governo Letta è evidente: «Nonostante le minacce e i rischi di punizione da parte dei mercati e lo spauracchio spread sventolati da Letta e Napolitano ad ogni possibile crisidi governo, gli investitori non hanno dato peso alle vicende italiane». Perché? Ovvio: gli speculatori finanziari «non sono stupidi» e sanno benissimo che Letta non metterà in campo nessuna misura per salvare il paese. La verità è che i mercati «hanno visto nella debolezza politica italiana una rassicurazione», verso «l’inevitabile commissariamento dell’Italia da parte dell’Europa». Entro fine anno, aggiunge Grillo, diventerà infatti esplicita la crisieconomica che ci obbligherà a chiedere formalmente il sostegno dell’Esm, il “fondo salva-Stati”, dell’Omt, lo scudo anti-spread. «E’ questo che tiene tranquilli i mercati: un’Italia con le manette, sotto tutela europea, è la loro principale garanzia che l’Italia nel breve non fallirà e che Bruxelles e Francoforte isseranno la bandiera dell’austerità, quella vera e dolorosa, imponendo, in cambio degli aiuti europei, riforme-capestro», fino a rendere il nostro paese «uguale a Grecia e Portogallo».

Infine, il mostruoso Fiscal Compact: sono i suoi vincoli a guidare la politica economica in Italia «con interventi recessivi nell’interesse dei creditori tedeschi, e non degli italiani», accusa Grillo. «Il mantra del 3% di deficit, madre di tutte le misure economiche per Letta e Saccomanni, vale solo per l’Italia. La Spagna quest’anno avrà infatti un deficit del 7% e la Francia del 4.5%». Per la prima volta in modo così chiaro, Grillo imbocca la strada dell’accusa frontale contro Bruxelles. «Bisogna prendere atto che siamo già calpesti e derisi, già governati dall’Europa, già sudditi. Monti e Letta si sono affrettati ad inchinarsi a sua altezza Merkel appena eletti, ma non hanno avuto il coraggio e l’onestà di rendere esplicito questo commissariamento agli italiani. Abbiamo ceduto la nostra sovranità all’Europa senza nulla in cambio, anzi, abbiamo finanziato con 50 miliardi di euro (di maggiore debito pubblico) sostegni europei agli altri paesi della periferia anziché destinarli ai crediti delle Pmi nei confronti della pubblica amministrazione». E’ una situazione patologica: «L’ossessione di Napolitano e Letta per la stabilità altro non è che una parvenza di governo con quattro burattini a Roma manipolati da Bruxelles. Letta è perfetto per questo ruolo. Punta alla foto di gruppo al G7 in Italia nel 2014 da appendere in camera accanto a quella di Andreotti e Napolitano».

fonte: Libreidee
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